Volt – Che vita di mecha… tra fumetto e fumetteria

Pubblicato il 1 Luglio 2018 alle 16:00

Stefano “The Sparker” Conte, grazie a saldaPress, è riuscito a portare nei fumetti la sua storia…fumettistica.

Un fumettista ha sempre qualcosa da raccontare, delle situazioni su cui fare vignette, altrimenti non potrebbe essere definito tale. C’è chi fa gli horror, i fantasy, gli storici, o addirittura chi racconta situazioni politiche e sociali del mondo in cui viviamo. Poi si arriva all’autobiografismo, a raccontare in prima persona attraverso il fumetto le proprie vicende personali: Zerocalcare, in questo, è uno dei migliori (a dirlo sono i numeri, oltre che gli addetti ai lavori).

Nell’anno trascorso però, grazie a saldaPress, abbiamo avuto modo di fare la conoscenza di un inedito aspirante fumettista, Stefano Conte, per tutti The Sparker (e noi, di MangaForever, lo abbiamo anche intervistato all’ARF). Prendendo in mano per la prima volta la sua serie, Volt (passata prima per la trafila dell’autoproduzione) si potrebbe subito pensare di aver a che fare con la solita parodia di qualcosa di già affermato, una copia meno famosa di Rat-Man, o per giunta un semplice fumetto per bambini.

Il lascito di Leo Ortolani ai posteri è, ovviamente, grande (e questo resta comunque una cosa ben diversa dalla semplice imitazione) e sì, Volt è una serie che piace ai bambini perché piena di umorismo, personaggi simpatici e ha come protagonista un tenero robottino. Ma se pensate che il fumetto abbia solo questo da offrire, ne state usufruendo solo al 10 %.

Volt – Che Vita di Mecha, dietro una comoda superficie soddisfacente, ma non completamente veritiera, nasconde un cuore: che poi, fondamentalmente, è quello del suo autore. The Sparker si mette completamente in gioco, mascherando la storia della sua vita con l’avventura di Volt nel fumetto, proseguendo la narrazione e, al tempo stesso, maturando come persona. La vita dell’autore è fatta di fumetto, questo traspare evidentemente, e il fumetto stampato da saldaPress è fatto di vita vissuta, di quelle piccole grandi situazioni di cui tutti gli amanti dei comics  gioiscono costantemente, di cui spesso addirittura si nutrono per portare avanti un’esistenza faticosa per tutti.

I piccoli volumi della serie contengono una riflessione metafumettistica che non può lasciare indifferenti gli amanti di questa arte, per una serie che non può non piacere. C’era una volta un ragazzo, una fumetteria, un personaggio e un sogno: la storia parla, a noi, per noi… ed è bene che ascoltiate e vi lasciate raccontare.

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