Batman Ninja di Junpei Mizusaki | Recensione in anteprima Napoli Comicon 2018
Pubblicato il 1 Maggio 2018 alle 15:00
Durante il Napoli Comicon 2018 abbiamo avuto l’occasione di assistere all’anteprima pubblica di Batman Ninja.
Diretto da Junpei Mizusaki e scritto da Kazuki Nakashima, Batman Ninja è uno spettacolo visivo che prende alcuni dei personaggi fondamentali del DC Universe e li rilegge attraverso l’ottica orientale, spedendoli indietro nel tempo all’epoca del Giappone feudale. All’inizio del film c’è un incidente con una macchina del tempo – o meglio dislocatore spazio-temporale – che ovviamente coinvolge Batman, il quale dovrà cavarsela in un’epoca diversa e in un mondo completamente nuovo, che non prevede i suoi tipici gadget né tanto meno le comodità tecnologiche della Batcaverna.
Al di là dell’interessante mix che vede coinvolte una delle massime icone dell’intrattenimento occidentale (il supereroe) con gli stilemi non solo di un periodo storico fra i più affascinanti ma soprattutto con il timbro narrativo della massima forma d’arte commerciale orientale (l’anime), il film è semplicemente sfavillante dal punto di vista visivo e l’animazione lascia a bocca aperta per qualità e livello di dettaglio: dal cielo alla vegetazione, dalla linea dell’orizzonte a quelle che tratteggiano le espressione facciali, senza dimenticare il design dei personaggi e la cura dedicata alla realizzazione delle armature; tutto è studiato nei minimi particolari e costruito con il massimo livello di dedizione possibile.
Ma la rivisitazione del mito di Batman in chiave jidai geki non si ferma ovviamente all’aspetto visivo: le coreografie delle scene d’azione diventano quanto di più lontano possibile da quelle alle quali il pubblico occidentale è abituato -e che quindi ci si aspetterebbe di vedere – avvicinandosi in maniera concreta ai territori resi universalmente celebri da film come La Tigre e il Dragone o La Foresta dei Pugnali Volanti. Tutto viene inglobato dall’alone di realismo magico tipicamente giapponese, e se sulla carta il connubio fra queste atmosfere e Batman e compagnia non avrebbe dovuto funzionare – data la natura poco magica di questi personaggi, strettamente legati alla strada e ai vicoli di Gotham e che nessuno avrebbe mai immaginato di vedere in questo contesto – sullo schermo, invece, funziona alla grande.
Dal punto di vista narrativo la trovata più interessante – al di là dello sfasamento temporale – è quella di essere riusciti a riportare Batman alla sua vera essenza, non solo per quanto riguarda l’elemento investigativo ma soprattutto quella natura da self-made-man di swiftiana memoria: senza i suoi gadget ipertecnologici, sui quali generalmente Batman basa le sue strategie e le sue vittorie, il supereroe dovrà trovare dei nuovi modi per salvare il Giappone del 1600 dai supercriminali dei nostri tempi.
Oltre a Joker e Harley Quinn, il Cavaliere Oscuro dovrà infatti vedersela anche con la maggior parte della galleria dei suoi nemici, inclusi Gorilla Grodd, Poison Ivy, il Pinguino, Due Facce e il possibile villain del prossimo film live-action di Batman diretto da Matt Reeves, Deathstroke. Tutti hanno uno scopo nella sceneggiatura e il montaggio frenetico ci guida fino all’ultimo atto, dove l’adrenalina raggiunge dosi così stratosferiche da risvegliare i morti (se questo film fosse uscito prima del ’95, probabilmente Vincent Vega l’avrebbe proiettato per rianimare Mia Wallace).
Ma soprattutto, al di là di ogni pippone da critico cinematografico, vi posso assicurare che Batman Ninja va visto per una sola cosa e una soltanto: il Cavaliere Oscuro in versione samurai … cosa può esserci di più figo di questo?