Westworld 2×07: “Les Écorchés” | Recensione

Pubblicato il 5 Giugno 2018 alle 15:00

“Non abbiamo il libero arbitrio. Solo la sua illusione.”

L’azione, le idee e i quesiti filosofici della seconda stagione di Westworld si intensificano non poco in Les Écorchés, episodio ai limiti della perfezione che cambia ancora una volta le carte in tavola e dà il là ai preparativi per l’ultimo atto di questa complessa e affascinante storia.

Se era lecito aspettarsi che prima o poi il segreto della vera identità di Bernard sarebbe stata scoperta – probabilmente Charlotte aveva avuto dei sospetti fin dall’inizio della stagione – l’episodio è costellato da una serie di sequenze intensissime e colpi di scena che si susseguono alternandosi uno all’altro con una precisione quasi matematica e soprattutto senza un attimo di sosta: lo scontro fra L’Uomo in Nero e Maeve, il ritorno di Robert Ford e la sua “rinascita”, l’assalto degli androidi a Mesa, il confronto fra Dolores e Charlotte, la distruzione della banca dati nella quale sono immagazzinati i backup degli host, e soprattutto la rivelazione del contenuto del nucleo di dati nascosti nel cervello di Abernathy.

Se l’altra grande serie HBO ci aveva dato l’arrivederci con tutti i personaggi principali diretti contemporaneamente a Grande Inverno, qui Nolan mette in moto una catena di eventi che indirizzano i protagonisti verso il settore 16, zona 4, altresì conosciuto come Valle Dell’Oltre. I prossimi ultimi tre episodi promettono fuoco e fiamme, la fine si avvicina, l’inverno sta arrivando eccetera eccetera.

Ma per ora, freniamo gli entusiasmi e atteniamoci ai fatti.

Era già chiaro che la Delos avesse dato il via ad un esperimento segreto per trasferire le coscienze umane all’interno di corpi artificiali, ma adesso sappiamo che il progetto Westworld non era stato pensato tanto come “parco di divertimenti” quanto vero e proprio banco di prova allestito dalla compagnia per lo studio e la realizzazione di questa ricerca dell’immortalità. L’unico interesse in ballo quindi era quello non di studiare il comportamento degli androidi, quanto quello di mappare il cervello umano e analizzare le diverse reazioni scatenate dalle numerose possibilità offerte dal parco.

La domanda principale che sorge durante e ancor di più dopo la visione dell’episodio, però, riguarda la cronologia degli eventi, sempre più intricata: la divisone fra i due momenti principali della puntata (costituita da un lungo flashback, all’interno del quale sono inseriti i ricordi di Bernard) è una delle più ampie viste finora, con Charlotte che interroga Bernard nel tentativo di recuperare il nucleo di dati di Abernathy e il resoconto (principalmente dal punto di vista di Charlotte e Bernard – e sappiamo quanto sia inaffidabile il secondo) di quanto accaduto diversi giorni prima, quando Dolores e il suo gruppo di androidi rivoluzionari hanno assaltato Mesa per recuperare quei dati.

Ciò che è lecito chiedersi è per quanti anni dopo la morte di Arnold la fedeltà di Bernard sia stata messa alla prova da Ford tramite i colloqui con Dolores, ma per ora possiamo solo sperare che Nolan ci fornisca la risposta nei prossimi episodi. Quel che è certo è che si ha la nettissima sensazione che, ancora una volta come nel corso dei precedenti dieci episodi, ci sia qualcosa che ci sfugga. Una bomba che Nolan e Joy hanno in mente di sganciare, innescata in qualche momento imprecisato senza che nessuno di noi se ne sia accorto.

Nella prima stagione fu la vera identità dell’Uomo in Nero e la doppia linea temporale. In questa seconda, chissà.

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