Marvel Saga – Devil L’Uomo Senza Paura n. 1 – Recensione

Pubblicato il 6 Febbraio 2012 alle 10:49

Arriva la ristampa delle classiche storie di Devil, scritte da Stan Lee e disegnate dal maestro John Romita Sr. Riscoprite la Marvel dei sixties in questo primo numero di Marvel Saga dedicato al giustiziere cieco!

Marvel Saga – Devil L’Uomo Senza Paura n. 1

Autori: Stan Lee (testi), John Romita Sr. (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Provenienza: USA
Prezzo: € 6,00, 17 x 26, pp. 144
Data di pubblicazione: febbraio 2012

Quando si discute sui leggendari eroi creati da Stan Lee si usa spesso una definizione coniata dallo stesso Sorridente: ‘Supereroi con super problemi’. Lo sceneggiatore, infatti, si pose l’obiettivo di rendere quanto più umani possibile i suoi personaggi allo scopo di facilitare il processo di identificazione con i lettori. Perciò, i suoi giustizieri in calzamaglia dovevano essere tutto tranne che invincibili. O meglio, potevano esserlo per ciò che riguardava l’attività da supereroe; la vita privata, invece, non era idilliaca. Pensiamo all’Uomo Ragno: imbattibile nella sua identità segreta; ma deriso e disprezzato dai compagni di classe in quella civile.

Un altro importante elemento degli eroi Marvel fu quello della cosiddetta ‘debolezza compensatoria’: i supereroi avevano grandi poteri ma erano affetti da un handicap che li differenziava, per esempio, dal Superman della Distinta Concorrenza. La Cosa era mostruoso e desiderava tornare umano. Iron Man addirittura soffriva di cuore. E un altro fondamentale eroe Marvel, e cioè Devil, era cieco.

Un non vedente impegnato a combattere il crimine era inusuale e a Lee e a Bill Everett, creatore di Sub-Mariner, va riconosciuta un’indubbia originalità. Quando Stan decise di varare il comic-book Daredevil, comunque, si collegò a Batman. Nelle sue originarie intenzioni, in effetti, le storie del Diavolo Rosso risentivano di quelle camp e kitsch dei Bat-mensili, nonché delle atmosfere del serial tv dedicato a Bruce Wayne. E i villain che Devil affrontò nella prima fase della sua carriera non erano inquietanti come gli odierni Kingpin o Bullseye, tanto per capirci; ma si trattava di criminali pittoreschi e sovente farseschi.

Se con Fantastic Four, quindi, Lee delineò splendide trame fantascientifiche, con Mighty Thor fece una riuscita rilettura del fantasy in chiave supereroica e in Amazing Spider-Man realizzò un riuscito mix di dramma, impegno sociale e soap opera, con un pizzico di hard-boiled, con Daredevil scrisse avventure che intendevano semplicemente essere divertenti, con elementi mutuati dal poliziesco e dal mystery. I primi numeri si avvalsero dell’arte di penciler come il già citato Everett, Joe Orlando, Bob Powell e il grandissimo Wally Wood, legati a scelte espressive classiche e non in linea con il Marvel style. Daredevil ebbe quindi un tocco piacevolmente retrò. Per giunta, il costume cambiò numerose volte fino ad arrivare alla celeberrima divisa rossa che lo contraddistinguerà fino ai giorni nostri.

In seguito, però, Lee decise di conferire maggiore contemporaneità al mensile, decidendo di ricorrere a John Romita Sr. che realizzerà episodi tuttora considerati storici e che molti ritengono il preludio a quelli più famosi da lui fatti per Amazing Spider-Man. Quando poi Romita Sr. iniziò ad occuparsi del ragno, la parte grafica fu affidata a un altro maestro, Gene Colan, colui che presto si identificherà con l’eroe cieco, disegnandolo per più di dieci anni.

Panini Comics ha deciso di proporre questi lavori in quattro numeri della collana Marvel Saga, partendo dalla run di Romita Sr. e proseguendo con quella di Colan. E se qualcuno ancora non conoscesse questi gioielli dovrebbe colmare la lacuna. Chiarisco subito che se cercate le atmosfere dark e noir del Devil contemporaneo rischierete di rimanere delusi. Come ho spiegato, Devil all’epoca era diverso: l’avvocato cieco Matt Murdock, dotato di un senso radar simile a quello dei pipistrelli, lavora come avvocato in uno studio legale insieme al buffo collega Foggy Nelson e alla splendida segretaria Karen Page. E di notte lotta contro il crimine nella sua identità di Devil.

Le storie, ovviamente, sono più semplici e ingenue di quelle odierne e vanno inserite nel contesto dei sixties; ma non hanno perso nulla del loro smalto e conservano un innegabile fascino. Lee gioca con il Marvel Universe, usando personaggi ancora oggi conosciuti come il Gladiatore o altri quasi dimenticati come Marauder e Ox e le vicissitudini da lui descritte sono meno urbane e realistiche delle attuali. Ma sono piacevoli. Peraltro, non si può trascurare la perizia grafica di Romita Sr. che proprio con Devil si avvicinò al genere supereroico dopo una parentesi romance. E il connubio di avventura e soap opera anticipa in effetti le analoghe esperienze sull’Uomo Ragno (la sua stupenda Karen Page non ha niente da invidiare all’altrettanto stupenda Gwen Stacy) ed è in questa run che il grande artista disegnerà per la prima volta Spidey. Vi consiglio, quindi, di dare una chance a questo primo numero e pure ai successivi che presenteranno le storie di Colan. Avrete a che fare con un pezzo di storia della Marvel e, più in generale, del fumetto americano.

Voto: 7,5

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