Anna dai Capelli Rossi di Yumiko Igarashi | Recensione

Pubblicato il 8 Maggio 2018 alle 17:00

Dall’autrice di Candy Candy e Lady Georgie una versione manga del romanzo di Lucy Maud Montgomery

Per chi almeno negli ultimi dieci anni non avesse mai guardato Italia 1 al mattino, ecco la trama: Anna Shirley è una bambina vivace e piena di fantasia che ha avuto, anche se ha solo undici anni,  una vita difficile, avendo perso prima i genitori, due insegnanti, e poi per ben due volte le famiglie che si erano prese cura di lei e finendo, infine, in orfanotrofio; ma la vita sembra darle una nuova speranza quando Marilla e Matthew, due anziani fratelli che vivono insieme nella fattoria di Green Gables, decidono di adottare un bambino per aiutare Matthew nella fattoria. Per un fraintendimento l’orfanotrofio, tramite la signora Spencer, manda però Anna. Il carattere di Anna incanta subito Matthew e finisce per conquistare anche la severa e inflessibile Marilla, che si convince a tenerla in casa ed a darle una educazione.

Igarashi decide di tradurre il romanzo originale in tre tankobon, riuscendo a portare su carta tutti i momenti salienti dell’opera originale, ma ovviamente non riuscendo a soffermarsi molto su nessuno di essi. Il ritmo infatti è abbastanza veloce e rende la lettura molto piacevole, anche se a costo di uno scarso approfondimento psicologico dei personaggi e, soprattutto, della protagonista, che comunque riesce a trasmettere tutta la sua gioia e la sua stranezza, risultando molto simpatica fin da subito al lettore.

Siamo dunque molto lontani da adattamenti più recenti come la serie di Netflix Chiamatemi Anna, che mostra il lato oscuro del carattere della protagonista, frutto delle esperienze negative e degli abusi che ha subito.

E’ invece più vicina alla celeberrima serie TV Anna dai Capelli Rossi, la serie animata parte del progetto World Masterpiece Theater (Sekai Meisaku Gekijo) della Nippon Animation, con Isao Takahata alla sceneggiatura ed alla regia. E’ anche da tenere a mente che l’opera è solo una delle numerose reinterpretazioni di fiabe e romanzi per ragazzi realizzate dalla Igarashi nel corso degli anni, come Biancaneve, Cenerentola, La bella addormentata nel bosco, Pollicina, La piccola fiammiferaia, La sirenetta, ma anche Heidi, Il piccolo Lord, Alice nel Paese delle Meraviglie, L’uccellino azzurro e, appunto, Anna dai capelli rossi. Evidente, dunque, che l’intento di base è quello di invogliare alla lettura del romanzo originale più che dare una visione completa dell’opera.

In ogni caso i personaggi sono ben caratterizzati, anche se il charadesign potrà forse far storcere alcune volte il naso a chi è ormai assuefatto a quello della serie anime.

Ciò su cui il manga si stacca completamente dall’anime è del resto dal punto di vista grafico: bisogna ricordare che Yumiko Igarashi appartiene ai Fiori dell’anno 24 (“Il gruppo di fiori dell’anno 24” in giapponese), che riunisce le autrici nate intorno all’anno 1949 – l’anno 24 dell’era Showa –, tra le quali ricordiamo anche Waki Yamato (Una ragazza alla moda/Mademoiselle Anne – Star Comics) e Riyoko Ikeda (Lady Oscar – Goen). Il tratto è il classico stile shojo di quella generazione, con personaggi maschili efebici (Gilbert Blythe è la copia con i capelli più corti di Lowell J. Gray di Lady Georgie), linee semplici e, caratteristica peculiare della Igarashi, attenzione ai particolari nelle tavole. I disegni non fanno gridare al miracolo, ma sono comunque di buon livello, soprattutto se confrontati con le opere della sensei degli anni successivi…

Dal punto di vista dell’edizione, abbiamo un classcio tankobon Planet Manga senza extra e con un formato brossurato delle dimensioni usuali.

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