Riverdale 2×20 – Shadow of a Doubt | Recensione
Pubblicato il 5 Maggio 2018 alle 15:00
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Con l’episodio della scorsa settimana – la nostra recensione qui – a Riverdale è tornato a tenere banco il killer Black Hood. Nel bel mezzo della battaglia politica fra Fred e Hermione, la città è piombata nuovamente nel panico acuendo le mai sopite tensioni fra abitanti della zona sud e nord.
Nell’episodio di questa settimana, intitolato Shadow of a Doubt, seguiamo parallelamente da un lato Betty che, come visto nel finale del precedente episodio, inizia a sospettare che sotto il cappuccio del killer si celi in realtà il padre. Per questo si confida con Cheryl iniziando così ad investigare sui movimenti del padre durante i delitti del Black Hood.
Dall’altro seguiamo Archie che, ossessionato dal catturare finalmente il killer che aveva attentato alla vita del padre, viene sfruttato da Hiram Lodge che lo sobilla nel rimettere in piedi il gruppo di vigilanti Dark Circle. L’uomo in realtà vuole creare scompiglio in città favorendo nell’imminente dibattito pubblico la moglie.
Intanto però emerge un dettaglio importante sulla morte di Midge. La ragazza stava frequentando Fangs, un membro dei Serpents, e ovviamente, non appena la notizia si diffonde, non fa che accendere gli animi. Archie scopre quindi di aver perso il controllo del Dark Circle, prezzolato ora dallo stesso Hiram, mentre Jug cerca di scagionare il compagno divenuto il capro espiatorio.
L’escalation è rapida: durante il dibattito il Black Hood spara sulla folla, fortunatamente senza fare vittime. Betty decide quindi di confrontare direttamente il padre, Veronica invece messa bruscamente da parte dai genitori decide di appoggiare Fred Andrews. Tuttavia una vittima ci sarà e non cadrà per mano del Black Hood ma, indirettamente, per mano della folla inferocita.
Dopo un paio di episodi che non avevano saputo capitalizzare appieno le trame, Shadow of a Doubt legittima in maniera dirompente il ritorno in scena del Black Hood intrecciandolo superbamente con la trama socio-politica ad ampio respiro che aveva dominato la seconda parte di questa seconda stagione.
Il Black Hood è quindi il catalizzatore dell’escalation delle tensioni in città ma serve anche idealmente a portare alla ribalta Hiram Lodge e Hal Cooper. Il primo dopo mesi di “corteggiamento” con Archie ha finalmente mostrato la sua vera natura “scaricando” il ragazzo in favore di una pedina ben più malleabile, il Dark Circle, e avendo ormai come unico obbiettivo l’egemonia sulla città.
Di contro sceneggiatori e showrunner si giocano molto bene il personaggio di Hal in una tensione continua con Betty: più volte sia ha la sensazione che sia davvero lui il Black Hood salvo poi essere depistati.
Quello che però colpisce maggiormente dell’episodio di questa settimana è la ritrovata capacità di riportare all’attenzione degli spettatori temi sociali validi ed attuali con la sotto-trama di Fangs vittima del linciaggio “mediatico” della folla e non solo. In tal senso anche l’intervento di Fred durante il dibattito, accolto da una bordata di fischi, è una esemplificazione del clima socio-culturale attuale in cui la “gente” è subito pronta ad additare colpevoli comprovati o meno.
A soli due episodi dalla conclusione della stagione è poco probabile che vedremo una chiusura delle due trame principali ovvero quella delle elezioni e quella del Black Hood. E’ lecito però aspettarsi un cliffhanger che crei la giusta attesa per il ritorno della serie il prossimo autunno.