Rat-Man 123 | Recensione
Pubblicato il 15 Giugno 2018 alle 18:00
Un albo speciale che chiude simbolicamente la serie, raccontando l’avventuroso percorso di Leo Ortolani verso “la fine” di Rat-Man.
Come reagireste se vi dicessi che ad un certo punto Leo Ortolani ha avuto paura di fare quel grande passo, ed ha rimesso in discussione l’ipotesi di chiudere veramente con la serie di Rat-Man? Nella vita di un autore seriale c’è anche questo. Ma Leo, alla fine, è stato coerente col suo percorso.
A vederlo parlare e dibattere ultimamente, durante le conferenze delle vari fiere e incontri, parrebbe di trovarsi davanti ad una persona che la sua decisione l’ha maturata in maniera piuttosto serena. Ma dietro questa serenità si cela un lungo percorso personale, in alcuni momenti imprevedibile e ricco di sorprese, così come nelle migliori storie. Forse è questo ciò che capita a tutti gli autori che devono, ad un certo punto, fare i conti con un personaggio immaginario diventato grande come, e forse ancora più, di loro stessi. Ecco perciò che l’albo speciale Rat-Man 123 pone la sua attenzione non più sul personaggio Rat-Man, ma sull’autore Leo Ortolani.
“Only the brave” recita un motto americano, ma in questo caso più che di coraggiosi verrebbe da dire “appassionati e tenaci”. Sì, perché a poter leggere e stringere tra le mani questo albo davvero speciale potranno essere solo i lettori dell’ultimo ciclo della serie (composto da dieci albi), che hanno staccato tutti i poster presenti all’interno dei fumetti, inviandoli per tempo alla Panini.
Leo, da grande amante del proprio pubblico, ha perciò voluto regalare questo “albo in più”, ad i fan più sfegatati e attenti, forse ai più affamati e folli – come sottolinea lo stesso autore, ricordando che alcuni lettori, pur di non staccare i poster, hanno preferito acquistare ben due copie per volta. Ortolani ha perciò donato a questi fan l’ennesimo pezzo di cuore.
In questo albo il creatore di Rat-Man si è completamente aperto ai propri lettori, ed ha raccontato dei difficili momenti trascorsi subito dopo la chiusura della serie: un periodo fatto di incertezze, e ripensamenti. Perché chiudere un percorso di vita costituito da vent’anni di lavoro e passione non è affatto semplice. Soprattutto, il problema che ha maggiormente afflitto Leo in questo “frattempo” è stato il non riuscire ad aprire “la porta” delle idee, quel magico valico che consente ad ogni autore di attingere a nuovi personaggi, percorsi, e cicli narrativi.
Leo per un po’ di tempo ha dovuto lottare con quella porta chiusa, che sembrava proprio non volersi più aprire. Ma è stato lo stesso Rat-Man a dargli alcune indicazioni, spingendolo verso un cambio di rotta, e ad abbandonandolo dolcemente.
E soprattutto è stata decisiva la famiglia: le due figlie che Leo (anche nelle ultime interviste) ha sempre indicato come uno dei principali motivi che lo hanno spinto a chiudere la serie.
Ortolani ha raccontato tutto questo nell’albo speciale che chiude definitivamente il ciclo ventennale di Rat-Man, e lo ha fatto con la sua solita ironia, unita ad un’introspezione e capacità drammatica unica nel panorama fumettistico italiano.
Diversi sono i camei di personaggi celebri del mondo del fumetto e della cultura pop italiana: da Roberto Recchioni a Licia Troisi. Ogni singola comparsa rappresenta un tassello che delinea un momento di vita intenso, fatto di alternanze di umori e sentimenti.
Perché Leo Ortolani è anche questo: simpatico e drammatizzante, intimista e leggero. Un autore che negli ultimi vent’anni ha sconvolto il fumetto italiano regalandoci personaggi unici, ed una nuovo sguardo sul mondo. Ed anche stavolta Leo ha voluto fare l’ennesimo regalo ai lettori più affezionati, donando un pezzo di sé stesso, ed un altro ultimo tassello, che chiude definitivamente questa grande e fantastica avventura.
Flettendo i muscoli e andando verso il vuoto.