Recensione – Phonx
Pubblicato il 12 Maggio 2012 alle 08:50
Proseguendo la riproposizione delle opere di Paolo Bacilieri “Black Velvet” dopo “Barokko” e “Durasagra” dà alle stampe questo “Phonx”, in origine serializzato nel 1995 sulla rivista “Blue”, edita da Coniglio.
Autori: Paolo Bacilieri
Casa editrice: Black Velvet
Provenienza: Italia
Formato e Prezzo: cm 16,5×24, 112 pagine, b/n, brossurato, 15€
Data pubblicazione: Luglio 2011
Bacilieri raccoglie negli anni ’90 l’eredità di autori come Magnus, Pazienza e Pratt, mescolandoli, come sottolineato anche nell’ottima introduzione al volume di Fausto Proietti, a situazioni e soluzioni narrative di chiara impronta Tarantiniana. Al di là di una trama apparentemente banale, la vittima di un rapimento che finisce col sopraffare ed ammaliare i propri rapitori, Bacilieri imbastisce un plot ricco di colpi di scena e situazioni surreali incorniciate da un bellissimo lettering.
L’aspetto forse più interessante di “Phonx” sono però le dinamiche psicologiche che coinvolgono i personaggi: si va da una sorta di “sindrome di Stoccolma” al contrario, per cui il carnefice finisce con l’innamorarsi della propria vittima, non potendo più farne a meno e divenendone una sorta di schiavo sessuale, alla ninfomania e necrofilia (con una scena che si rivedrà nel “Antichrist” di Lars von Trier) della protagonista, donna forte e decisa come raramente se ne vedono nel fumetto italiano. Non meno importanti e ben caratterizzati risultano i genitori della protagonista, simulacri del potere arrogante, offesi più che preoccupati dall’affronto del rapimento e costretti ad ammettere l’utilità ma forse addirittura l’esistenza del figlio ritardato in incestuoso contatto telepatico con la sorella.
Graficamente l’opera è ancora acerba, ma si notano già sprazzi di quella qualità che si vedrà in maniera compiuta nelle opere Bonelliane e non degli anni 2000.
In chiusura di volume trovano spazio tre capitoli della coeva, incompiuta e finora inedita “Marcia asciutta”, storie dalle atmosfere simili a quelle di “Phonx”, ma ancor più dissacrante ed onesta a livello di critica sociale, con anche un cameo di Tex.
Un volume imprescindibile per gli amanti dell’autore veneto, ma capace di interessare anche i lettori più “mainstream”, pur mostrando i suoi limiti.
P.S. mezzo voto in più per la presenza più unica che rara nel fumetto italiano di svariate scene di zoofilia gratuita! :-)