Il Sangue dei Codardi Vol. 1 – Historica 66 | Recensione
Pubblicato il 14 Aprile 2018 alle 10:00
Si possono coniugare le atmosfere del romanzo storico con gli stilemi tipici dei racconti polizieschi? Certo che si può e ce lo dimostra il bravissimo Jean-Yves Delitte con il primo ciclo narrativo de Il Sangue dei Codardi, capolavoro bd pubblicato nella collana Historica!
Ogni volta che recensisco un volume della collana Historica di Mondadori Comics rischio di ripetermi, dal momento che propone materiale di qualità eccellente, quasi sempre di area francofona. Pure stavolta sono costretto a farlo, considerando che Il Sangue dei Codardi, scritto e disegnato da Jean-Yves Delitte, è un’opera di grande livello. Come nel caso degli altri fumetti finora presentati, si inserisce in un preciso contesto storico, descritto e rappresentato con rigore e accuratezza, ma c’è qualcosa di più.
La vicenda, infatti, ha le caratteristiche di un poliziesco, se non di un vero e proprio thriller. Delitte ha mixato gli stilemi del romanzo storico e quelli della narrativa crime in maniera intrigante. L’anno in cui inizia la trama è il 1641 ma bisogna specificare che diverse sezioni della story-line avvengono in anni successivi e compongono un mosaico narrativo coinvolgente. Una parte delle avventure del protagonista, il maggiore Arthur J. Joyce Byron, si svolgono in Gran Bretagna; ma un’altra parte dell’opera ha a che fare con il contesto suggestivo delle Indie Orientali.
Ci sono inoltre numerosi elementi che, ai fini della trama, risultano rilevanti. Per esempio, il diario di un uomo ucciso nelle Indie Orientali; il personaggio principale, Arthur, che deve indagare su alcuni efferati omicidi e soprattutto le macchinazioni e gli intrighi illeciti di una compagnia olandese. Peraltro, gli omicidi in questione si distinguono per la crudeltà e l’efferatezza. Qualcuno, definito ‘il macellaio’, ha fatto a pezzi le vittime, con modalità che sembrano quasi anticipare quelle del famigerato Jack lo Squartatore.
Con questi dettagli disparati, Delitte concepisce una storia avvincente, caratterizzata da un incedere volutamente lento. L’autore si concentra sugli indizi, evidenziando pian piano i collegamenti tra essi che, almeno in principio, non sembrano far parte di un unico sconvolgente schema. Nello stesso tempo, descrive una società compromessa dai pregiudizi sociali e razziali (il tema della discriminazione inglese nei confronti degli abitanti delle Indie Occidentali emerge spesso nel corso del racconto) e analizza in profondità la psicologia dei protagonisti.
Sono quasi tutti uomini duri, fieri e sprezzanti, pronti a tutto pur di raggiungere i propri scopi. Le donne appaiono poco e restano sullo sfondo, come figure subordinate e considerate minoritarie dalla società britannica. Il volume include il primo ciclo narrativo e, senza spoilerare, specifico che si chiude con un incredibile colpo di scena che non lascerà indifferente nessuno. Testi e dialoghi sono profondi e introspettivi, influenzati dallo stile dei romanzi epistolari. Possono a tratti risultare verbosi ma nel complesso ben si adattano all’atmosfera d’epoca evocata dall’autore.
Delitte si occupa pure dei disegni e ha svolto un lavoro eccezionale. Il tratto è naturalistico e accurato, la cura per i dettagli è encomiabile ed è evidente nelle illustrazioni a tutta pagina che rappresentano le ville d’epoca, le navi, le immense distese dell’oceano, i paesaggi della campagna britannica o quelli delle intimidenti giungle dell’Isola di Giava. Ma anche i primi piani dei character sono riusciti e in questo caso Delitte insiste sugli sguardi e le espressioni facciali, con una sensibilità quasi cinematografica.
I colori sono sempre responsabilità di Delitte. Predominano le sfumature tenui, eteree, forse ispirate all’arte paesaggistica dell’ottocento, e conferiscono un tocco di eleganza e raffinatezza alle matite. Insomma, Historica, per l’ennesima volta, propone una serie di grande spessore che non mancherà di entusiasmare gli estimatori del fumetto di area franco-belga. Da non perdere.