Dracula – Le Parodie Collection 4 | Recensione

Pubblicato il 17 Aprile 2018 alle 10:00

Barbaietole soprannaturali e conti vanitosi…

Dopo aver omaggiato la grande serialità televisiva con il precedente numero, Twin Pipps – la nostra recensione quiLe Parodie Collection ritorna a omaggiare la grande letteratura, proponendo, in questo quarto numero, Dracula ovvero la recente Dracula di Bram Topker apparsa in due tempi su Topolino 2945, dell’8 maggio 2012, e su Topolino 2946, del 15 maggio 2012.

Jonathan Ratker (Topolino) si reca in Transilbarbabietolania per incontrare il Conte Vlad III della Malacchia Nera (Macchianera) concludendo così un affare che porterà il misterioso Conte ad acquistare delle proprietà a Londra. Con il passare dei giorni Ratker si sente sempre più prigioniero del Conte che intanto ha iniziato a mostrare particolare attenzione per la sua promessa sposa Minnina Murray (Minni).

Approdato a Londra prima di Ratker, il Conte cerca di avvicinarsi a Minnina tramite l’amica Clara-Lucilla (Clarabella) stregandola scatenando in lei la terribile dipendenza da… barbatietola!

Preoccupata dall’ossessione dell’amica, Minnina chiede aiuto a Buz Setton (Basettoni), Rocky P. Sassis (Rock Sassi) e Horace Sorchwood (Orazio) con i quali ingaggia il bislacco professore Pippo Van Helsing (Pippo) specializzato in stranezze soprannaturali e verdure. E’ proprio Pippo a svelare la vera natura del Conte: si tratta di un Nonpiantatu, un mostro che, sussurrando all’orecchio delle sue vittime ricette a base di barbabietole, scatena in loro questa insana dipendenza fino alla trasformazione in ortaggi non-viventi.

La cura è una soltanto ma è pur sempre un palliativo: aglio. Intanto Tokper è fuggito dal castello ed è ritornato a Londra, ma Minnina, pronta a riabbracciarlo, commette un grave errore: libera la stanza di Clara-Lucilla di tutto l’aglio! Con Clara-Lucilla fuori gioco, il Conte quindi decide di rapire la promessa sposa di Topker il quale non ha altra scelta se non quella di affrontare, coadiuvato da Pippo Van Helsing, direttamente il nonpiantatu.

Inizierà così una corsa contro il tempo per piantare aglio nei giacigli londinesi del Conte, impedendogli così di rigenerarsi, con lo scontro finale si svolgerà invece in Transilbarbabietolania coronato dall’immancabile lieto fine.

Bruno Enna omaggia uno dei romanzi gotici ed horror più famosi al mondo prendendo in realtà spunto dalla sua trasposizione cinematografica del 1992 – Dracula di Bram Stoker di Francis Ford Coppola – per ritmo e costruzione di questa sua parodia.

Ma il lavoro dell’autore sardo è davvero, davvero eccezionale sotto molteplici punti di vista. La fedeltà al materiale originale, e al dinamismo della controparte cinematografica, si sposa con una rielaborazione degli aspetti caratteristici della storia assolutamente stupefacente.

I vampiri che diventano ortaggi – e di conseguenza il sangue diventa barbabietola – è il cardine attorno a cui ruotano una serie di gag e battute finissime e mai banali – il Conte che non si specchia ma chiede a Topker se il parruccone è a posto o ancora il Conte che si trasforma in sanguisuga/esattore delle tasse – in cui i personaggi svolgono alla perfezione il ruolo assegnatoli dalla parodia.

Non solo i protagonisti Topolino, Minni, Macchianera ma soprattutto i personaggi secondari si rivelano azzeccatissimi – Gambadilegno e le sue lime sono un cortocircuito incredibile ma anche Basettoni – tuttavia come spesso accade è Pippo a rubare la scena interpretando un Van Helsing, già Anthony Hopkins, dinoccolato e tanto esperto in temi soprannaturali che di ortaggi.

Quello che colpisce però di questa parodia è la capacità dei personaggi spesso di “uscire” dai ruoli che interpretano e, pur non sfondando effettivamente la quarta parete, di muoversi sul sottile confine che li separa dal lettore e soprattutto dalla parodia stessa come ad esempio i vari epiteti con cui Pippo Van Helsing descrive Clara-Lucilla.

Ad accompagnare il lavoro sopraffino di Enna ci sono le matite di Fabio Celoni ed i colori di Mirka Andolfo.

Il disegnatore lombardo modula il suo stile fra influenze gotiche, con chiaroscuri e figure che dominano la scena, con la “semplicità” dell’anatomia disneyana. Non disdegnando né l’azione – moderata ma incalzante – né qualche scena tipicamente horror – il Conte che ammantato si presente nella stanza da letto di Clara-Lucilla – la tavola è lo strumento per mantenere la narrazione più lineare e scorrevole possibile con l’uso sapiente dello schema 2×3 che varia solo per dare alla storia un respiro più cinematografico con vignette orizzontali a campo lungo o mezze splash dal forte impatto.

Del consueto ottimo lavoro svolto dalla Andolfo c’è da segnalare l’utilizzo di una paletta fatta di blu e amaranto per le scene più gotiche, soprattutto nel secondo tempo, che dona così un tocco etereo e vintage alla storia.

Senza nulla togliere alle precedenti 3 uscite della collana, Dracula è davvero la miglior proposta letta fino ad ora. La storia non è solo coinvolgente e ottimamente disegnata ma  metabolizza il concetto stesso di parodia rielaborandolo in maniera finissima.

Un lavoro eccezionale in una edizione economica e come sempre impeccabile. Correte a comprarlo!

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