Roberto Recchioni e Werther Dell’Edera presentano “Il Corvo: Memento Mori” – Napoli Comicon 2018
Pubblicato il 30 Aprile 2018 alle 14:00
Ecco cosa i due autori hanno raccontato riguardo alla lavorazione del fumetto tratto dal capolavoro di James O’Barr.
La pubblicazione de Il Corvo: Memento Mori è stato il grande annuncio dello scorso Lucca Comics & Games. Ad un paio di mesi di distanza la miniserie di Edizioni BD scritta da Roberto Recchioni e disegnata da Werther Dell’Edera è arrivata al suo terzo numero (disponibile in anteprima al Comicon) sia in Italia che negli Stati Uniti (dove i diritti sono detenuti da IDW Publishing). Il Napoli Comicon 2018 è stato anche l’occasione per fare un primo bilancio della miniserie, e per permettere al pubblico d’interagire con gli autori Roberto Recchioni e Werther Dell’Edera.
Che tipo di rapporto avete con il fumetto originale di James O’Barr?
Dell’Edera: «Apprezzo Il Corvo da sempre. Ha un qualcosa di giovanile che prende molto e si riflette anche sui disegni. Anche io ho cercato, quantomeno nell’espressività dei personaggi, di rendere questo tipo di caratteristica. Devo dire che sono stato sereno nell’approccio ad un’opera così importante».
Recchioni: «Adoro il fumetto di O’Barr, è un Hellblazer punk. Ma a dire il vero è stato il film con Brandon Lee a consegnare quest’opera alla leggenda».
Roberto, com’è stata la genesi de Il Corvo: Memento Mori?
Recchioni: «Inizialmente avevo scelto come protagonista un prete alla Clint Eastwood, ma mancava la componente adolescenziale, perciò ho deciso di fare un protagonista adolescente. Il prete comparirà comunque, ma nel terzo numero».
Roberto, come ti sei rapportato al fatto che Il Corvo: Mementi Mori sarebbe uscito in contemporanea sia in Italia che negli Stati Uniti?
Recchioni: «È la prima volta che mi trovo a scrivere all’americana, ovvero venti pagine alla volta ogni mese. L’aspetto negativo di questo tipo di produzione è che il lettore si trova di fronte ad un’opera che si completerà nel tempo, quindi non fruibile tutta in una volta. Aspetto perciò l’uscita del quarto numero per capire il giudizio definitivo del pubblico».
Werther, com’è stato il tuo approccio al soggetto ed alla sceneggiatura di Recchioni?
Dell’Edera: «Direi buono, a parte il momento in cui avevo già realizzato il character per la versione con protagonista il Corvo più adulto. Ad un certo punto Roberto ha cambiato idea proponendomi un protagonista adolescente. Ho quindi dovuto cambiare completamente l’approccio al personaggio ed alla sua fisicità».
Roberto, perché hai scelto di mettere la tematica religiosa al centro della miniserie?
Recchioni: «Io sono un autore politico, e l’horror da sempre usa le paure della società per renderle metafora delle proprie storie. In questo caso ho quindi sfruttato il terrore nei confronti dei terroristi come paura della nostra società da mettere al centro della storia. Del resto è quello che ha fatto lo stesso O’Barr, considerando che all’epoca in qui ha scritto il suo fumetto per le strade di Detroit o New York si rischiava di morire per un nulla, e senza alcuna colpa. Però, devo anche aggiungere che la vera nemesi de Il Corvo: Memento Mori la vedrete solo nel quarto e ultimo numero. E lì capirete un po’ di cose».