Justice League | Recensione Home Video

Pubblicato il 21 Marzo 2018 alle 15:00

“La vera oscurità non è l’assenza di luce ma la paura che la luce non torni mai più… ma luce tornerà sempre… la speranza è reale. Potete vederla. Tutto quello che dovete fare è guardare in alto nel cielo.”

Justice League è uno dei cinecomics, per non dire dei film, più controversi degli ultimi anni. La sua realizzazione potrebbe essere accostata ad uno dei grandi capolavori del cinema americano ovvero Via col Vento questo perché le due pellicole sono accomunate da una lavorazione a dir poco travagliata fra cambi alla regia, attori scontenti e riprese aggiuntive costate milioni di dollari.

Inutile rivangare polemiche ed inutili discussioni anche perché con l’uscita in home video del film, Warner Bros. e DC hanno definitivamente confermato – non producendo né una extended cut né una director’s cut – che la versione vista al cinema è quella definitiva e soprattutto quella che deve portare a compimento una prima fase di quello stesso universo cinematografico avviato con Man of Steel e culminato con Wonder Woman.

Una serie di elementi disseminati lungo lo stesso Man of Steel e soprattutto Batman v Superman – Dawn of Justice sono il filo rosso su cui Justice League costruisce la sua trama. Batman infatti inizia a raccogliere indizi su una possibile nuova e più devastante invasione aliena della Terra. Ispirato quindi dal sacrificio di Superman, e con a disposizione le ricerche di Lex Luthor, Bruce Wayne chiede aiuto a Diana per formare una squadra capace di affrontare la minaccia.

Il primo atto della pellicola quindi risulta anche il migliore con Batman e Wonder Woman impegnati a reclutare Aquaman, The Flash e Cyborg i quali a loro modo saranno riluttanti o entusiasti di far parte della squadra. Con il secondo atto il film cerca di fornire un certo background allo scontro e all’elemento “scatenante” dell’invasione ovvero le mitiche Scatole Madri, elemento che risulterà non solo aggregante in una sorta di cosmogonia dell’universo cinematografico DC ma che spingerà anche Bruce Wayne a cercare di riportare in vita Superman.

Nel terzo atto ci sarà lo scontro finale con l’immancabile intervento risolutore di Superman, terzo atto che nella sua semplicità è forse il meno riuscito ed il più “giocattoloso” pur fornendo una conclusione dignitosa alla pellicola ponendo le basi così per un nuovo status quo per vecchi e nuovi personaggi.

Pur con alcune sequenze non propriamente scorrevoli bisogna dare atto alla Warner Bros. di aver confezionato un film che a fronte di una durata “bassa” per un cinecomics – 120 minuti – scorre molto velocemente avendo imparato la lezione impartita da Wonder Woman e correggendo così una delle critiche più aspre fatte alle precedenti pellicole dirette da Zack Snyder.

Se la mano del visionario regista è evidente soprattutto nel primo atto e nel terzo atto, sia per alcune scelte stilistiche sia per la grande attenzione per le scene d’azione, Warner Bros. ha invece cercato di “allegerire” il tono del film soprattutto nel secondo atto correggendo l’altra grande critica dei film precedenti ovvero il loro presunto tono eccessivamente “cupo” ed immanente.

Questa “correzione” si traduce con una massiccia inizione di comic relief, aspetto che funziona molto bene in alcuni frangenti ma che stona fragorosamente in altre scene che cariche di tensione sfociano in siparietti francamente fuori registro se non addirittura infantili.

Concettualmente Justice League sembra viaggiare su due binari paralleli – da un lato la Trinità, dall’altro i nuovi personaggi.

Inedito ma efficacissimo il rapporto fra Batman e Wonder Woman: un Cavaliere Oscuro stanco e amareggiato si confronta con una eroina capace di ispirare fiducia nel prossimo; un Batman smarrito, costernato e  quasi turbato dal realizzare che la sua personale crociata contro il crimine è solo una piccola parte in una lotta contro il male che deve passare anche attraverso esseri dai doni straordinari e soprattutto passa attraverso la figura di Superman – vero e proprio “faro di speranza” per l’umanità.

Questo è un sotto-testo complesso che il film riesce a sviluppare solo a tratti e che cerca di mettere subito in evidenza con la tipicamente snyderiana scena di apertura la quale, partendo dal funerale di Superman, vuole dipingere un mondo caduto in una spirale di odio e diffidenza.

Menzione a parte merita la resurrezione di Superman che riesce ad essere “spiegata” inserendo organicamente sia l’elemento Scatola Madre che alcuni visti in Batman v Superman restituendoci un personaggio che Henry Cavill interpreta bilanciando una certa distensione e la sempre impressionante fisicità. Se c’è una sicurezza nell’universo cinematografico DC dopo la splendida Gal Gadot è sicuramente l’attore britannico che ha ancora parecchio da dare al personaggio.

Il film riesce ad introdurre altrettanto efficacemente almeno due dei tre nuovi personaggi.

Il carismatico Jason Momoa dà vita ad un coriaceo e sorprendente Aquaman. Pur essendo lontanissimo dalla sua controparte fumettistica l’attore di origini samoane riesce a fornire una prestazione tanto carismatica quanto esagerata – nel senso più positivo del termine – delineando il personaggio come l’outsider definitivo ed incuriosendo gli spettatori fornendo piccoli indizi sul suo background.

Ray Fisher interpreta invece Cyborg, sicuramente il personaggio meno noto agli spettatori se non a quelli più piccoli che hanno potuto conoscerlo nella sua versione animata. Il giovane attore offre una prova strepitosa impersonando perfettamente uno dei temi più classici della fantascienza: dove finisce l’uomo ed inizia la macchina? Prova strepitosa sia per le difficoltà di dover recitare sostanzialmente senza aiuto di costume o prostetiche – il suo aspetto è stato realizzato interamente in CGI – sia per tono ed evoluzione del suo personaggio che avviene in un tempo comunque ridotto sullo schermo. Ottima anche la sua interazione, e quella del suo personaggio, con Gal Gadot/Wonder Woman anche qui formando una inedita ed efficace dinamica.

Ad uscirne malconcio è Ezra Miller chiamato all’improbo compito di interpretare Barry Allen/The Flash. La sua prestazione è volenterosa ma insufficiente. L’attore cerca di dare sostanza e credibilità ad un personaggio che è profondamente snaturato rispetto alla sua parte fumettistica: non si tratta solo di aver “corazzato” il personaggio – con un costume che strizza l’occhio alla sua più recente versione videoludica – quanto piuttosto di averlo esacerbato in una versione “teenager” insicura ed inesperta ma che francamente sembra rispecchiare poco non solo qualsiasi versione del personaggio ma anche quella di qualsiasi teenager attuale.

L’intento era quello di instaurare un rapporto mentore/allievo fra Barry e Bruce ma l’alchimia fra i due personaggi e, anche fra i due attori, non carbura praticamente mai durante il film zavorrata dalla scelta di rendere The Flash il ricettacolo del comic relief con battute stucchevoli ed atteggiamenti assolutamente fuori registro sia per il personaggio che per l’umore complessivo della pellicola. Insomma DC e Warner Bros. dovranno fare davvero un lavoro enorme per dare credibilità a questa versione di The Flash soprattutto se davvero vorranno realizzare uno spin-off con lui come protagonista.

Ago della bilancia fra vecchi e nuovi personaggi è il villain Steppenwolf. Se la scelta è dettata dalla evidente intenzione di donare al film un respiro epico e cosmico, la scelta è interlocutoria soprattutto perché non si fornisce nessun riferimento ai mitici Nuovi Dei se non un fugace accenno a Darkseid. Il villain risulta così un po’ troppo generico tanto nelle motivazioni – pur essendo di fatto “programmatiche” per gli intenti della pellicola – quanto nella realizzazione con una CGI non sempre all’altezza, fra l’altro da questo punto di vista funzionano molto meglio i parademoni vero highlight del dipartimento effetti speciali.

Justice League è una pellicola che assurge molto bene al compito per cui è stata realizzata: da un lato introdurre tre nuovi personaggi in maniera convincente mentre dall’altro tirare una immaginaria linea di demarcazione fra una prima ed una seconda fase per i personaggi DC al cinema fornendo nuovo un “punto di partenza” chiaro e senza troppi rimandi pregressi da cui ripartire non solo in termini di trame ma anche dal punto di vista concettuale.

QUALITA’ AUDIO/VIDEO

La versione 4k Ultra HD di Justice League è forse una delle migliori approdate sugli scaffali finora con una qualità davvero sbalorditiva forte della codifica 2160p Ultra High Definition 16×9 1.85:1 a cui si accompagna quella del blu-ray “standard” – 1080p High Definition 16×9 1.85:1 – più che soddisfacente.

L’eccellente codifica video premia sicuramente la visione del regista Zack Snyder e la fotografia delle prima parte delle pellicola – quella con una CGI meno invadente per intenderci – ma il merito più grande dell’altissima qualità di questa versione home video è quella di aver amalgamato un film molto umorale in termini di colori ed ambientazioni smussando in alcuni passaggi degli effetti speciali a cui è stato davvero chiesto di fare miracoli. L’alta definizione esalta sia le grandi scena d’azione ottimamente coreografate e cattura con nitidezza alcuni sbalorditivi particolari come ad esempio gli effetti della super-velocità di The Flash. Le immagini risultano sempre nitide ed il contrasto sempre ben bilanciato.

Rispetto alla versione cinematografica la CGI guadagna complessivamente qualche punticino ma è evidente come in fase di post-produzione della versione home video non ci siano stati ritocchi sostanziali: Steppenwolf risulta essere in alcuni passaggi ancora artefatto e le riprese aggiuntive – quelle ormai famigerate in cui sono stati eliminati digitalmente i baffi di Henry Cavill – soffrono ancora di un resa deficitaria.

Ottimo anche il comparto audio sia in lingua originale che nel doppiaggio italiano e sia in DTS 5.1 che in Dolby Digital, da provare anche la traccia codificata con l’avvolgente Dolby Atmos. Le tracce sono mixate in maniera impeccabile bilanciando perfettamente dialoghi, effetti ed ambiente non dovendo così modificare il volume, in negativo, nella scene d’azione o in positivo durante i dialoghi; entrambe le tracce però risultano massimizzate qualche decibel più basso, particolare tuttavia trascurabile. Da segnalare la presenza dei sottotitoli in italiano solo per non udenti.

Nota a parte merita l’adattamento italiano sorprendentemente buono sia per quanto riguarda la scelta delle voci che la trasposizione dei dialoghi pur con qualche ingenuità che poteva tranquillamente essere evitata.

CONTENUTI SPECIALI

L’edizione home video di Justice League offre circa 100 minuti di contenuti speciali.

Molto stringati ed essenziali i contenuti di questa sezione ma non per questo meno incisivi fra i quali spiccano senz’altro JUSTICE LEAGUE: THE NEW HEROES e STUDIO DELLE SCENE.

Nel primo segmento Ray Fisher (l’attore che intepreta Cyborg) introduce i tre nuovi membri della Justice League e dell’universo cinematografico DC ovvero Cyborg, Aquaman e The Flash con puntuali riferimenti storico-fumettistici e testimonianze di alcuni autori oltre che degli stessi interpreti.

Il secondo invece è una sorta di dietro le quinte di alcune scene con i vari commenti di attori, stuntman e stuntwoman ed addetti agli effetti speciali; particolarmente interessante di questo segmento è soprattutto la parte relativa alla realizzazione dei poteri di The Flash.

Più tradizionale, e un po’ troppo sbrigativo forse, l’excursus nella storia della Justice League ROAD TO JUSTICE dove si fa apprezzare l’intervento del grande Grant Morrison mentre rimane comunque suggestivo il racconto da parte di Geoff Johns – CCO e Presidente di DC Entertainment – del ruolo della Trinità – Superman, Batman e Wonder Woman – in HEART OF JUSTICE.

Meno pregni invece i segmenti sulla tecnologia TECHNOLOGY OF THE JUSTICE LEAGUE – un po’ troppo superficiale – e quello sui costumi SUIT UP: THE LOOK OF THE LEAGUE – troppo sbrigativo.

Discorso a parte merita le due scene inedite che, ad oggi, sono le uniche due scene tagliate ufficiali del film. Si tratta di due scene di poco meno di due minuti ciascuna relative al ritorno di Superman e che di fatto non aggiungono nulla rispetto a quanto visto nel film.

Certo vista l’esiguità delle scene in questione si sarebbero potute montare tranquillamente nel film realizzando magari una extended cut piuttosto che la tanto agognata dai fan director’s cut.

Questo l’elenco nel dettaglio dei contenuti speciali:

  • IL RITORNO DI SUPERMAN: due scene inedite
  • ROAD TO JUSTICE: Un viaggio insieme ai creatori della DC comics che ripercorre gli oltre cinquanta anni della Justice League, dalle avventure dei fumetti al loro debutto cinematografico.
  • HEART OF JUSTICE Scopri cosa si nasconde dietro l’iconica Trinità DC.
  • TECHNOLOGY OF THE JUSTICE LEAGUE Scopri gli effetti tecnologici che hanno dato una marcia in più alla Justice League.
  • JUSTICE LEAGUE: THE NEW HEROES Incontra i nuovi membri della Justice League.
  • SUIT UP: THE LOOK OF THE LEAGUE Ci vuole lavoro di squadra per vestire gli eroi più amati del mondo.
  • STEPPENWOLF IL CONQUISTATORE
  • STUDIO DELLE SCENE

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