Obbligo o Verità di Jeff Wadlow | Recensione
Pubblicato il 21 Giugno 2018 alle 17:00
Arriva in Italia il nuovo horror della Blumhouse, diretto dal regista di Kick-Ass 2 Jeff Wadlow.
Jumanji incontra It Follows nel nuovo film prodotto dalla Blumhouse del Re Mida dell’horror Jason Blum: dopo Insidious – L’Ultima Chiave e Family Blood e in attesa dell’imminente La Prima Notte del Giudizio e soprattutto del prossimo Halloween, il 2018 orrorifico di questa macchina produttiva perfetta nata appena dieci anni fa lancia un piccolo film, simpatico e inquietante, che mescola l’idea di maledizione persecutrice al gioco di società.
Se nel film di David Robert Mitchell il mostro che inseguiva lentamente ma incessantemente la protagonista diventava una metafora per le malattie sessualmente trasmissibili, e nel 1995 Joe Johnston usava il gioco da tavola in una maniera tutta sua, Jeff Wadlow (Nickname: Enigmista, Never Back Down, Kick-Ass 2) si diverte a miscelare questi due elementi prendendo il celebre passatempo “obbligo o verità” (altresì conosciuto come “verità o conseguenza”) per declinarlo ad un incubo contorto in grado di metterà seriamente a rischio le vite dei protagonisti.
Un gruppo di amici all’ultimo anno di college approfitta della pausa primaverile dello Spring Break per concedersi una vacanza a base di divertimento e sballo assoluto in una delle tipiche mete degli studenti americani, il Messico. Inizialmente restia ad unirsi al gruppo, Olivia viene praticamente costretta a partecipare per non abbandonare l’amica del cuore Markie, anche considerato il fatto che quella sarà l’ultima occasione per trascorrere del tempo insieme prima che le loro strade si dividano dopo l’università.
Sfortunatamente per tutti proprio Olivia sarà lo strumento inconsapevole della loro rovina: sarà lei, infatti, a convincere il gruppo a seguire un loro coetaneo conosciuto nella città di Rosarito che li condurrà in una chiesa sconsacrata per sfidarli a giocare ad un’apparentemente innocua sessione di “obbligo o verità”. Naturalmente tutto andrà subito alla malora, in quanto il ragazzo infetterà loro con la stessa maledizione che lo perseguita, e da quel momento il “gioco” trasformerà le vite dei protagonisti in un vero e proprio incubo.
Vero e proprio pop-corn horror americano che da noi arriva giusto in tempo per l’estate, Obbligo o Verità è una simpatica esperienza destinata esclusivamente ad un pubblico di adolescenti a metà strada tra Final Destination, The Ring e la saga di Ouija: ragazzi stupidi che fanno cose stupide e pagano stupide conseguenze, servite da demoni dal ghigno inquietante (è davvero inquietante quel ghigno, è la cosa che più rimane impressa dopo la visione, anzi forse l’unica) che da oggi in poi balzeranno subito alla mente ogni volta che, insieme ad un gruppo di amici, vi sfiderete a colpi di domande e penitenze secondo le regole del famoso passatempo.
Stilemi e topoi dell’horror persistono dappertutto e la narrazione spesso e volentieri è schiacciata da alcuni dialoghi a dir poco fiacchi (“Da quando mio padre si è tolto la vita, tu sei stata la mia unica famiglia”) scritti essenzialmente per impedire che il ragazzino seduto in terza fila, con una mano nel sacchetto di pop-corn e l’altra impegnata su Instagram, possa comunque riuscire a seguire la trama. Ma quando c’è da essere violenti il film non perde un colpo e soprattutto Wadlow è particolarmente inventivo nel trovare nuovi modi per impressionare, scioccare e intrattenere (anche in maniera sciocca, ma mai noiosa) e soprattutto aggirare quella valutazione PG-13 voluta dallo studio per non vietare la visione ai ragazzini. Se avete meno di vent’anni (o poche pretese cinematografiche) e volete trascorrere una novantina di minuti in compagnia di amici o fidanzate/i, questo film potrebbe fare al caso vostro.