Aliens 15 | Recensione

Pubblicato il 12 Luglio 2018 alle 10:00

Si chiude su questo quindicesimo numero di Aliens, lo spillato dedicato alla xenomorfo di casa saldaPress, l’arco narrativo Sopravvissuto.

Avevamo lasciato il mensile Aliens di saldaPress con i due numeri che ne sancivano il giro di boa dell’anno solare di pubblicazione e con una manciata di storie autoconclusive che avevano evidenziato una certa versatilità offrendo uno sguardo inusuale agli stilemi del franchise con protagonista gli xenomorfi – la nostra recensione QUI.

Chiudeva il quattordicesimo numero del mensile la prima parte, di tre, di Sopravvissuto di James Vance e Guy Davis intrigante arco narrativo la cui peculiarità era quella di sviluppare il plot su diverse linee temporali che si intersecavano facendo, di fatto, perdere la cognizione del tempo al lettore.

Su Aliens 15 quindi troviamo gli ultimi due capitoli di Sopravvissuto.

L’incipit apparentemente scontato della storia – una spedizione scientifica atterra su un pianeta in cui hanno iniziato a riprodursi gli xenomorfi – entra nel vivo con il protagonista Thompson che pur di sfuggire proprio agli implacabili xenomorfi decide di rifugiarsi sottoterra non facendo però i conti con il limitato supporto vitale della sua navicella né soprattutto con le infaticabili forme di vite aliene che iniziano a scavare nervosamente verso la loro preda.

L’intreccio delle linee temporali aveva conferito nel primo capitolo una declinazione inusualmente introspettiva e quasi onirica per le storie di Alien tuttavia in questi ultimi due capitoli questo espediente narrativo è maggiormente strumentale per dare senso compiuto allo storia.

James Vance abbandona pagina dopo pagina l’introspezione del protagonista in favore dei suoi ricordi che, diventando mera cronaca degli avvenimenti, di contro si fanno sempre più devastanti dopo ogni attacco, e dopo ogni perdita in termini di vite umane, degli xenomorfi. Vendetta e sopravvivenza quindi iniziano ad intrecciarsi e mescolarsi in una successione di eventi, e di allucinazioni, in cui la rivelazione sulla vera natura della spedizione su quel remoto planetoide giunge quasi come una epifania così come la conclusione sembra essere quasi un’amara sconfitta nell’eterna battaglia fra umani e xenomorfi, in cui questi ultimi paiono avere un vantaggio non solo biologico ma anche psicologico non indifferente.

Ottima la prova di Guy Davis. Il disegnatore riesce a sfruttare molto bene l’ampio margine di operatività lasciatogli da Vance: le figure stilizzate, che strizzano l’occhio ad una certa scuola francese, si muovono quindi in tavole dalla costruzione che esalta ora il dinamismo delle scene d’azione ora il senso di claustrofobia che diviene sempre più marcato avvicinandoci alla fine della storia.

Sopravvissuto è un interessante esperimento in seno alla possibilità narrative che il franchise di Alien può offrire ma alla fine di questo numero la sensazione è quella di una storia che avrebbe potuto offrire davvero qualcosa di “diverso” se solo non avesse ripiegato su stilemi troppo “semplici” rispetto alle premesse, e alla esecuzione, messe in campo.

Vale sempre la pena sottolineare la pregevole cura carto-tecnica con cui saldaPress confeziona lo spillato impreziosendolo con editoriali mai banali e sempre interessanti; in particolare per questo quindicesimo numero c’è anche da menzionare la splendida cover a due ante e wrap-around.

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