Recensione Alice attraverso lo specchio – Rizzoli/Lizard
Pubblicato il 3 Giugno 2010 alle 12:38
Autori: Lewis Carroll, Kyle Baker.
Casa editrice: Rizzoli Lizard.
Provenienza: USA.
Prezzo: 15,00 Euro.
Ennesima rivisitazione della bellissima novella di Lewis Carroll, uscita molto opportunamente a ridosso del recente blockbuster cinematografico in 3D ad opera di Rizzoli/Lizard, ma in origine pubblicata addirittura nel 1990 su Classic Illustrated; poco cambia, visto che il romanzo è del 1871 (“Alice nel paese delle meraviglie”, il primo, è del 1865 mentre “”Alice attraverso lo specchio” ne sarebbe il seguito).
Kyle Baker si è soprannominato molto modestamente “il più grande cartoonist di tutti i tempi” e dalla sua avrebbe anche otto Eisner Awards (uno dei quali per il noto “Perché Odio Saturno”) e ben cinque Harvey Awards (oltre a svariati titoli meno conosciuti), per supportare tale auto-incensamento; a questi andrebbero anche aggiunti una sterminata serie di collaborazioni con importanti editori (tra cui la Marvel, la DC e la Image), numerosi giornali e testate fumettistiche (tipo MAD Magazine, Esquire, The New York Times), nonchè network televisivi e cinematografici (Warner Brothers, HBO, Disney Channel), ma il risultato finale, almeno per questa sua prova, è tutto tranne che entusiasmante.
Rimane sicuramente, di buono, quanto fatto da Lewis Carroll e tanto dovrebbe bastare, peccato perché le illustrazioni che accompagnano il testo di per sé non sono brutte (non ci sono le vignette coi dialoghi come nei fumetti, il testo è riportato al di fuori delle immagini, trattandosi in pratica di un romanzo illustrato), ma la riproduzione fotografata non aiuta; probabilmente gli impianti originali in vent’anni si sono persi per strada, e nonostante l’effetto finale non sia così orrendo, di certo la qualità complessiva ne risente, complice anche una colorazione di partenza decisamente poco variegata, con tre/quattro colori usati oltre al bianco e al nero e senza nessuna sfumatura, con risultato finale quasi piatto e dai toni freddi e cupi (di sicuro accentuati dalla stampa fatta senza le pellicole).
Chissà, forse vent’anni fa e stampata come si deve, l’avremmo anche apprezzata diversamente, oggi emerge invece un mondo al di là dello specchio poco colorato e quel poco, pure abbastanza scuro, nel complesso più sgradevole che vivace (che fosse un effetto voluto fin dall’inizio?); buoni i testi, ovviamente su quelli originali di Carroll non si discute, ma a vedere questa versione specifica (chiaramente riadattata), la traduzione sembrerebbe abbastanza riuscita, se si considerano tutti i neologismi di cui l’opera è pregna (ma ammetto di non aver mai letto il romanzo originale per poter fare paragoni più precisi).
Restano sicuramente affascinanti i vari personaggi incontrati da Alice in questa sua seconda avventura, come i gemelli Tweedledum e Tweedleedee con i loro dialoghi al limite del non-sense (in perfetta sintonia con tutta l’opera del resto), la Regina Bianca che ricorda le cose prima che succedano, l’uovo gigante Humpty Dumpty che non si smuove dalla cima del suo muro, un cavaliere bianco incapace di stare in sella, una sfuggente Regina Rossa, il Ciarlastrambo, lo Strizzabanca e fiori parlanti che non le mandano certo a dire le cose; tutto calato in un’atmosfera surreale che più surreale non si può e che vede Alice correre su una scacchiera, poi in treno, poi per mare, sfumando come nei sogni da un posto all’altro, da una situazione all’altra e da un personaggio bizzarro all’altro, lanciata con la sua folle corsa verso una corona da Regina.
Molto interessante anche la post-fazione ad opera di Paolo Interdonato (una trentina di pagine, contro la cinquantina della graphic novel vera e propria), dove oltre ad alcuni cenni storici utili per inquadrare il periodo in cui è stata scritta l’opera originale e una breve biografia dell’autore, vengono gettate molte luci (e anche qualche ombra) proprio su Charles Lutwidge Dodgson ovvero Lewis Carroll; oltre all’origine curiosa del suo soprannome, una volta diventato scrittore di novelle (era un ingessatissimo insegnante al Christ Church College di Oxford), viene rivisitato il suo lungo e travagliato rapporto col sublime illustratore di entrambi i romanzi, John Tenniel (le cui illustrazioni vengono appunto messe a confronto con quelle di Baker, a testimoniare la perizia con cui quest’ultimo le ha riprese).
Molto buona l’edizione, se si eccettua purtroppo la colorazione, ma ottima carta patinata e stampa, rilegatura a filo refe e bandelle, ma al di là di della sua pregevolezza, forse la verità è che questa reinterpretazione non aggiunge nulla di veramente significativo al romanzo originale; può essere però un buono spunto per accostarvisi per la prima volta, magari incuriositi proprio da questa versione che non si può dire del tutto riuscita.
Totale: 7