The Shadow – Sangue e Giudizio | Recensione
Pubblicato il 3 Maggio 2018 alle 17:00
Cosa succede quando un celebre giustiziere dei pulp finisce nelle mani del trasgressivo Howard Chaykin? Accade l’impensabile come scoprirete in questa imperdibile e dirompente miniserie pubblicata da Editoriale Cosmo!
Editoriale Cosmo ha di recente proposto alcune opere di Howard Chaykin, uno degli autori più trasgressivi e anti-convenzionali del fumetto americano. Messosi in luce in ambito indipendente con American Flagg!, Chaykin ha da sempre fatto discutere, a causa dell’elevato grado di violenza presente in molti suoi lavori e per la sua attitudine irriverente e sarcastica, non in linea con i conformismi del politically correct ormai dilaganti.
Ve ne potrete rendere conto leggendo questo volume dedicato a Shadow, uno dei personaggi più importanti della gloriosa era pulp. L’Ombra nacque in un programma radiofonico nel 1930 e da un certo punto di vista è stato il precursore di tanti giustizieri mascherati, a cominciare da Batman, e fu protagonista pure di una serie di romanzi di grande successo firmati dal suo creatore Walter B. Gibson. Nemmeno il mondo dei comics si disinteressò di lui e uno dei comic-book più apprezzati fu quello realizzato negli anni settanta dall’ottimo Mike Kaluta per la DC.
Chi è Shadow? Si chiama Lamont Cranston, è un detective e, impersonando l’Ombra, combatte il crimine senza badare ai metodi da usare, con l’ausilio di un gruppo di collaboratori, e le sue storie si svolgono di solito negli anni trenta. Negli anni ottanta la DC decise di realizzare una miniserie su di lui, affidandola a Chaykin, autore certamente in linea con la sensibilità pulp. Howard, tuttavia, fece le cose a modo suo, più o meno come succederà con Blackhawk, altra discussa opera da lui firmata per la DC.
Editoriale Cosmo, quindi, traduce Shadow Blood & Judgement, ristampata negli Stati Uniti dalla Dynamite. Chaykin, tutto sommato, non stravolge Lamont Cranston ma lo inserisce nell’America degli anni ottanta. I suoi metodi non sono però cambiati; anzi, l’Ombra è più violento di prima; ma è il mondo intorno a lui a essere mutato. Prima di tutto, i suoi collaboratori sono ancora vivi ma invecchiati. Lamont, invece, per ragioni che saranno spiegate nella storia, ha conservato forza e giovinezza.
Inoltre, la società descritta da Chaykin è popolata di psicopatici, di punk incazzati che frequentano i rock club (spassosa la sequenza con Lamont che finge di essere il leader di una band), di donne infide e sessualmente disinvolte (caratteristica tipica delle storie di Chaykin), di uomini d’affari senza scrupoli pronti a tutto pur di raggiungere i propri scopi. Un ruolo importante lo gioca un ex nemico di Shadow, immobile su una sedia a rotelle; è in grado però di entrare nella mente del figlio, un ritardato palestrato, e agire tramite lui. Si è messo in testa di impadronirsi di una bomba atomica e la situazione non promette niente di buono.
Chaykin rilegge in chiave post-moderna Shadow e il suo intero universo narrativo, ideando uno spiazzante mix di noir, hard-boiled e influssi supereroici, valorizzato da un ritmo narrativo veloce e sincopato e da dialoghi sferzanti e incisivi. Non siamo al livello dell’estremismo di Black Kiss, ma di sicuro Shadow Blood and Judgement risulterà scioccante per quei lettori che conoscono solo la versione più tradizionale di Lamont Cranston.
L’opera è da tenere d’occhio pure per i disegni. Lo stile è il consueto amalgama di elementi alla Gil Kane rielaborati da Howard, con una composizione della tavola inventiva. Le inquadrature hanno un’impostazione cinematografica e le vignette sono spesso incastonate tra loro, con onomatopee che a volte ricoprono le figure o alcuni specifici dettagli. Il risultato è avvincente e il dinamismo e la sensibilità cinetica sono gli elementi che più risaltano agli occhi del lettore.
Non si devono trascurare le consuete donnine sexy di Chaykin e in questo caso l’autore si collega all’immaginario delle pin-up alla Betty Page. Con buona pace di chi sproloquia di sessismo e maschilismo, Chaykin concepisce dunque la donna come un corpo dalle forme perfette e del tutto privo di personalità. Nel complesso, il volume è imperdibile e vale la pena tenerlo in considerazione. Da provare.