The Rain Ep. 1-3 | Recensione in anteprima

Pubblicato il 30 Aprile 2018 alle 17:00

Una serie young adult troppo poco adulta per essere giovane.

Forte del successo delle storie young adult che oramai popolano la letteratura tanto quanto il cinema e la tv, Netflix svedese si butta su The Rain una produzione che ha tutti i crismi di questo genere, riuscendoci però davvero pochissimo.

Due fratelli rimangono per sei anni in un bunker in cui li aveva rinchiusi il padre per metterli al sicuro dalla pioggia battente, radioattiva e pericolosissima, che stava “ricoprendo” il suolo scandinavo. Il suddetto padre promette loro di tornare presto ma ora deve andare ad aiutare perché lui è l’unico che sa come fermarla, questa catastrofe biologica. La madre muore poco dopo a causa della pioggia, i fratelli capiscono che non devono più uscire e crescono nel bunker fin troppo sani di mente e soprattutto ben nutriti per essere stati sei anni senza luce solare, pur con tutte le scorte di cibo possibili. Il padre non torna ma la ragazza non si dà per vinta ed è convita che sia ancora “là fuori” pronto a dare loro tutte le risposte che cercano.

Trascorsi i sei anni, i due sono costretti a uscire per aver quasi esaurito risorse alimentari e di sopravvivenza e scoprono un mondo cambiato, con quasi tutta la popolazione decimata dalla pioggia del titolo, i resti di una civiltà scomparsa e post-apocalittica. Ovviamente in quel “quasi” è compreso un gruppo di ragazzi sopravvissuti (niente adulti in una storia yound adult) che ha creato una propria legge morale nuda e cruda: se incontrano una persona minimamente infettata, fosse anche uno di loro, è spacciata e quindi va eliminata prima che possa contagiare gli altri. Perchè questa pioggia, questo virus, sono molto contagiosi e molto pericolosi, senza via di scampo.

A metà strada fra un disaster movie a puntate e un mystery drama che vorrebbe essere un po’ Wayward Pines, un po’ The River, un po’ molti altri serial, The Rain gioca in modo troppo semplicistico e frettoloso nei primi minuti su un sacco di avvenimenti, sviluppi, decessi e trascorrere degli anni affinché la sospensione d’incredulità dello spettatore possa attivarsi spontaneamente. Tutto appare tanto forzato e costruito quanto troppo semplicisticamente sviluppato e accettato dai personaggi.

Tutto appare creato ad hoc per un target giovane e giovanile pronto ad appassionarsi alla coppia di turno e al prevedibile colpo di scena piuttosto che alla caratura della storia in sè. Gli autori hanno dichiarato che “Liberi dalle regole della società, ciascuno dei membri del gruppo è libero di essere chi desidera, ma tutti lottano con se stessi. Anche in un mondo post-apocalittico ci sono amore, gelosia e tutte le problematiche di un’età che pensavano di aver perso per sempre a causa della scomparsa del mondo così come lo conoscevano. Chi sarai diventato quando arriverà la pioggia?” Se fosse stato sviluppato un po’ meglio, questo telefilm poteva inserirsi fra i drama post-apocalittici con un minimo di verve e di invettiva, sfruttando anche il territorio come i paesi nordeuropei hanno dimostrato di saper fare con serie come Borgen, Forbrydelsen, Bron/Broen.

La prima produzione originale danese Netflix quindi delude perché, se altri in Europa come la Germania con Dark approdando sul colosso dello streaming, hanno saputo appassionare e rendere credibili le proprie storie, pur prendendo spunto da generi e narrative già visti, qui siamo troppo nell’abc della serialità, che forse andava bene negli anni ’90 per un sabato pomeriggio, ma probabilmente sarebbe stata già fuori tempo e fuori posto allora.

The Rain è creata da Jannik Tai Mosholt (Borgen, Rita, Follow the Money), Esben Toft Jacobsen (Il grande orso, Beyond Beyond) e Christian Potalivo (Dicte, The New Tenants, Long Story Short). La serie vede nel cast la partecipazione di Alba August (Reliance, Jordskott e Unga Astrid), Mikkel Boe Følsgaard (Royal Affair, Il Testamento), Lucas Lynggaard Tønnesen (Tidsrejen, Department Q: The Keeper of Lost Causes), Lars Simonsen (The Bridge, Brotherhood), Iben Hjejle (Dicte, Alta fedeltà), Angela Bundalovic (Dark Horse, Blood Sisters), Sonny Lindberg (Il Testamento, Anti), Jessica Dinnage (The Guilty – Il Colpevole, The Man), Lukas Løkken (One-Two-Three Now!) e Johannes Kuhnke (Force Majeure).

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