Britannia – Stagione 1 | Recensione
Pubblicato il 2 Giugno 2018 alle 15:00
Dopo Vikings e The Last Kingdom, un’altra serie sull’antica Inghilterra co-prodotta da Amazon e Sky.
Terra fertile, la Gran Bretagna, probabilmente grazie alla sua secolare storia e all’incrocio di culture che hanno portato alla sua formazione. Dopo il successo definitivo di Vikings, quello delle serie storiche è ormai un campo facile da coltivare e così, Amazon e Sky, hanno deciso di investire puntando sul racconto di una Inghilterra ancora più ancestrale e primordiale, quella ai tempi dei romani, quella conosciuta come Britannia.
Cosa dobbiamo aspettarci dunque dalla serie? La trama ci propone il generale Aulo Plauzio che, nel 43 d.C (decenni dopo il fallimento di Giulio Cesare) decide di tornare in Britannia col suo esercito per riuscire finalmente a conquistarla e, di conseguenza, civilizzarla. Ad attenderlo, le due tribù celte dei Cantiaci e dei Regnensi (nemiche giurate) e gli immancabili druidi.
STORIA E MAGIA
Se pensate che Britannia vi proponga l’assedio romano e la resistenza all’ultimo sangue delle tribù celte che, superando le loro divergenze, si uniscono per combattere coraggiosamente l’invasore straniero e scacciarlo definitivamente, vi sbagliate di grosso. Britannia è storia e magia e la vera guerra rappresentata si gioca sul piano mistico: nessuna battaglia intensa alla Vikings o Game of Thrones, né assedi sanguinari ma tanta, tantissima misticità.
L’invasione romana della Britannia, tra sete di vittoria e timore per una terra che sembra stregata, è un pretesto per gli autori per portare sul piccolo schermo la fascinosa cultura celtica, coi drudi a farla da padrone. Già da questa prima stagione vediamo come le fitte trame si intersechino sul piano spirituale e mistico più che politico e sociale, con le due tribù celte a fare (almeno per ora) da contorno a qualcosa più grande di loro. L’evidenziare comunque le usanze delle tribù con due regine (che tolgono la scena dunque a re e cavalieri) resta sicuramente una fresca novità per gli spettatori, anche a dispetto delle altre serie del genere.
Tra mito e folklore dunque, in questa primi nove episodi della serie vengono presentati i protagonisti, intrecciati tra loro a coppie: le due regine rivali, Antedia e Kerra (la prima più anziana e chiusa mentalmente, la seconda giovane e ribelle), il reietto druido Divis con la piccola Cait (legati dalla sorte e da una missione da compiere), i due principi Phelan e Ania (probabilmente i più promettenti a livello di futuro per la serie) e, soprattutto, il generale Aulo Plauzio e il druido Veran. Sono questi ultimi due che sovrastano la scena rendendo lo scontro tra religioni misterioso e intenso, senza mai far capire nettamente chi è veramente dalla parte dei buoni e chi da quella dei cattivi. La verità, come storia insegna, è sempre nel mezzo.
Personaggio aggiunto, non elencato ma protagonista più che mai, è l’incredibile e mozzafiato paesaggio britannico, ricreato perfettamente sul set della Repubblica Ceca: le inquadrature dall’alto ad apertura delle scene non fanno che enfatizzare uno scenario che, visivamente ed emotivamente, non fa che richiamare a sé tutti i miti di questa tradizione. Squarci di costa, di montagne, di sterminate praterie e foreste incantano e immergono lo spettatore in quest’alone mistico che la serie vuole continuamente alimentare (imponente, in questo caso, l’aiuto del formato panoramico ad alta definizion, 1.78:1, del Blu-Ray). Ciliegina sulla torta, la riproduzione di Stonehenge, storico sito risalente al neolitico: i riti ci catapultano improvvisamente lì in quell’ancestrale cultura, almeno spiritualmente, senza muoverci dalla poltrona.
NESSUNO VUOLE ESSERE CIVILIZZATO
Questa prima stagione di Britannia ci presenta il mistico mondo celtico pre-civilizzato, con le sue tradizioni e le sue leggende mitiche, con all’interno dei personaggi e situazioni ancora non del tutto definite. Il colpo di scena dell’ultimo episodio dà la spinta narrativa ad una prima stagione che, in ogni caso, aveva assolto a pieno il compito di rapire lo spettatore. Interessante sentire, grazie alle featurette dei contenuti speciali “L’incubo pagano di Roma” e “Nascita sanguinosa della Gran Bretagna”, come la posizione di cast e produzione si allinei lanciando la serie verso una narrazione al limite del fantasy. Magia, folklore e mito: per il sangue, ci sarà sicuramente tempo.