Intervista a Prenzy: “Le mie vignette antifasciste per smuovere le coscienze”
Pubblicato il 23 Aprile 2018 alle 13:30
Il fumettista palermitano ci ha raccontato della nascita e sviluppo del suo percorso artistico, e dell’importanza del lanciare forti segnali sociali durante questi tempi bui.
Francesco “Prenzy” Chiappara fa parte di quel gruppo di fumettisti emergenti (anzi, già ampiamente emersi) della “scuola” palermitana dei fratelli Rincione. Non a caso lui ed i Rincione sono emersi nello stesso periodo grazie ad un collettivo artistico chiamato Pee Show, fondato da loro stessi alcuni anni fa.
Oggi Prenzy è diventato una figura di riferimento anche per chi i fumetti non li legge. Il disegnatore palermitano infatti, soprattutto negli ultimi mesi, è salito alla ribalta social grazie alle sue illustrazioni antifasciste. Ed in un periodo in cui si parla spesso di giovani distanti dalla politica, messaggi del genere colpiscono doppiamente.
Abbiamo avuto la possibilità d’intervistarlo durante il Cosenza Comics and Games 2018 (svoltosi dal 20 al 22 aprile presso la Città dei Ragazzi), dove era presente assieme alla casa editrice Bugs Comics, per la quale ha disegnato una storia pubblicata all’interno del volume antologico Gangster.
Ciao Francesco, benvenuto su MangaForever. Partiamo dal principio: com’è iniziato il tuo percorso di fumettista?
Ciao a tutti. Dunque, subito dopo aver frequentato la Scuola del fumetto di Palermo ho iniziato a lavorare per gli Stati Uniti. Nel frattempo, ho fondato assieme a Giulio Rincione e Lucio Passalacqua il collettivo Pee Show, che si è poi inserito in Shockdom. Da lì ho iniziato a farmi conoscere anche in Italia.
Considerando che sei nato artisticamente grazie ad un collettivo formato a Palermo, hai notato negli ultimi anni una crescita esponenziale dei fumettisti del sud Italia?
Sì, e credo che il web abbia aiutato molto. Personaggi come Labadessa ed i Rincione sono esplosi grazie ai social network, ed anche la mia carriera è nata sui social grazie al collettivo Pee Show, fondato nel 2013.
Com’è nata l’idea delle tue illustrazioni anti-fasciste, diventate così virali sui social negli ultimi mesi?
Frequento da sempre i centri sociali, e le realtà anti-fasciste. Ho sempre voluto tenere questo aspetto di me lontano dal lavoro, però negli ultimi tempi ho sentito l’esigenza di mandare un messaggio diretto. Questa cosa ha causato consensi e dissensi, ma sono rimasto contento quando, dopo essere stato bannato per l’illustrazione sui fatti di Como, il popolo social mi ha supportato rendendo quell’immagine virale.
Pensi che gli artisti possano ancora smuovere le coscienze?
Certo. La potenza dell’immagine è fondamentale, soprattutto di questi tempi.
Come vedi il futuro, soprattutto sul versante politico?
Non m’interesso di politica istituzionale, mi dedico solo all’ antifascismo. Mi auguro che da questi tempi bui possa emergere un movimento dal basso che non si affidi al populismo, capace di generare un riscatto sociale.
Ti sei divertito a disegnare il fumetto di Pietro Battaglia dedicato a Berlusconi?
Sì, moltissimo. Poi la sceneggiatura di Dario Sicchio si prestava parecchio ad un’interpretazione sopra le righe.
Quali sono le storie ed i generi che prediligi disegnare?
Adoro il grottesco, la realtà deformata, anche se, ad esempio, con #Like4Like (realizzato per Shockdom assieme a Marco Rincione ndr) ho utilizzato una tecnica più pittorica.
Quali sono i tuoi punti di riferimento artistici?
Alex Toth su tutti, poi Andrea Pazienza e tutto il movimento italiano indipendente, anche se a livello di stile non si nota molto nel mio segno.
Quali saranno i tuoi prossimi progetti?
Sono top secret, però posso rivelare che sto facendo delle prove per un progetto mainstream di genere action per gli Stati Uniti.
Grazie Francesco.
Grazie a voi!