Doctor Strange 38: inizia l’era Legacy! | Recensione
Pubblicato il 17 Giugno 2018 alle 17:00
E’ tempo di Marvel Legacy per lo Stregone Supremo dell’Universo Marvel! Ma non è Stephen Strange il Signore delle Arti Mistiche? Cosa c’entra Loki, il fratellastro del Dio del Tuono Thor? Ce lo spiegano Donny Cates e Gabriel Hernandez Walta in questo albo di Doctor Strange!
Da questo mese Panini Comics incomincia a proporre le storie del Marvel Legacy, evento editoriale che influenzerà tutte le testate della Casa delle Idee. Non si tratta di una saga ma di un rilancio delle collane con nuovi team creativi e, ovviamente, nuove story-line. Gli autori coinvolti firmeranno vicende dal tono contemporaneo, con un occhio di riguardo, però, al passato e alle caratteristiche originarie dei personaggi. Un mix di classico e moderno, in poche parole.
Anche il mensile del Dr. Strange rientra nel discorso e con questo n. 38 avrete modo di leggere i primi episodi Marvel Legay dedicati al Maestro delle Arti Mistiche. Bisogna dire che l’attuale comic-book di Strange sin dalla nascita è stato innovativo, grazie al talento narrativo di Jason Aaron e all’estro grafico del bravissimo Chris Bachalo. Dopo la conclusione della loro acclamata run ci sono stati alcuni episodi interlocutori e ora tocca a Donny Cates raccontare le imprese del Mago Supremo.
E lo fa inserendo subito il lettore in una situazione impensabile. Come è facile intuire dalla copertina, infatti, Stephen Strange non è più il Mago Supremo e il suo posto è stato preso da Loki, fratellastro di Thor. Costui non è più tanto malvagio ma il fatto che adesso possieda i poteri e le capacità di Stephen è comunque preoccupante. Loki si è stabilito nel sancta sanctorum di Strange e con lui c’è Zelda Stanton. Strange, d’altro canto, ha iniziato a lavorare (e non rivelo nulla sulla sua professione per non sciupare la sorpresa ai lettori).
Cosa è successo, dunque? Donny Cates, in maniera intelligente, non fornisce le risposte ma concede solo qualche accenno e si intuisce che nei prossimi episodi arriveranno altre informazioni. Cates rinnova quindi le atmosfere del mensile, ideando un contesto narrativo inusuale e scrivendo testi e dialoghi efficaci. Per giunta, verso la fine dell’albo fa apparire un personaggio inaspettato che, presumibilmente, giocherà un ruolo importante in futuro.
Per il momento si può affermare con sicurezza che la gestione di Cates è ricca di potenzialità e per l’ennesima volta Doctor Strange è una delle serie Marvel migliori attualmente in corso di pubblicazione. Per quanto concerne l’aspetto grafico, a parte un breve prologo di Niko Henrichon, i disegni sono appannaggio dell’ottimo Gabriel Hernandez Walta che forse alcuni ricordano per The Vision di Tom King.
Il penciler spagnolo fa un bel lavoro e sfoggia uno stile plastico e dinamico di grande bellezza formale. E’ efficace quando rappresenta l’aspetto quotidiano della nuova vita di Stephen, insistendo su inquadrature e primi piani dal taglio cinematografico. Ma non mancano sequenze su ambientazioni arcane, anch’esse di indiscutibile qualità.
In poche parole, Dr. Strange rimane una proposta editoriale da prendere in considerazione e ha dalla sua il pregio dell’imprevedibilità. Non si capisce ancora dove voglia andare a parare Donny Cates ma, lo ribadisco, le premesse sono intriganti. Da provare.