Infinity Gauntlet – Il Guanto dell’Infinito | Recensione
Pubblicato il 13 Aprile 2018 alle 10:00
Panini Comics ripropone in volume una delle saghe più amate della Marvel: Infinity Gauntlet! Che cos’è il Guanto dell’Infinito e cosa succede se il terribile Thanos decide di impadronirsene? Scopritelo in questo capolavoro firmato da Jim Starlin, George Perez e Ron Lim!
Quando si discute sul termine ‘cosmico’ i nomi che vengono in mente sono più o meno sempre gli stessi. Alcuni citeranno il Re Jack Kirby che diede il meglio di sé con le vicende fantascientifiche di Fantastic Four e Mighty Thor, con il monumentale affresco narrativo dei Nuovi Dei o con comic-book come Eternals. Un altro nome ricorrente è poi quello di Jim Starlin, acclamato scrittore delle spettacolari story-line di Captain Marvel e Warlock.
Mentre ideava negli anni settanta le drammatiche e complesse avventure del supereroe Kree, inventò un personaggio destinato a diventare uno dei villain più inquietanti e carismatici della Marvel: Thanos. Costui non era un cattivo qualsiasi. Le sue motivazioni si basavano sul più estremo nichilismo. Il Titano, infatti, aveva consacrato la sua esistenza alla morte. Era addirittura innamorato di lei (nel Marvel Universe la sinistra mietitrice ha l’aspetto di una donna affascinante) e decideva, in suo onore, di distruggere il cosmo.
Thanos, come è facile intuire, colpì l’immaginazione dei lettori e fu spesso al centro di storie importanti. Nel 1991 la Marvel decise di riprenderlo dopo alcuni anni di assenza, facendo di lui il protagonista di una saga che avrebbe coinvolto l’intero universo narrativo della Casa delle Idee. Affidò quindi il progetto a Jim Starlin che ne aveva già posto le premesse in alcuni episodi di Silver Surfer. L’etichetta statunitense, prima dell’uscita di Infinity Gauntlet, la pubblicizzò come una specie di Crisis On Infinite Earths in salsa marvelliana, ma non è esattamente così.
In questo caso, infatti, Starlin non deve cancellare nulla. Casomai prende il mondo ideato da Stan Lee, Jack Kirby e Steve Ditko e lo celebra, raccontando al contempo una storia entusiasmante e coinvolgente. La vicenda inizia con Mefisto che spinge Thanos a compiere qualcosa di incredibile: impadronirsi del Guanto dell’Infinito che gli conferisce i poteri di un dio. Cosa che in effetti avviene. Ma è lecito chiedersi che potrà succedere quando un essere perfido come Thanos raggiunge lo stato della divinità. La risposta è semplice: intende distruggere tutta la vita, allo scopo di fare un regalo alla sua amata Morte.
Le conseguenze sono terribili e coinvolgono un numero enorme di personaggi: dai componenti dei numerosi pantheon divini esistenti nel Marvel Universe alle disparate razze aliene presenti nel cosmo; per non parlare dei supereroi della Terra. Praticamente non manca nessuno. Silver Surfer, il Dr. Strange, i Vendicatori, gli X-Men e così via, cercheranno di contrastare Thanos e di impedire la realizzazione dei suoi piani. E quando il Titano scoprirà che la Morte non sarà positivamente impressionata dal suo dono, gli effetti saranno spaventosi.
Infinity Gauntlet è una delle opere migliori in assoluto di Jim Starlin, nonché il primo tassello di una saga che durerà a lungo con varie miniserie. I testi e i dialoghi sono curati, profondi e maturi, e lo scrittore riesce a equilibrare l’azione e l’introspezione. Realizza di fatto uno splendido mix di supereroismo e fantascienza alla Kubrik, recuperando tante idee introdotte nei suoi lavori degli anni settanta.
Dal punto di vista dei disegni, il discorso è complicato. All’inizio il penciler coinvolto fu il grande George Perez, nome storico dei comics a stelle e strisce. Anche per questa ragione alcuni fecero un parallelismo tra Infinity Gauntlet e Crisis, che era stato appunto disegnato da lui. L’amore che Perez nutre nei confronti dei supereroi è notorio e pure stavolta raffigura centinaia di personaggi in maniera dettagliatissima. Nello stesso tempo, omaggia altri grandi artisti. Silver Surfer, per esempio, è simile alla classica versione di John Buscema; il dr. Strange richiama in parte quello di Steve Ditko; l’Uomo Ragno è rappresentato in una postura contorta alla Todd McFarlane. Infinity Gauntlet è pieno di riferimenti visivi di questo tipo, sempre, però, filtrati dalla personalità di Perez.
Purtroppo, però, per motivi di tempo, George non ebbe modo di illustrare l’intera miniserie e a partire dal n. 4 fu sostituito dal meno efficace Ron Lim. Malgrado tutto, quest’ultimo si dimostra funzionale e fa un lavoro di buon livello, cercando, nei limiti del possibile, di avvicinarsi allo stile di Perez. Di conseguenza, Infinity Gauntlet è discontinuo per l’aspetto grafico. Tuttavia, si tratta di un’opera imperdibile che non può mancare nella libreria di un fan dei comics americani.