Miles: Assolo a Fumetti | Recensione
Pubblicato il 10 Giugno 2018 alle 10:00
Edizioni Bd propone la biografia a fumetti di una delle più importanti personalità musicali della Storia.
Miles Davis è una delle personalità più influenti del ventesimo secolo. Trombettista jazz, simbolo di un genere musicale, e della musica moderna, un uomo senza regole, capace di trovare all’interno delle leggi della musica una libertà creativa pressoché totale.
Ma la storia di Miles Davis è anche quella di un afroamericano eccentrico, capace di condurre piccole e grandi battaglie per l’acquisizione di maggiori diritti da parte dei cittadini americani di colore. Davis ha fatto tutto ciò vivendo a mille all’ora, seguendo il suono ondivago della sua tromba, ed il ritmo di un’anima speciale.
Ecco cosa viene raccontato all’interno di Miles: Assolo a Fumetti, una biografia scritta e disegnata da Lucio Ruvidotti. All’interno di questa graphic novel proposta da Edizioni BD ripercorriamo frammenti dell’intera vita di Miles Davis: dalle collaborazioni degli anni Quaranta con la leggenda del sassofono Charlie Parker, al periodo di disintossicazione dalle droghe pesanti negli anni Cinquanta, fino ad arrivare alla collaborazione mancata con Jimi Hendrix , ed al consolidamento della leggenda negli anni Settanta e Ottanta (comprendendo la cerimonia di premiazione del Léonie Sonning Music Prize ed una cena alla Casa Bianca assieme a Ronald Reagan).
Lucio Ruvidotti comprime in 120 pagine un’intera vita, e lo fa per frammenti, momenti essenziali, importanti per capire i principi cardine di un personaggio dalle molte sfaccettature. L’abilità narrativa di Ruvidotti è notevole, capace di comprimere anche in poche pagine momenti fondamentali, raccontati in maniera efficace, cogliendone l’essenza.
Questa essenzialità riesce ad essere il pregio, ma anche il difetto della graphic novel. Purtroppo raccontare una personalità (ed una vita) come quella di Miles Davis non è facile, e si rivela essere un’operazione ancora più difficoltosa se fatta in poche pagine. La sensazione che resta nel lettore è quella di un’ottima introduzione ad un personaggio immenso della storia della musica contemporanea (e non solo), alla quale mancano alcune decine di pagine in più, necessarie per rendere maggiormente appagante la lettura.
Certo l’abilità di Ruvidotti è notevole anche ai disegni ed ai colori: uno stile espressionista e minimale, ma attento ai dettagli, riesce a dare ritmo alla narrazione, alternando pagina ricche di vignette, con splash page capaci di dettare in maniera perfetta i tempi del racconto.
Notevoli sono anche le pagine nelle quali vengono rappresentati i veri e propri momenti di musica, e composizione, all’interno dei quali l’assenza dei dialoghi, o di qualsiasi altra onomatopea, viene sostituita da tempi narrativi e da alternanza di vignette capaci di dettare non solo il ritmo del racconto, ma anche della stessa musica suonata. Si ha l’impressione di ascoltare il jazz di Miles Davis guardando le immagini. Una soluzione notevole, figlia sicuramente di una grande padronanza della tecnica di disegno, ma anche di una fine cultura musicale.
Insomma, Miles: Un assolo a Fumetti è un graphic novel notevole a livello di soluzioni grafiche e di ritmi narrativi. Una buona introduzione per i neofiti di jazz, e di Miles Davis, ed un’interessante riscoperta per gli appassionati. Purtroppo manca quel po’ di approfondimento in più che avrebbe dato maggiore impatto e spessore al fumetto. Ma Ruvidotti ha scelto di seguire il ritmo ondivago delle note di Miles Davis, per raccontare una storia capace di viaggiare e di espandersi come un grande assolo.