DC’s Legends of Tomorrow 3×18 – The Good, the Bad, and the Cuddly | Recensione

Pubblicato il 10 Aprile 2018 alle 15:00

I’ll see you on the other side…

DC’s Legends of Tomorrow è la prima serie dell’Arrowverse a giungere alla conclusione di questa stagione televisiva. Nell’episodio della scorsa settimana – la nostra recensione qui – avevamo assistito alla rinascita di Mallus: il villain aveva bisogno di un ultimo anacronismo per ritornare alla sua piena forma e le Leggende, credendo di poterlo fermare forti dei 6 totem, ne avevano assecondato la realizzazione permettendo ad Amaya di salvare il suo villaggio durante i primi anni ’90.

Tuttavia il tradimento di Damien Darhk, passato momentaneamente dalla parte dei buoni nel tentativo di salvare la figlia Nora, aveva vanificato gli sforzi della squadra: non solo avevano alterato la storia ma ora bisognava rintracciare e fermare Mallus libero di scorrazzare nella storia.

Da queste premesse parte l’episodio di questa settimana intitolato The Good, the Bad, and the Cuddly. Nel tentativo di far guadagnare tempo alle Leggende, il primo a sacrificarsi è Rip che fa detonare il nucleo temporale della Waverider. Mallus infatti ha bisogno dei 6 totem e le Leggende, riparata in fretta e furia la loro nave, decidono di rifugiarsi in uno dei pochi “vicoli ciechi temporali” che conoscono per mettere appunto un piano: Salvation, Nord Dakota, 1874. Intanto Ray decide di liberare Dahrk ed imbarcarsi in una missione per salvare Nora tornando al momento esatto in cui venne posseduta da Mallus; Amaya e Nate cercano invece consiglio negli ancestrali possessori dei totem…

Mallus pur indebolito sferra la sua offensiva spedendo nel 1874 un campionario di anacronismi fra cui vichinghi, pirati e legionari romani contro le Leggende… la chiave per sconfiggere il demone risiede però sempre nei totem e la squadra decide di “pescare” nel continuum tempo-spazio per preziosi alleati.

A dispetto di una prima parte un po’ prolissa, ma necessaria per posizionare tutte le pedine sulla scacchiera dello scontro finale, The Good, the Bad, and the Cuddly si rivela una ottima season finale.

L’episodio infatti riesce benissimo a far quadrare tutti gli elementi sparsi per i precedenti 17 episodi – dai totem ad Ava – e a renderli organici chiudendo così il cerchio strizzando l’occhio al tono scanzonato che, soprattutto nella prima parte della stagione, aveva davvero messo la proverbiale marcia in più alla serie.

Per quanto estremamente ingenua, la battaglia finale contro Mallus da un lato paga dazio ad una serie che si è sempre di più staccata dai toni prettamente supereroistici delle serie “madri” da cui provengono i vari personaggi mentre dall’altro le dà quel tono estremamente pop – chi non ha riconosciuto la citazione di Ghostbusters? – che inevitabilmente strappa più di un sorriso compiaciuto allo spettatore.

La regia di questa season finale è incalzante, con situazioni che si susseguono frenetiche e con l’azione ben ponderata che scandisce il ritmo dell’episodio. Lo spazio per “l’approfondimento” dei personaggi è relegato agli ultimi minuti fornendo un trampolino di lancio per la già confermata prossima stagione.

Grande merito va dato a showrunner e sceneggiatori che sono riusciti a chiudere molto bene le trame di questa stagione lasciandosi però alcuni spiragli per recuperare qualche personaggio – Nora e Damien Dahrk, Jonah Hex, Vixen –  mantenendo di contro il nucleo della squadra per il momento pressoché inalterato fatta eccezione per Amaya.

Semplice ma efficace la spiegazione che John Constantine – vero show stealer di questa stagione –  fornisce alle Leggende che, dopo il meritato riposo, dovranno ancora una volta riparare ai danni fatti perché quando si apre un portale ad un demone non si sa mai cosa ne viene fuori!

Sarebbe davvero ingeneroso non giudicare positivamente la terza stagione di DC’s Legends of Tomorrow. La serie fra alti, e pochi, bassi si è guadagnata il suo giusto spazio all’interno dell’Arrowverse incuneandosi in quelle nicchie dove le altre serie si sono solo timidamente affacciate e spesso con risultati mediocri – vedasi il comic relief di The Flash. E’ chiaro che i margini di miglioramento ci sono, con la solita componente drama ad esempio ancora troppo monopolizzante in molti episodi, ma in linea di massima con una formula così solida e rodata non c’è motivo di temere che lo show possa deludere anche la prossima stagione.

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