Star Wars: Darth Vader and the Lost Command n. 1-5 – Recensione USA
Pubblicato il 18 Gennaio 2012 alle 10:30
La Repubblica è stata deposta e l’Impero galattico domina la galassia con pugno di ferro. Il decaduto cavaliere Jedi Anakin Skywalker è ora il malvagio Lord Sith Darth Vader, devoto all’Imperatore Palpatine e al Lato Oscuro della Forza, ma il suo animo è ancora attanagliato da dubbi e rimorsi.
Star Wars – Darth Vader and the Lost Command n. 1-5
Autori: Haden Blackman (testi); Rick Leonardi (disegni); Daniel Green (chine); Wes Dzioba (colori); Tsuneo Sanda (copertina); Douglas Wheatley (copertina alternativa).
Casa editrice: Dark Horse
Provenienza: USA
Prezzo: $ 3,50
Data di pubblicazione: Gennaio-Maggio 2011 (USA)
É trascorso dunque poco tempo dai fatti de La Vendetta dei Sith, terzo episodio della più celebre saga nella storia del cinema. Ricorderete l’Ammiraglio Tarkin, il crudele amministratore della Morte Nera interpretato nell’Episodio IV dal compianto, grandissimo Peter Cushing. La scomparsa di uno Star Destroyer comandato dal figlio Garoche è il mistero attorno al quale ruota questa mini di cinque numeri scritta da Haden Blackman che si sta mettendo in mostra di questi tempi come co-autore della splendida serie regolare di Batwoman per la DC insieme a J.H. Williams III.
L’Imperatore invia nel sistema di Atoan, alla ricerca dello Star Destroyer, Darth Vader e il Capitano Shale ma tra i due non corre buon sangue. Sbaragliate le prime difese, Vader incontra la bellissima Lady Saro, leader religioso del sistema, che promette di guidarli da Tarkin se in cambio verrà nominata sovrana di Atoan. Il Sith accetta ma qualcuno fa il doppio gioco e lo attende un tradimento.
La storia orchestrata da Blackman è semplice ed in perfetto stile Star Wars, con un ottimo equilibrio tra l’action e l’introspezione dei personaggi. A rendere la narrazione ancor più cinematografica, l’assenza di balloons-pensiero e di didascalie. C’è spazio solo per i dialoghi, diretti e concisi.
La sceneggiatura è ben interpretata da Leonardi, visto all’opera su diverse testate DC e Marvel, col suo tratto spigoloso, affusolato, asimmetrico e fortemente dinamico. Belli i giochi di luce di Dzioba e l’ombreggiatura di Green soprattutto sul costume di Darth Vader, definito da nero e blu, e sul volto segnato di Anakin che ricorda certe illustrazioni di Frank Miller.
Sul piano della spettacolarità, l’Impero mette in campo tutto il suo arsenale, dalle cannoniere ai caccia leggeri passando per i quadropodi AT-AT e i maneggevoli motospeeder. I veicoli sono quelli che vedevamo usare dai repubblicani durante le Guerre dei Cloni e non hanno ancora l’aspetto della futura guerra civile con l’Alleanza Ribelle. Anche i soldati indossano le tenute dei cloni e sembrano assomigliarsi tra loro ma è difficile dire con esattezza se si tratti del vecchio esercito.
La parte più interessante della storia è naturalmente il percorso interiore di Darth Vader. Durante una scena di battaglia in cui lo vediamo sterminare gli avversari con la spada laser, esclama: “Sono Darth Vader. Sono un Signore Oscuro dei Sith. Sono la morte!” Non sembrano certo proclami tipici del glaciale guerriero che abbiamo conosciuto nella parte finale dell’esalogia cinematografica. E’ un Vader ancora giovane, rabbioso ed emotivo, tormentato da sogni e immagini di Padmé e di come avrebbe potuto essere idilliaca la sua vita se le cose fossero andate diversamente.
Visioni illustrate con uno stile diverso dal resto della storia, attraverso un’illuminazione calda e paradisiaca. I tratti di matita alla base del disegno sono in bella mostra a rendere le figure eteree e l’atmosfera in netto contrasto con la cruda tangibilità del mondo reale.
É una miniserie riuscita e divertente con tutti gli ingredienti tipici della saga mescolati nel modo giusto e totalmente priva di certe trovate puerili che ogni tanto ammorbidiscono qualche tassello dell’immenso mosaico di Star Wars, sia nella serie cinematografica che nell’expanded universe. Consigliata soprattutto ai fans che conoscono bene i trascorsi del protagonista e troveranno interessanti i risvolti interiori che lo spingeranno a diventare uno dei villains più amati di tutti i tempi.