Krypton 1×01 – Pilot | Recensione
Pubblicato il 22 Marzo 2018 alle 15:00
The story of the House of El…
Di una serie TV prequel su Superman si era iniziato a parlare addirittura dopo l’uscita di Man of Steel ma i piani futuri accantonati dopo l’ingiustificata tiepida accoglienza di critica e pubblico nei confronti della pellicola diretta da Zack Snyder.
Ma come abbiamo fin troppo bene imparato negli ultimi quando si parla di questi personaggi divenuti dei veri e propri franchise multimediali, nulla si distrugge ma tutto si trasforma, e così nel 2018 Krypton debutta finalmente sugli schermi Syfy. Sviluppata da David S. Goyer (Man of Steel) la serie cavalca l’onda del successo di un’altra serie prequel ovvero quella Gotham che, ambientata in un nascente universo batmaniano, ha mietuto consensi di pubblico soprattutto fra i non-lettori di fumetti che hanno trovato così una valvola di sfogo in termini di accessibilità.
Grosso modo Krypton si prefigge lo stesso obbiettivo partendo però da molto più lontano: ci troviamo su Krypton 200 anni prima della nascita di Kal-El ed ovviamente prima della sua distruzione. Il protagonista delle vicende è Seg-El, nonno di Kal, che vive in una Kandor amministrata dai fanatici religiosi del culto di Rao.
La casata di El è fra le altre cose stata ostracizzata perché Val-El – nonno di Seg – ha osato mettere in discussione i dogmi religiosi sull’esplorazione spaziale e la vita su altri pianeti. Seg ed i suoi genitori vivono così ai margini della società ed il giovane Seg si guadagna da vivere come può ma sempre al limite della legalità e con sommo disprezzo per l’autorità.
Proprio quando Seg sembra aver guadagnato i favori del capo magistrato Daron-Vex, sventando un attentato, viene intercettato da un bizzarro visitatore che sostiene di provenire dal pianeta Terra e che consegna al ragazzo un cristallo con l’emblema della casata di El, la missione è semplice: trovare la perduta fortezza del nonno e salvare il futuro, compreso quello di suo nipote Kal.
Seg intanto intreccia una relazione con Lyta Zod, figlia di Alura Zod capo dell’elite militare di Kandor, pur essendo entrambi stati assegnati ad altri partner per la riproduzione. Proprio tornando a casa da un appuntamento clandestino con la ragazza, Seg viola il coprifuoco rischiando l’arresto e venendo salvando dalla madre che gli rivela che sia lei che suo padre in segreto hanno continuato le ricerche di suo nonno conducendolo alla perduta fortezza.
Il salvataggio tuttavia non è privo di conseguenze: Charys, la madre di Seg, verrà arrestata e nel tentativo di coprire proprio Seg lei e il marito verranno freddati durante il sommario processo per sedizione.
Seg quindi ritorna nella fortezza dove riceve una seconda visita da parte del terrestre che gli conferma che il destino di Krypton è minacciato da una creatura aliena che, passando di mondo in mondo, li assorbe e colleziona.
Questo primo episodio di Krypton è estremamente denso.
Si presentano situazione e personaggi senza soluzione di continuità in una girandola di volti e in un intreccio di rimandi francamente non facile da seguire soprattutto per chi “dell’oscuro” passato del pianeta di Superman conosce poco o nulla.
C’è una forte componente drama in questo pilot – addirittura c’è un abbozzatissimo triangolo amoroso – mentre quella sci-fi funge da filo conduttore degli avvenimenti non solo dell’episodio ma settando anche le coordinate per gli sviluppi futuri in una trama che almeno a giudicare da queste primissime indicazioni sarà semplice e lineare, cosa che sinceramente potrebbe non essere un aspetto negativo pur ricordando molto da vicino il plot di… Ritorno al Futuro II!
Il tono della serie e la ricostruzione di Kandor ricordano un po’ il mitico Dune di David Lynch iniettato però di quella serialità televisiva che ha trovato sua maggior espressione commerciale negli ultimi anni in Game of Thrones: giochi di potere, fazioni in lotta per prevalare e una nuova generazione arrembante che vorrebbe invece rovesciare le gerarchie.
Insomma da questo punto di vista nulla di nuovo e la formula potrebbe anche funzionare se non risultasse acerba e troppo frettolosa nel volersi presentare allo spettatore: in una fase della serialità televisiva in cui “decompressione” sembra la parola d’ordine Krypton sembra invece soffrire di una certa “ansia da prestazione”.
E per gli appassionati cosa c’è?
Senza voler recuperare i primi approcci fumettistici a Krypton – e tornare quindi agli anni ’50/’60 – la serie recupera alcuni elementi dei fortunati excursus del mitico John Byrne – i terroristi Black Zero ed il fanatismo religioso – e quelli meno fortunati di Geoff Johns e James Robinson – la divisione in classi e l’organizzazione gerarchica – strizzando ovviamente l’occhio anche a Man of Steel – la camera di gestazione – ma sono anche qui semplici suggestioni che non vengono approfondite.
Non bastano neanche i numerosi easter-egg, dal visitatore terrestre – perché citare un personaggio in maniera così sbilenca se per non attirare semplicemente l’attenzione dei fan – fino al villain principale – tanto impressionante quanto appena accenato, per risvegliare la curiosità dello spettatore più smaliziato.
Forte di una realizzazione tecnica notevole, Krypton non convince a causa di una regia erratica che fatica a trovare il giusto ritmo dovendo saltare di palo in frasca seguendo personaggi e situazioni disparate. A questo si aggiunge la prova assolutamente poco convincente dell’imballatissimo protagonista Cameron Cuffe.
Vedremo se nelle prossime settimane showrunner e sceneggiatori riusciranno a trovare la proverbiale quadratura del cerchio, nel frattempo è lecito domandarsi: c’era davvero necessità di una serie TV prequel? e soprattutto di un prequel su Superman?