Supereroi Le Leggende Marvel 36 – Giovani Vendicatori
Pubblicato il 23 Gennaio 2012 alle 11:42
La nascita dei Giovani Vendicatori, uno dei team più accattivanti del Marvel Universe, in una serie di episodi, inclusi in un volume della serie Supereroi Le Leggende Marvel, scritti da Allan Heinberg e disegnati da Jim Cheung e Andrea di Vito!
Supereroi Le Leggende Marvel – Giovani Vendicatori
Autori: Allan Heinberg (testi), Jim Cheung, Andrea Di Vito (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Provenienza: USA
Prezzo: € 9,99, 18 x 28, pp. 192, col.
Data di pubblicazione: gennaio 2012
Negli ultimi anni i Vendicatori hanno avuto una innegabile importanza nel Marvel Universe, non solo dal punto di vista narrativo ma anche da quello editoriale, considerando le varie serie e miniserie ad essi dedicate. Ciò si deve all’operato di Brian Michael Bendis, autore di punta della casa editrice, che malgrado abbia, a mio parere, stravolto e snaturato le atmosfere delle storie degli Avengers, ha comunque l’indubbio merito di aver messo sotto la luce dei riflettori il gruppo di supereroi più potenti della terra, dando vita a una vera e propria linea di mensili imperniati su differenti squadre ‘vendicative’.
Un esempio di tale tendenza è rappresentato dagli Young Avengers, team di giovani supereroi che si ispirano alle vecchie glorie, agendo però in maniera autonoma e poco avvezzi a farsi influenzare o guidare da Cap o Iron Man. Questo volume della collana Supereroi Le Leggende Marvel include i primi episodi del serial, scritti da Allan Heinberg e disegnati da Jim Cheung e Andrea Di Vito.
Innanzitutto, bisogna ammettere che le psicologie dei personaggi sono azzeccate e le loro vicende interessanti, peraltro collegate a molti importanti eventi del Marvel Universe (e questo in un periodo in cui, sotto la guida di Joe Quesada, la continuity e la coesione del mondo narrativo creato da Lee e Kirby erano trascurate!). Uno degli elementi fondamentali del gruppo è Iron_Lad, un mix di Visione (condivide nel suo hardware i banchi di memoria del celebre sintezoide) e di Iron Man, e non è altri che il futuro Kang il Conquistatore, tornato nel presente per cercare di non diventare il tiranno che tutti conoscono, adottando, appunto, l’identità di Iron-Lad.
Poi c’è Patriot, un ragazzo di colore nipote del cosiddetto ‘Capitan America nero’ (ebbene sì, nei meandri complicati della storiografia Marvel è esistito persino un Cap afroamericano). Altra componente del gruppo è Stature, cioè Cassie Lang, figlia del secondo Ant-Man, ora cresciuta e con un carattere ribelle e indisciplinato. C’è inoltre Occhio di Falco, che non è Clint Barton, ma una bruna aggressiva, abilissima con arco e frecce, e che ha deciso di adottare quel nome di battaglia per onorarlo.
Non si può ignorare Hulkling, vagamente somigliante ad Hulk e che ha la storia più inquietante: è il frutto di una notte di passione tra l’originale Capitan Marvel e la principessa Anelle degli Skrull. Di conseguenza, è un ibrido di geni kree e skrull e già i rispettivi popoli, da tempo in guerra, inizieranno a combattere per assicurarsi i servigi di cotanto guerriero. Come se non bastasse, Hulkling è gay e fa coppia con Wiccan, versione maschile e adolescente di Scarlet. Suo fratello, Speed, velocista alla Quicksilver, è invece etero convinto. Non ho citato Scarlet invano, poiché i due sono proprio i figli di Wanda Maximoff.
La natura dei character, quindi, implica parecchi legami, quasi da soap opera, con altre creazioni Marvel. Peraltro, Hulkling e Wiccan, coppia dichiaratamente gay (e pensiamo che i membri del team sono tutti minorenni!) suscitarono un acceso dibattito in America tra i lettori più conservatori. Va detto che i due non sono stati trattati in maniera provocatoria (più o meno come aveva fatto Milligan con Phat e Vivisector nella sua X-Statix) e in questo, secondo me, Heinberg ha dimostrato intelligenza, non cadendo nella facile provocazione. Nella sua ottica, infatti, i due super innamorati sono, appunto, semplicemente due ragazzi che si amano, né più né meno dei loro coetanei etero.
Le storie sono divertenti e godibili, con il giusto equilibrio di azione e introspezione, e i testi e i dialoghi ben curati. E la parte grafica è notevole. Jim Cheung, che nelle prove precedenti non mi aveva mai convinto, con Young Avengers fece un balzo di qualità, caratterizzando in maniera efficace ogni personaggio e impostando le tavole con modalità intriganti, e lo stesso vale pure per l’ottimo Andrea Di Vito. Di conseguenza, ritengo che la riproposta di questi episodi non sia affatto trascurabile e merita sicuramente un’opportunità.