Unfollow Vol. 1 – 140 caratteri | Recensione
Pubblicato il 24 Marzo 2018 alle 17:30
Qual è la vera natura umana? Ce lo spiega Rob Williams con Unfollow, nuova serie Vertigo dai forti toni thriller ambientata nel mondo dei social network e impreziosita dai disegni di Michael Dawling e R. M. Guéra!
L’uomo è buono o cattivo? Le sue azioni sono motivate dalle circostanze in cui vive o da elementi che fanno parte della sua natura? A queste domande non di poco conto cerca di rispondere Rob Williams con Unfollow, intrigante serie Vertigo di recente uscita. Il tp pubblicato da Lion propone i primi sei episodi del comic-book e, come avranno modo di scoprire i lettori, le risposte fornite dall’autore, comunque parziali, non sembrano proprio rassicuranti.
Unfollow è incentrato su una delle realtà basilari del nostro tempo: i social network che connettono tantissime persone, rendendole parte di un universo emotivo, psicologico e digitale di portata globale. E’ grazie a un social network, Headspace, se l’imprenditore Larry Farrell è diventato uno degli uomini più ricchi, ammirati e invidiati del pianeta. Purtroppo, sta morendo di cancro e il denaro che possiede non potrà guarirlo. Dopo aver preso coscienza della situazione, prende quindi un’importante decisione.
Donerà il suo enorme patrimonio a centoquaranta utenti del suo social network, scelti a caso in una specie di lotteria digitale. I fortunati vincitori dovranno però recarsi in un’isola di proprietà di Larry, da soli, senza portare con sé amici o parenti, e qui verranno informati dei termini dell’accordo. Come si può immaginare, la notizia fa scalpore e presto i vincitori vengono contattati dai dipendenti del ricco businessman.
Williams, almeno in questi primi episodi, si concentra solo su alcuni di loro: David, giovane afroamericano che viveva in un ghetto e vede la situazione come la più grande fortuna della sua vita; Courtney, una ragazza ricca e viziata che per un caso fortuito si ritrova a essere in possesso di un’ulteriore ingente somma di denaro; lo stravagante Akira, scrittore giapponese che ha una peculiare visione del mondo e il folle Diacono, ex soldato che ha preso parte a varie missioni di guerra e crede di essere in contatto con Dio.
Una volta giunti sull’isola, si scopre un’agghiacciante verità: i vincitori otterranno il denaro; qualora, però, uno di loro dovesse morire, per qualsiasi ragione, la sua quota verrebbe divisa tra gli altri vincitori. E se qualcuno allora decidesse di ammazzare gli altri, allo scopo di impossessarsi dell’intero patrimonio di Larry? In pratica, quest’ultimo ha deciso, cinicamente, di effettuare un insidioso esperimento sociale, nel tentativo di comprendere la reale natura umana; e, come è facile intuire, le cose presto diventeranno terrificanti.
Se a ciò si aggiungono un assistente di Larry psicopatico che se ne va in giro con una maschera mostruosa e compie efferati omicidi, un uomo orribilmente sfigurato e strane bestie parlanti che appaiono di tanto in tanto e vengono viste solo da David, si può comprendere la peculiarità di una serie come Unfollow. Usando i registri del thriller, Williams fa un’acuta e profonda analisi, quasi alla Ballard, della spietatezza della folle società mediatica che ci condiziona. Lo fa scrivendo testi e dialoghi incisivi e delineando una trama dal ritmo adrenalinico perfetta per una serie televisiva.
I disegni sono di Michael Dowling che ha uno stile realistico ed elegante, non particolarmente inventivo ma appropriato per un’opera del genere. Caratterizza in maniera efficace i vari personaggi e usa spesso inquadrature dal taglio cinematografico e primi piani che consentono di percepire gli stati d’animo di ogni protagonista. Il sesto episodio è invece illustrato dall’ottimo R.M. Guéra di Scalped ed è incentrato sul passato spaventoso del terribile Diacono. Il penciler, con il suo tratto sporco e oscuro, valorizzato da riusciti giochi d’ombra, rende davvero giustizia allo script.
Nel complesso, Unfollow è una proposta interessante, anche se forse, almeno per il momento, non paragonabile alle grandi serie Vertigo di un tempo. Tuttavia, ha il merito di coinvolgere e incuriosire e non è priva di potenzialità. Da provare.