Black Museum Springald – Recensione

Pubblicato il 7 Febbraio 2012 alle 10:48

Kazuhiro Fujita (Ushio e Tora) in un volume unico ambientato nella Londra Vittoriana

Black Museum Springald

Autori: Kazuhiro Fujita
Casa editrice: GP Publishing
Provenienza: Giappone
Prezzo: € 6,90 Euro
Data di pubblicazione: 2009

Kazuhiro Fujita è sicuramente un ottimo autore ma decisamente sfortunato in Italia, il suo primo manga, il famoso “Ushio e Tora”, venne troncato addirittura dalla Granata Press (millenni fa!) al momento del suo tracollo dopo 13 numeri ufficiali e uno “fantasma”, il 14 distribuito nelle sole fumetterie (il tutto fu poi recuperato integralmente dalla Star), il suo secondo, “Karakuri Circus”, venne sospeso invece dalla Play Press dopo soli 12 numeri e non venne più ripreso, peccato perché si tratterebbe della sua opera forse migliore, infatti in Giappone è durato ben 43 volumetti (quasi dieci anni di pubblicazione, dal 1997 al 2006) e di cui in pratica solo i primi 6 si sono visti da noi, con questa sua terza fatica tutto ciò non potrà accadere mai per il semplice fatto che si tratta di un volume unico (per fortuna sua e nostra!).

Ambientato nella Londra Vittoriana del 1837, questo “Museo Nero di Springald” è quasi un romanzo (gotico) illustrato, già dal titolo infatti si può intuire come riprenda i toni macabri e angoscianti tipici dell’autore, di sicuro Fujita non ha perso la mano e si trova ancora perfettamente a suo agio nel tratteggiare ambientazioni tenebrose e oscure così come nel raffigurare in maniera decisamente impressionante l’aspetto nascosto e diabolico di certi personaggi deformandoli in vere e proprie maschere dell’orrore, perfetta lettura per Halloween insomma, il che non gli impedisce poi di stemperare la narrazione con inserti più leggeri ma sempre ben dosati nell’economia della storia.

Una parte del merito della trama va però al romanziere giapponese Jinka Katsuo che pare molto prolifico quando si tratta di argomenti riguardanti la Londra del 1800, Jack lo Squartatore, personaggi oscuri in generale e i misteri e le leggende a loro legati, è infatti da uno dei suoi tanti libri sull’argomento che si intitola appunto “Le leggende dei misteri di Londra” che Fujita ha tratto grossa ispirazione per questa sua opera, Katsuo di contro ha finito per occuparsi degli ottimi “bollettini” del Museo Nero inseriti tra i capitoli, dai quali scopriamo infatti che una discreta parte dei personaggi protagonisti di questo volume sono realmente esistiti, perlomeno quelli principali come anche la leggendaria figura di “Jack il Saltatore” o “Jack dai Tacchi a Molla” ovvero Spring Heeled Jack che proprio introno alla metà del 1800 (all’epoca del regno della Regina Vittoria) si divertiva a terrorizzare i passanti di alcuni quartieri di Londra, ignoti ancora oggi i motivi delle sue aggressioni e la sua vera identità, anche se in base alle sue meticolose ricostruzioni storiche qualche spiegazione salta fuori e viene ripresa proprio dal manga, i suoi avvistamenti all’epoca furono così numerosi che la sua leggenda crebbe a dismisura, a tal punto che quando i giornali parlavano delle incursioni di un tale “Jack”, intendevano le sue, almeno fino al 1888 quando un altro Jack, il ben più famigerato “Squartatore”, prese il suo posto nell’immaginario collettivo dell’epoca (e anche oltre).

Su questa seducente figura si innesta il talento visionario di Fujita che ovviamente ci imbastisce sopra una vicenda sicuramente tenebrosa e orrorifica ma anche curiosa e affascinante, soprattutto nella messa in scena, forse troppo veloce nello svelare alcuni misteri ma comunque con qualche risvolto inaspettato e qualche piccolo colpo di scena in altre parti del suo svolgimento, al solito la caratterizzazione e l’introspezione dei personaggi è molto curata, come chi conosce già l’autore ben sa, e questo a dispetto anche della brevità della storia.

Il Museo Nero è una particolare sezione segreta di Scotland Yard (realmente esistita) tenuta nella nostra storia da una singolare custode, vi sono racchiusi diversi reperti provenienti da tutti crimini perpetrati a Londra dalla fondazione del corpo metropolitano di polizia (nel 1829), la visita di un misterioso ospite porta alla rievocazione della vicenda che vide protagonista il folle saltatore anni prima, o forse sarebbe meglio dire le vicende, e in teoria, come anche si ripromette l’autore, presto potrebbe riaprire le porte per raccontare altre storie ambientate chiaramente nello stesso contesto, prospettiva sicuramente intrigante e auspicabile.

Chi fosse rimasto affascinato dal personaggio di Spring Heeled Jack può ricercare lo speciale estivo numero 17 del 2000 di Martin Mystére dove, con tutt’altra trama, atmosfera e anche disegni (e risultati), viene usato come coprotagonista.

Il volume della GP Publishing riprende l’edizione deluxe giapponese, con ottima carta e sovracopertina addirittura con fregi dorati (nonchè le pagine a colori ove presenti su carta patinata), ottima quindi sotto tutti i punti di vista compreso quello del prezzo che per volumi di questo pregio e numero di pagine (e tiratura limitata solo per le fumetterie) è tra i più bassi.

VOTO: 7,5

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