Mary e Il Fiore della Strega | Recensione

Pubblicato il 14 Giugno 2018 alle 10:00

Una storia di crescita senza magia, o forse con tutta la magia del mondo?

Perché siamo così attratti dalle storie di magia? In letteratura così come al cinema e in tv, streghe, maghi, incantesimi, bacchette, scope volanti e quant’altro hanno “quel qualcosa” che ci permette di credere (sperare?) che esista un mondo uguale al nostro, eppure migliore. Un mondo con un pizzico di eventi inspiegabili a rendere tutto più… avvicente? Inaspettato? Potremmo dire banalmente magico.

I vari Streghe, Sabrina vita da strega, Harry Potter, Kiki consegne a domicilio hanno avuto il merito (il potere?) di dare speranza alla monotonia delle nostre giornate oppure al sentirci non totalmente a proprio agio con noi stessi e con la realtà quotidiana. Ma che succede se la magia in realtà non rientra nella storia? O meglio, non diviene la soluzione ma è il problema all’origine? Forse possiamo crearla noi stessi col nostro potere più grande (umano, non soprannaturale): il coraggio.

E’ su queste premesse che Hiromasa Yonebayashi ha costruito Mary e il Fiore della Strega. Suo terzo lungometraggio da regista, dopo Arietty e Quando c’era Marnie, il primo non per lo Studio Ghibli ma per il neonato Studio Ponoc. L’ispirazione per il film – che vede nuovamente al centro una ragazzina in fase di crescita dopo Arietty e Anna, e una streghetta dopo Kiki – arriva dal racconto per bambini La piccola scopa, scritto nel 1971 dall’autrice inglese Mary Stewart, quindi molto tempo prima della saga di Harry Potter (e di Kiki).

Yonebayashi mantiene il livello di racconto sulla storia per bambini, pur condendolo di dilemmi da adulti e scelte esistenziali. A fronte dell’esasperazione dei sentimenti tipica degli anime, e in particolare di quelli con protagonisti bambini e adolescenti, la metafora della crescita è qui ben sviscerata. La presa di consapevolezza della protagonista è tanto letterale – Mary deve iniziare la scuola in un nuovo posto dove non conosce nessuno e dove non ci sono suoi coetani nella settimana che precede l’inizio delle lezioni – quanto metaforica – frequenterà subito una scuola di magia. E la magia è il mezzo (o in questo caso l’impedimento) per raggiungerla. O ancora meglio, il prezzo da pagare. Per essere se stessa, per diventare chi vuole essere, dovrà scegliere a cosa è disposta a rinunciare. Si può davvero maturare con la magia o è solo quando se ne viene privati che si cresce per davvero? Spesso si dice che i poteri derivino dall’incanalare le proprie emozioni e i propri sentimenti; qui vi è una sorta di ribaltamento, dato che Mary imparerà che forse sono le emozioni stesse ad essere la vera magia.

Ciò che colpisce dello stile di Yonebayashi sono le scenografie. Colorate e apparentemente senza fine, si estendono oltre la tela dello schermo. Merito probabilmente anche della Dehogallery, Inc., la società specializzata in background art fondata in parallelo allo Studio Ponoc dai migliori artisti di fondali dipinti a mano dello Studio Ghibli. Ci si può perdere nelle mirabolanti ambientazioni di Mary e il Fiore della Strega, siano essere del mondo fantastico o del mondo reale. Se in Coco della Pixar erano dei petali a dividere regno dei vivi e quello dei morti, qui il confine è altrettanto labile, evocativo e delicato: le nuvole.

C’è un altro background tipico e nuovo al tempo stesso nella storia di Mary Smith – un nome inglese, internazionale, la testimonianza di un’apertura all’Europa da parte dello Studio Ponoc. Quello della sua famiglia, dalla prozia buona ma anziana, alla governante severa ma di cuore, ai genitori lontani per lavoro, al giardiniere “che se è bravo non si distingue dal giardino”. Nonchè i suoi capelli rossi, ribelli e perennemente scompigliati, perfetto specchio di lei stessa e del suo carattere. E del suo sentirsi dire quanto invece sia speciale e unica nel suo genere nell’Altro Mondo, quello a specchio sopra le nuvole, quasi fosse la Coraline della Laika.

Alla classica domanda “Chi vorresti essere da grande?” Mary non è detto che risponderebbe “una strega”. Anzi, probabilmente tutto il contrario.

Mary e il Fiore della Strega sarà al cinema dal 14 al 20 giugno distribuito da Lucky Red.

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