Supereroi Le Leggende Marvel 37 – Hulk Tempest Fugit – Recensione
Pubblicato il 31 Gennaio 2012 alle 11:35
Arriva un volume della collana Supereroi Le Leggende Marvel con una selezione di storie ideate da uno dei più geniali scrittori di Hulk, l’inimitabile Peter David, coadiuvato ai disegni da Lee Weeks e Dale Keown!
Supereroi Le Leggende Marvel – Hulk Tempest Fugit
Autori: Peter David (testi), Lee Weeks, Dale Keown (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Provenienza: USA
Prezzo: € 9,99, 18 x 28, pp. 192, col.
Data di pubblicazione: gennaio 2012
Hulk è uno dei più importanti e popolari personaggi Marvel e la storica creazione di Stan Lee e Jack Kirby è conosciuta anche al di fuori del panorama fumettistico a causa del cinema e della televisione (e c’è ancora chi ricorda con nostalgia il telefilm interpretato da Lou Ferrigno). In parte ispiratosi alla storia del Dr. Jekyll e Mr. Hyde, Lee ebbe la geniale e rivoluzionaria idea di proporre un mostro in qualità di supereroe. Nei primissimi anni sessanta non era un fatto scontato e le creature mostruose nei fumetti avevano sempre il ruolo di villain. Come la Cosa dei Fantastici Quattro, quindi, il Golia Verde fu innovativo.
La sua prima serie fu di breve durata e i lettori non la compresero. Tuttavia, le ripetute apparizioni in Fantastic Four ed Avengers fecero capire al pubblico che il mostro era, a tutti gli effetti, inserito nel Marvel Universe e quando in seguito Lee varò un nuovo mensile a lui dedicato il successo finalmente gli arrise. Gli episodi dei sixties scritti dal Sorridente furono illustrati da leggende del calibro di Kirby, Gil Kane e Marie Severin e sono tuttora considerate classici indiscussi del fumetto americano.
La corsa editoriale di Hulk proseguì anche negli anni settanta e scrittori come Roy Thomas e Len Wein fecero un buon lavoro, sebbene il personaggio risultasse monotono, per giunta illustrato da un penciler kitsch come Herb Trimpe, e quando giunsero gli eighties il mensile arrancò, caratterizzato da vicende banali e ripetitive. Jim Shooter ritenne che Hulk dovesse essere rinnovato e se ne occupò John Byrne che però abbandonò dopo poco la Marvel per dissapori con lo stesso Shooter.
Ma poi arrivò al timone del mensile Peter David. Costui aveva già realizzato varie cose per Marvel e DC ma fu con Incredible Hulk che ottenne il favore del pubblico e della critica. La sua lunghissima run fu apprezzata e la serie considerata una delle migliori in assoluto della Casa delle Idee. David rivoluzionò non solo il mostro, dotandolo di una personalità complessa e sfaccettata, ma delineò story-line avvincenti e sofisticate, con dialoghi e testi ben costruiti, e a volte affrontando tematiche scottanti e controverse come la pena di morte o l’aids. Grazie a David, insomma, Incredible Hulk non fu più un mero fumetto ‘slugfest’, basato su lotte e risse risapute e infantili, ma un prodotto adulto nei toni, leggibile a più livelli.
Questo volume della collana Supereroi Le Leggende Marvel è dedicato proprio all’Hulk di Peter David e include due sequenze. La prima è recente e si inserisce nell’era Quesada. Il comic-book di Hulk era stato affidato a Bruce Jones, autore horror e anti-convenzionale che aveva ideato una labirintica e claustrofobica run con atmosfere ‘for mature readers’, peraltro ricorrendo alla coraggiosa decisione di fare apparire di rado il Golia Verde. Malgrado l’indubbia qualità, la serie non piacque ai fan e la Marvel corse ai ripari chiamando l’amato Peter David che scrisse la storia denominata Tempest Fugit e una manciata di altri episodi collegati al crossover House of M.
La trama è godibile. Hulk si ritrova, senza che riesca a capirne il motivo, su una misteriosa isola. Spettri del passato lo insidiano ed è evidente che qualcuno o qualcosa sta giocando con lui. Si tratta di un sogno? Di un’allucinazione? Di un esperimento scientifico? I lettori statunitensi rilevarono analogie tra Tempest Fugit e il serial televisivo Lost, anche se David smentì categoricamente di essersi ispirato ad esso. Tuttavia, si tratta di un’opera valida, anche perché abbellita dai disegni oscuri e suggestivi del bravissimo Lee Weeks che realizzò una delle versioni forse più efficaci e convincenti di Hulk.
L’altra sequenza, invece, ci porta al periodo classico di David; precisamente quello in cui Hulk non era più il risultato della dicotomia tra il debole Bruce Banner e il rissoso Golia Verde ma qualcosa di più poliedrico. David usa diversi personaggi del Marvel Universe in una vicenda ironica e spassosa ma non priva di momenti di intensa drammaticità. Questi episodi, per giunta, sono da segnalare poiché disegnati dall’ottimo Dale Keown che conquistò il comicdom con il suo tratto fluido e pulito, quasi un mix di John Byrne e Alan Davis, e che caratterizzò in maniera personale non solo Hulk ma pure importanti comprimari come Rick Jones, il Dr. Samson e la splendida e sexy Marlo. Insomma, se non avete mai letto l’Hulk di Peter David, questa è l’occasione giusta per farlo. Non ve ne pentirete.