Intervista a Werther Dell’Edera – Napoli Comicon 2018

Pubblicato il 1 Maggio 2018 alle 16:00

Il disegnatore italiano ci parlato della sua esperienza su Il Corvo: Memento Mori, e non solo.

Werther Dell’Edera è un fumettista che ha “attraversato” l’oceano e fatto ritorno. Ha iniziato la sua carriera con Eura, ed è arrivato fino alla Vertigo, lavorando su Loveless di Brian Azzarello. Marvel, Image Comics, Idw Publishing sono tra le case editrici americane con cui ha collaborato. E mentre in Italia è attivo anche con la Sergio Bonelli Editore, lo storico sceneggiatore con cui collabora da tempo, Roberto Recchioni, lo ha chiamato a condividere l’ennesima avventura: quella della miniserie Il Corvo: Memento Mori, edito in Italia da Edizioni BD, e pubblicato in contemporanea negli Stati Uniti da IDW Publishing.

Dell’Edera era tra gli ospiti del Napoli Comicon 2018. Abbiamo perciò avuto la possibilità d’intervistarlo.

Sembra che il thriller, l’horror ed il noir siano generi che hai parecchio nelle corde. Da Loveless, a Hellblazer, fino ad arrivare a Il Corvo: Memento Mori. Nutri un particolare amore per questi generi?

«Direi che è più una convenzione. Lavorando molto con i neri mi si accomuna spesso a quel genere. Però devo anche aggiungere che ho sempre guardato molti noir anni Quaranta e Cinquanta, e sicuramente hanno influenzato il mio modo di disegnare».

Hai trovato delle differenze tra il lavorare per gli Stati Uniti e per l’Italia?

«La differenza non la fa il mercato ma gli sceneggiatori. C’è chi chiede cose precise e chi dà campo libero, o quantomeno ti fa costruire assieme la narrazione».

Hai lavorato con sceneggiatori del calibro di Brian Azzarello e Mark Waid, ma sei anche un collaboratore assiduo di Roberto Recchioni. C’è uno sceneggiatore con il quale ti sei trovato particolarmente bene a lavorare?

«Con Roberto ci lavoro tanto, e con lui mi trovo molto bene. Ma in generale ho lavorato bene con tutti gli autori con cui ho condiviso un progetto. Ho avuto il privilegio di lavorare con autori di livello come Brian Azzarello e Mark Waid. Sono state delle grandi esperienze che ricordo con piacere e che mi hanno fatto crescere molto».

Hai collaborato sia con Marvel che con Dc Comics. Avresti un supereroe che ti piacerebbe particolarmente disegnare?

«Fino ad ora non ho trattato molto i supereroi, perché per Dc Comics ho lavorato su Hellblazer. Però mi piacerebbe disegnare Lanterna Verde o Capitan America».

In questo periodo sei stato impegnato su Il Corvo: Memento Mori, una miniserie che sta portando te e Recchioni a confrontarvi sia con il pubblico e la critica italiana, che con gli Stati Uniti. Che approccio hai avuto con l’opera prima de Il Corvo di James O’Barr?

«Lo lessi quando andavo al liceo, fu fantastico scoprirlo, era un fumetto intenso. Successivamente vidi anche il film. Ma l’opera di O’Barr ha un qualcosa di molto particolare anche nel suo tratto. Traspira uno spirito giovanile che in parte ho cercato di riportare sulle mie tavole. Del resto Roberto Recchioni ha scelto proprio un protagonista adolescente, e quindi questo è un fumetto che riprende tanto lo spirito dell’opera originale di James O’Barr. Ma non ho avuto timore di approcciarmi ad un’opera così importante. Ho cercato di fare del mio meglio».

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