Gli Eterni di Neil Gaiman & John Romita Jr. | Recensione

Pubblicato il 11 Aprile 2018 alle 10:00

Cosa succede se la Marvel affida alcuni carismatici personaggi di Jack Kirby al leggendario autore di Sandman, Neil Gaiman? Succede che viene fuori Eternals, splendida miniserie proposta da Panini Comics in volume!

Chiunque conosca Jack Kirby, il Re dei comics a stelle e strisce, sa che nel corso della sua lunga e gloriosa carriera si è spesso fatto suggestionare dal concetto delle divinità. Molti dei suoi straordinari eroi, in effetti, hanno un’aura mitica che li rende più simili a déi che a semplici giustizieri in calzamaglia. Basti pensare a Thor con il suo pantheon di guerrieri asgardiani che furono più il risultato della sua creatività che di quella, pur fondamentale, del Sorridente Stan Lee; oppure ai New Gods ideati alla DC.

Anche gli Eterni fanno parte del discorso. Kirby li creò verso la fine degli anni settanta, quando tornò a lavorare alla Marvel. Eternals ebbe breve vita ma i protagonisti lasciarono il segno e in seguito apparvero in vari albi della Casa delle Idee e in alcune miniserie. L’idea di fondo di Eternals si basa sui Celestiali, potentissimi esseri divini che all’alba dei tempi erano giunti sulla terra e avevano creato tre razze: gli umani, gli Eterni e i mostruosi Devianti.

Gli Eterni, in particolare, lottano contro i Devianti, agiscono da supereroi e sono, appunto, più assimilabili a esseri semidivini (del resto, ogni componente del gruppo si rifà, sin dal nome, agli eroi delle mitologie). Inoltre, cercano di difendere la terra dai Celestiali che, in maniera ricorrente, tornano sui pianeti da loro visitati per giudicarli e, nel caso di una valutazione negativa, distruggerli.
Nel 2006 la Marvel decise di riprenderli con questa miniserie proposta da Panini in volume. Il progetto fu affidato a un’altra leggenda dei comics, il britannico Neil Gaiman, celeberrimo scrittore del capolavoro Sandman. E mai scelta si rivelò più azzeccata. Innanzitutto, Neil amava lo stile e la fantasia di Kirby e anche lui, fondamentalmente, era intrigato dalle divinità, come è evidente a coloro che hanno letto Sandman o romanzi come, per esempio, American Gods. Nel clima di innovazione impostato da Joe Quesada, tuttavia, Neil si muove in maniera personale.

Va chiarito che non stravolge affatto i personaggi; ne rispetta, anzi, le caratteristiche originarie, ma le usa per impostare una tipica story-line alla Gaiman, adulta e matura nei toni, e non priva di momenti inquietanti. Tutto si svolge, come di consueto, nell’Universo Marvel popolato da supereroi come Iron Man, Wasp e il Calabrone (che appaiono fugacemente nella storia); e ci sono pure gli Eterni. Almeno in principio, tuttavia, sono molto lontani dalla versione classica.

Ikaris, Sersi, Mekkari e gli altri personaggi, infatti, vivono esistenze normali e non sono consapevoli di avere straordinari poteri. Makkari, per esempio, fa il medico in un ospedale e viene avvicinato da Ikaris, l’unico che, a quanto pare, ha recuperato un barlume di memoria, e che gli fa un discorso che all’inizio non comprende. Man mano che la trama procede, è chiaro che qualcuno ha modificato le vite degli Eterni, per ragioni che Gaiman, giocando abilmente con i registri del thriller, ci svela lentamente.

Un ruolo di primo piano lo giocano il giovane e pestifero Sprite, altro Eterno che ora è diventato un’acclamata star televisiva, l’infido Druig che adesso è il primo ministro di uno stato dell’Europa dell’Est ed è al centro di losche macchinazioni, e soprattutto lo spaventoso Celestiale Dormiente, ben noto a tutti i fan della classica serie degli Eterni. Quando costui si sveglierà, se mai lo farà, potrebbe provocare una catastrofe e solo Thena, Sersi, IKaris e gli altri potranno sperare di fermarlo. Ma tutto è inutile se non riavranno i vecchi ricordi.

Gaiman scrive un’opera magistrale, con testi poetici e intensi che, in particolare nei primi episodi, fanno pensare a Sandman. Fa inoltre una struggente dichiarazione d’amore nei confronti dell’immaginario di Kirby, mixando supereroismo e fantasy. Nelle sue mani, gli Eterni hanno grande spessore, si discostano dall’ingenuità di un tempo, sono più cupi e disincantati. Thena è una donna vissuta che ha scoperto le gioie della maternità; Makkari è cinico e pragmatico; Sersi è sempre sexy ma psicologicamente vulnerabile; Zuras è diventato un barbone confuso.

Il lavoro migliore Gaiman lo compie con Sprite, ragazzino condannato a non crescere mai. La sua caratterizzazione è impeccabile e il lettore non può non provare compassione per lui; nello stesso tempo, però, suscita inquietudine (il dialogo finale con Zuras è da brividi). Alle matite c’è l’ottimo John Romita Jr., figlio del grande ‘Jazzy’ John, che svolge uno dei suoi lavori migliori. Il tratto è quello contorto, aggressivo e dinamico che i suoi fan apprezzano, un amalgama efficace di influenze milleriane e classico Marvel style.

I primi piani di impostazione cinematografica hanno il merito di evidenziare le emozioni che animano i protagonisti ma John è efficace anche quando raffigura gli enormi Celestiali. In questo caso, si ricollega al gigantismo di Kirby, in maniera personale. Il risultato è di notevole qualità e una miniserie come Eternals è senza ombra di dubbio superiore alle ultime prove che John ha svolto di recente alla DC con Superman e All-Star Batman.

Insomma, se amate Kirby, vi piacciono i miti ancestrali, adorate la narrativa fantasy e i fumetti di supereroi, apprezzate la Vertigo degli esordi (riecheggiata in questa miniserie) e venerate Neil Gaiman, questo è il volume che fa per voi. Da non perdere.

 

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