James Joyce. Ritratto di un dublinese | Recensione
Pubblicato il 21 Giugno 2018 alle 10:00
La biografia a fumetti di uno degli scrittori più influenti del secolo scorso, curata e realizzata da Alfonso Zapico.
James Joyce è una di quelle personalità che non necessitano introduzioni: il nome, di per sé, rappresenta il Modernismo e tutto ciò che esso ha rappresentato, e rappresenta ancora tutt’oggi, nella letteratura mondiale.
Di lui si parla in tutti i manuali di letteratura e le sue innovazioni vengono elogiate e spiegate ogni anno a milioni di studenti, dal liceo alle università. Cosa altro si può dire dunque, di una istituzione vivente, il cui nome è probabilmente indelebile nel canone letterario?
A rispondere al quesito, proponendoci qualcosa di sorprendentemente nuovo, è Alfonso Zapico, fumettista asturiano che ripercorre la vita dell’eccentrico artista mostrandone i lati più nascosti, la straripante personalità e la passione per l’alcool e le donne.
DUBLINESE DEL MONDO
Il fumetto illustra la vita dell’autore a 360°, partendo dalla sua famiglia d’origine fino alla morte, mostrando gli avvenimenti che hanno reso Joyce l’istituzione vivente che oggi è. Dall’infanzia alla burrascosa adolescenza, fatta di uscite, esperienze sessuali e un crescente senso di oppressione e avversità nei confronti del cattolicesimo, fino ad arrivare alla fuga da una Dublino sentita troppo “piccola” e “chiusa” per un genio come il suo.
Tra irriverente sfacciataggine, il colpo di fulmine per Nora (sua futura moglie), l’alcool e il talento letterario, il fumetto ci racconta l’evolversi della personalità di questo grande artista, intrecciando vita vissuta ed evoluzione stilistica con un tono allegro ed ironico. E’ questa la linea guida che accompagna l’esistenza (sia fisica che letteraria) di Joyce, quel saper ridere in faccia al canone, alle istituzioni, agli illustri letterati, ai problemi finanziari e a quelli di salute.
Grande è l’abilità di Zapico nel coniugare fatti biografici (minuziosi e dettagliati, sia personalmente riguardanti l’autore sia legati alle persone a lui vicine) col proseguire narrativo del fumetto e le varie tavole, in cui si alternano didascalie narrative (alle quali sono affidate, ovviamente, l’esposizione della biografia di Joyce) e personaggi in azione, attui spesso a puntualizzare, vivacizzare e rafforzare umoristicamente dettagli della grande storia di Joyce poco prima riportati. Al di là delle sue opere, di cui infinite sono le analisi, nel fumetto Joyce è vivo e vero, con tutto il suo ingombrante carisma e il disegno, seppur in bianco e nero, evidenzia questo fatto con un tratto non decorativo ma preciso, capace di trasmettere anche le caratteristiche delle varie città visitate dallo scrittore (con, ovviamente, attenzione particolare a Dublino, della quale vengono disegnati dall’autore in maniera gradevolissima i luoghi e i paesaggi più rappresentativi).
ODISSEA LETTERARIA
Oltre a ritrarre Joyce in tutte le sue sfaccettature, la storia incrocia le vicende (così come lo scrittore) di numerosi intellettuali del XX° secolo, andando ad ampliare il raggio d’azione di un Odissea non solo “Joyciana”, ma letteraria e culturale: musica, arte, cinema, prendono parte all’orchestra personale diretta da un insolito irlandese, col cuore lontano ma la mente rivolta sempre verso la “sua” Dublino. Ritratto di un dublinese è un fumetto che permette di scoprire l’autore di Ritratto dell’artista da giovane, Gente di Dublino, Finnegans Wake e, ovviamente l’Ulisse, nella sua più carnale genialità, incastrata indissolubilmente nel contesto culturale e artistico dello scorso secolo. Un titolo imperdibile per tutti i “joyciani” del mondo e per chi, non sazio di approfondire gli studi sul tema dai manuali, voglia imbarcarsi in un insolito viaggio in compagnia di un “pazzo” e irriverente genio irlandese.