Alters Vol. 1 – La Storia di Chalice | Recensione

Pubblicato il 12 Aprile 2018 alle 10:00

Un fumetto capace di leggere i nostri tempi e di dare ulteriore valore al genere supereroistico.

I supereroi sono sempre stati un metro di paragone per tastare il polso dei cambiamenti dei tempi. La nascita di Superman ha imposto al pubblico l’ “innovazione” (per l’epoca, era il 1938) di rispecchiarsi in un personaggio anonimo, con il quale anche persone che avevano caratteristiche tutt’altro che eroiche potevano immedesimarsi, capace però di trasformarsi in una figura straordinaria e fuori dal normale. Insomma, se non ci fosse stato l’alter-ego impacciato e occhialuto Clark Kent (qui potete leggere un approfondimento sulla questione), Superman non avrebbe avuto un così grande fascino, e forse l’epoca dei supereroi non sarebbe mai nata.

Spostiamo la lancetta avanti di circa vent’anni: passiamo dal 1938 al 1962. Quando Stan Lee ebbe l’intuizione di creare un supereroe con un alter-ego adolescente, tediato dai problemi della gioventù, nerd quando ancora questo termine era ben lontano dall’essere di moda, ed il quale diventando supereroe accumulava ulteriori problemi, il suo editore Martin Goodman gli chiese se avesse la minima idea di cosa fossero i supereroi. Il che è assurdo da pensare oggi visto che “The Man” Stan Lee ha contribuito in maniera decisiva a cementare nella coscienza collettiva la figura del supereroe.

Fatto sta che Amazing Fantasy 15 lanciò il personaggio di Spiderman, e da quel giorno l’arrampicamuri, ed il suo alter-ego “sfigato” Peter Parker, divennero il nuovo metro di paragone per la figura del supereroe.

Oggi, a distanza di più di cinquant’anni, in Italia viene presentato un volume che sembra spostare ulteriormente in avanti la lancetta dell’evoluzione del supereroe, e della capacità di questo “genere” letterario-fumettistico di saper leggere e interpretare i cambiamenti dei nostri tempi.

Paul Jenkins è un fumettista di calibro, un premio Eisner (storica la sua miniserie Wolverine: Origin, così come la sua run di Spectacular Spiderman, ed il suo lavoro su Hellblazer), un autore che sa bene come maneggiare i supereroi. Nel momento in cui Jenkins decise qualche tempo fa (in piena campagna elettorale americana) di sviluppare un personaggio come quello di Chalice/Charlie, rendendolo protagonista della serie Alters, stava perfettamente leggendo lo spirito del suo tempo.

Chalice è un’Alters, un “alterato”, un essere umano che ha improvvisamente acquisito le capacità di fare cose straordinarie, insomma, è un supereroe, anzi, una supereroina. Ma Chalice vive anche un altro dissidio: nella vita di tutti i giorni il suo nome è Charlie, e sta vivendo una fase delicatissima di passaggio dall’essere uomo al diventare donna. Proprio così, Charlie è un transgender.

Ma gli Alters sono figure che si stanno diffondendo in tutto il mondo, e che stanno subendo diverse correnti di pensiero sia interne che esterne. Esiste un gruppo di Alters “buoni”, chiamati I guardiani del Cambiamento. Ma esiste anche un gruppo di alterati “cattivi”, capeggiati dal folle Matter Man.

In mezzo alle due fazioni si pone il personaggio di Chalice, che fungerà da ago della bilancia, e che seguiremo nel suo percorso di affermazione e definizione, sia come “supereroina”, che come transgender; in bilico tra i Guardiani del Cambiamento, ed una famiglia conservatrice alla quale prima o poi dovrà rivelare la sua transizione sessuale.

Insomma, gli ingredienti della storia sono molto ricchi e Paul Jenkins riesce a compiere il miracolo di non banalizzare nessuno degli elementi in gioco. L’autore inglese infatti riesce a mescolare l’elemento supereroistico, con le questioni personali di Chalice/Charlie, rendendole entrambe parti essenziali della trama, ed intersecandole fra loro. Ed il merito di tutto questo va anche ad un comparto creativo, che lo stesso Jenkins, all’interno del volume, ha più volte elogiato per la capacità di riuscirlo a consigliare e indirizzare al meglio.

Alters è quindi un successo corale, frutto anche del grande lavoro ai disegni di Leila Leiz, disegnatrice italiana che ha lavorato anche con la Sergio Bonelli, e che è riuscita ad unire l’attenzione ai dettagli con un tratto morbido capace di rendere accattivante e pop il fumetto.

I colori di Tamra Bonvillain riescono a potenziare ulteriormente la propensione pop di Alters, grazie all’uso di toni vivaci, capaci di dare personalità e sfumature forti ad ogni scena rappresentata. L’ulteriore merito di Tamra Bonvillain  è stato quello di essere decisiva anche in fase di elaborazione e produzione della storia, visto che, in quanto transgender, lo stesso Jenkins ha sfruttato la sua figura per confrontarsi sulle scelte e lo sviluppo della storia.

Il primo volume di Alters, prodotto da Aftershock, e proposto in italia da saldapress, con un ricco fumetto che contiene anche alcune interviste di Paul Jenkins a figure transgender usate come riferimenti per la creazione della storia, è un ulteriore passo in avanti del genere supereroistico. La capacità di questo genere di saper leggere i tempi ed i cambiamenti che riguardano la società è ulteriormente avvalorata da questa storia fresca, introspettiva,  capace d’intrattenere e di offrire anche movimento ed azione. Alters è un fumetto che farà divertire e riflettere tutti i suoi lettori, e che ha le potenzialità per diventare un nuovo caposaldo dell’intrattenimento fumettistico dei nostri tempi.

Insomma una lettura obbligata per qualsiasi appassionato di fumetti, e non solo.

 

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