Deadpool uccide l’Universo Marvel ancora | Recensione

Deadpool torna nuovamente ad uccidere tutti i supereroi e i supercriminali della Casa delle Idee, in una nuova miniserie realizzata dagli stessi autori di Deadpool uccide l’universo Marvel !!!

Dopo il grande successo di Deadpool uccide l’universo Marvel, primo capitolo della cosiddetta “uccidologia” creata dallo scrittore Cullen Bunn, che in seguito se la rifarà anche coi classici della letteratura e con varie versioni alternative del mercenario, adesso tocca ad un’altra super-carneficina in Deadpool uccide l’universo Marvel ancora, dove a farne le spese saranno sempre i poveri supereroi della Casa delle Idee e buona parte dei supercriminali.

Stavolta il buon Wade verrà manipolato mentalmente, tanto da non rendersi neanche conto delle mattanze che andrà a compiere, diventando così un carnefice involontario e inconsapevole, utilizzato come “arma definitiva” per far fuori una volta per tutte l’intera comunità supereroica.

La trama è molto lineare ma ben costruita, e come nel precedente capitolo ci mostra man mano tutti i supereroi che soccombono sotto i colpi o le lame di Deadpool, con la particolarità che stavolta il mercenario ha delle visioni tutte sue, che gli distorcono la realtà ed edulcorano quello che sta veramente compiendo, ovvero degli efferati omicidi.

Probabilmente qualcuno storcerà il naso nel vedere alcuni tra i più iconici personaggi Marvel fatti fuori nel giro di una vignetta o due, ma lo scopo di questa miniserie ( così come della precedente ) è proprio quello di far divertire il lettore mostrando il mercenario chiacchierone intento a mietere vittime così illustri, e non imbastire delle battaglie più “realistiche”, che richiederebbero una serie di almeno quaranta/cinquanta numeri…

Teniamo conto, inoltre, che si tratta di una realtà alternativa e che quasi sempre il tono delle storie di Deadpool è volutamente esagerato e sopra le righe, come il protagonista stesso. In questo caso, tra l’altro, non sono presenti tantissime battute, in quanto la violenza e gli spargimenti di sangue sono il motore principale del racconto, che ha anche una componente drammatica. Ad essere paradossale stavolta è la situazione stessa in cui si trova il nostro Wade…

Nonostante la raffica di omicidi, Bunn riesce a non essere monotono e ad articolare la sceneggiatura in maniera avvincente, senza scadere troppo nel triviale o nel colpo di scena a effetto a tutti i costi. Tentare di bissare il grande successo del primo capitolo è stato sicuramente un rischio ed era dura immaginarsi qualcosa di nuovo da raccontare, ma invece lo scrittore è riuscito a riproporre lo stesso canovaccio costruendo però una storia differente, forse congegnata anche meglio della precedente.

Non è stato da meno anche il disegnatore Dalibor Talajic, che già faceva coppia con Bunn in Deadpool uccide l’universo Marvel, dove sfoggiava il suo tratto noir e realistico che ovviamente ritroviamo anche qui, accompagnato però dagli stili più disparati associati alle “visioni” di Deadpool, che vanno dal manga al cartoon al vintage anni ’60 o ’90, dimostrando una grande versatilità.

In questo senso una menzione d’obbligo va anche al colorista Miroslav Mrva, che si è adattato a seconda degli stili, passando da una colorazione fredda e basilare, che accentua le atmosfere cupe e violente della storia, ad altre più accese, monocromatiche o con l’utilizzo di retini, a seconda del tipo di visione che Wade aveva e si voleva rappresentare.

Se avete amato il primo capitolo dell’uccidologia di Bunn, dunque, non lasciatevi scappare questo volume da edicola edito della Panini, che di sicuro non vi deluderà.