Black Science Vol. 7 – L’estinzione è la Regola di Remender & Scalera | Recensione
Pubblicato il 19 Luglio 2018 alle 10:00
Siete pronti ad avvicinarvi al finale della storia scritta da Rick Remender e e magistralmente disegnata da Matteo Scalera?
Il multiverso sta infine arrivando al proprio collasso indotto. Solo McKay ed i suoi colleghi, che ormai rappresentano un gruppo disomogeneo di (super)eroi e scienziati di varie realtà alternative, possono riuscire a fermare la fine, unendo le proprie forze e andare al nocciolo del problema e dell’universo stesso… e con l’occasione, forse, potranno anche risolvere le loro questioni personali…
Il penultimo volume della serie Black Science (ebbene sì, ci avviciniamo alla fine) comincia ad accompagnare gli eventi verso il finale della serie, riunendo tutti i protagonisti che abbiamo potuto conoscere nel corso del tempo e che si trovano nella dimensione di McKay.
In questo volume, che continua direttamente quanto visto nel Volume 6, dopo le prime pagine che ci portano in una foresta tranquilla e fuori dai problemi delle persone, il ritmo comincia a salire vorticosamente e questa escalation si mantiene fino alla fine del volume, in attesa di scoprire cosa ci riserverà Remender nell’ultima parte.
Il ritmo tuttavia non è dato solo dalle battaglie (alla fine sarebbe semplice creare un clima dinamico solo facendo seguire una battaglia ad un’altra battaglia), ma anche dai dialoghi tra i protagonisti, in scene drammatiche e scontri fisici che portano al pettine tutte le tensioni familiari accumulate da McKay e da sua moglie nel corso del tempo, con Aslan che si conferma la miccia che fa innescare tutto.
Perché, alla fine, questa è una storia che è partita come una narrazione di fantascienza, ma pian piano Remender ci ha fatto capire che in realtà è una storia di persone, con i loro molti difetti (moltissimi nel caso di McKay, lasciatemelo scrivere) e qualche guizzo di dignità ogni tanto. Ma, anche se Remender si ferma ad analizzare le persone, è da dire che il nostro sceneggiatore riesce a tenere alta la vivacità del ritmo, senza noiose pause di riflessione.
Ancora una volta non posso che dire che Remender, dopo i primi volumi a mio parere un po’ squilibrati, è arrivato a trovare un perfetto equilibrio a questa storia, riuscendo ad armonizzare tutte le sue diverse componenti e riuscendo a dare l’idea di una opera alla fine corale, in cui ognuno dei viaggiatori ha avuto il suo spazio.
I disegni di Matteo Scalera anche in questo volume sono come sempre pazzeschi, una vera meraviglia per ogni appassionato di fumetti.
Ogni pagina è un vero piacere da vedere, anche se parliamo di semplici paesaggi, come avviene nelle prime pagine del volume. In quell’ambiente tranquillo, che alla fine è una semplice foresta, ma che appare un luogo fuori dal tempo anche grazie all’opera veramente apprezzabile di Moreno Dinisio, anche qui responsabile della colorazione, che si dimostra in questo un vero maestro: nelle prime pagine riesce a dare dei colori così particolari e brillanti che sembra davvero che la foresta sia un luogo onirico, fuori dal tempo e privo dei problemi (e non sono pochi) che accompagnano il resto dell’universo.