Il Principio di Archimede – Recensione
Pubblicato il 30 Gennaio 2012 alle 13:07
La storia risulta di estrema attualità, leggendola, si finisce inevitabilmente col pensare al naufragio del Giglio e a tutti i suoi errori umani e violazioni alla sicurezza.
Il principio di Archimede
Autori: Marco D’Aponte
Casa editrice: Tunuè
Provenienza: Italia
Prezzo: cm 17 x 24, 128 pagine, colore, brossurato, 14,70 €
Data pubblicazione: Settembre 2011
“Il Principio di Archimede” parla di mare e misteri d’infanzia che ritornano tragicamente a mettere in pericolo la vita adulta del protagonista, nel farlo, però, finisce col parlare anche dell’Italia e dell’Europa del secondo dopo-guerra, delle loro contraddizioni e difficoltà.
Allo stesso tempo, però, la storia risulta di estrema attualità, leggendola, infatti, si finisce inevitabilmente col pensare al naufragio del Giglio e a tutti i suoi errori umani e violazioni alla sicurezza.
Pregio principale dell’opera di D’Aponte, così come del libro di Dario Lanzardo da cui è tratta, è proprio quello di mostrare, con una narrazione a metà tra romanzo autobiografico e reportage giornalistico, le difficoltà della vita a bordo di una nave e la disastrosa situazione dell’intero settore navale postbellico, martoriato da navi colabrodo, armatori privi di scrupoli e capitani codardi. Proprio un capitano è la figura più riuscita e interessante de “Il Principio di Archimede”, un capitano impaurito, con qualcosa da nascondere e un peso sulla coscienza da cui non può avere tregua e che lo spinge ad un passo da decisioni estreme.
Sul piano narrativo la trasposizione dal romanzo può dirsi riuscita, anche se la notevole presenza di didascalie ne tradisce i natali extra-fumettistici, senza però appesantire eccessivamente il ritmo narrativo.
I disegni di D’Aponte sono sicuramente sufficienti e aumentano in qualità col procedere della storia, risultando impreziositi da ottimi colori in tinte pastello, capaci di sottolineare i vari momenti e toni della storia.