Pompei di Frank Santoro | Recensione

Pubblicato il 14 Maggio 2018 alle 17:00

Frank Santoro è un giovane artista americano che COMICON ha portato con Pompei in mostra al MANN – Museo Archeologico Nazionale Napoli, dal 18 aprile al 31 maggio

Flavius è un arrogante artista che vive a Pompei nell’anno 79 d.c. Marcus, il suo assistente, è un giovane che ammira l’arte del suo maestro, ma sa anche che come persona non vale molto, dato che lo usa per coprire le sue varie relazioni e lo sfrutta facendo leva sul fatto che grazie a lui un giorno potrebbe diventare un artista famoso lui stesso.

Flavius ha una relazione ufficiale con Alba, ma nel contempo intrattiene una seconda relazione, segreta, con “Principessa”, figlia di un potente nobile, che comunque nutre sincero affetto per l’artista. Marcus invece è legato a Lucia, ragazza dolce, ma forte, che è venuta con lui da Paestum per cercare fortuna insieme e magari vivere come una normale coppia quando le loro fortune miglioreranno.

Purtroppo per loro, il destino incombe sulle vite di tutti.

La storia alla base di Pompei è in realtà molto semplice, con una trama piuttosto lineare, dato anche il numero non esagerato di pagine del volume (144). Marcus e Flavius sono le due figure che animano la trama, entrambi con la loro assurda smania di superiorità rispetto agli altri, che tuttavia non li salverà dall’essere fagocitati da una forza molto più grande ed imprevedibile di loro. Questo è dunque, in sintesi, Pompei, un affresco di vita ordinaria in quella città che sarebbe divenuta famosa per essere rimasta bloccata nel tempo nel 79 d.c.; una vita ordinaria con tutte le pecche degli uomini, che tuttavia in un solo giorno sono state cancellate ed al loro posto rimangono solo le ceneri vulcaniche che le hanno coperte per sempre, rendendo quei protagonisti sconosciuti e tuttavia immortali.

Dal punto di vista artistico, direi che a un primo sguardo l’arte di Frank Santoro sconcerta il lettore, in quanto il tratto potrebbe essere scambiato per quello che siamo abituati a vedere alle fiere di fumetto, dove i disegnatori fanno qualche abbozzo di disegno, uno sketch appunto, per omaggiare i loro lettori.

Ma sarebbe un errore pensare che lo stile di Santoro sia semplicemente un insieme di abbozzi; è invece vero che quello di Santoro è un tratto che con immediatezza mostra tutta la sua forza espressiva.

I disegni di Santoro sono fantastici e la sua produzione delle figure ricorda in effetti la pittura parietale presente nelle case di Pompei che ci è giunta attraverso la forse più celebre eruzione vulcanica della Storia. Ciò in cui eccelle è poi la costruzione delle tavole, in cui riesce a inserire elementi che regalano un piano ulteriore di lettura, come il fatto che lo studio di Flavius sia pieno di tendaggi, che ricordano le scene di un teatro; ed in effetti quello che Flavius e Marcus mettono in scena spesso è uno spettacolo di farsa… Nonostante la prima impressione, ciò che riesce a dare Santoro alle sue tavole è poi un dinamismo in ogni particolare.

Chiudono il volume un riassunto storico dell’eruzione del Vesuvio che distrusse Pompei ed una postfazione del fumettista e illustratore italiano Manuele Fior.

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