Nailbiter Vol. 4 – Sete di Sangue | Recensione

Pubblicato il 18 Aprile 2018 alle 17:00

I misteri e le violenze a Buckaroo continuano, ma nel frattempo anche ad Atlanta è spuntato un nuovo serial killer.

Quale migliore apertura per il quarto volume di Nailbiter se non un episodio a tema halloweeniano?! Mentre lo sceriffo Crane sta vegliando in ospedale sulla figlia Alice, rimasta ferita in chiusura del volume precedente, il Mangiaunghie Edward Warren si sta preparando a ricevere la visita di un gruppo di ragazzini in maschera intenzionati a fare “dolcetto scherzetto”, o anche qualcosa di più.

La fama di Warren è grande a Buckaroo, ed i più giovani si divertono a fare prove di coraggio che consistono nel bussare alla porta di casa del Mangiaunghie, o direttamente a entrarci senza chiedere il permesso. Ma questo sarà solo lo spunto iniziale di un volume nel quale protagonista non sarà solo la città di Buckaroo, ma anche la grande Atlanta, nella quale si sta aggirando un pericolosissimo serial killer, soprannominato l’ammazzadiavoli (per via della tendenza a travestire da diavolo le proprie vittime). I sospetti sembrano andare su un presunto ex cittadino di Buckaroo, ma dietro la nuova catena di omicidi ci sta ben altro.

Il quarto volume di Nailbiter continua sul canovaccio precedente, cercando però di allargare il raggio di azione. Il leitmotiv di Sete di Sangue è il “senso di condanna” che gli ex cittadini di Buckaroo nutrono nei confronti dell’appartenenza alla propria città. Un malessere così forte da indurre molti di essi ad emigrare da Buckaroo per rifarsi un’identità.

Joshua Williamson cerca infatti di allargare la prospettiva ed il punto di vista sulla città dei serial killer, mettendo in risalto la percezione che il resto degli Stati Uniti nutre nei confronti di Buckaroo e di chiunque vi appartenga. Ed il nuovo scenario prospettato dall’autore e co-creatore della serie è piuttosto intrigante. L’ambientazione metropolitana di gran parte del volume porterà il lettore all’interno di un intrigo (auto-conclusivo) nel quale la comparsa del nuovo serial killer farà per qualche decina di pagine distrarre dal punto focale dell’intero fumetto, ovvero: chi è il nuovo serial killer di Buckaroo?

Tutto però convergerà verso lo stesso punto: il serial killer di Buckaroo e quello di Atlanta sono connessi fra di loro, ed a legarli c’è qualcosa di profondo e misterioso.

Warren il Mangiaunghie continua ad essere il personaggio cardine della serie, ma a mettersi in evidenza in Sete di Sangue saranno anche l’agente Finch, e la poliziotta Abigal Barker, la quale vive un complesso alla American Psycho, in bilico fra realtà e sadica fantasia.

Ad accompagnare i testi impeccabili e dal grande ritmo di Williamson ci sono i disegni di  Mike Henderson, co-creatore della serie, il quale propone in questo volume uno stile ancora più spigoloso, e che, grazie anche ad i vivaci colori di  Adam Guzowsky, riesce ad alleggerire il carico di violenza e di splatter che in questo volume sono ancora più intensi.

Nailbilter continua a proporre una trama ricca d’intrighi, ma ancora lontana dall’arrivare ad una risoluzione. Però, a differenza di altri fumetti prodotti dalla Image Comics, questa serie riesce a non dilatare eccessivamente i tempi narrativi, ed a intrigare il lettore, invitandolo ad addentrarsi sempre più nella violenta e misteriosa Buckaroo. Insomma, una lettura che merita l’attenzione degli appassionati di fumetti, e di horror in particolar modo.

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