L’Incredibile Hulk di Peter David Vol. 1 – Abominio | Recensione
Pubblicato il 16 Marzo 2018 alle 10:00
Siete pronti per le storie di Hulk scritte da Peter David? Allora non perdete questo straordinario volume che vede il Golia Verde alle prese con il Pantheon, l’Abominio e le macchinazioni di Thanos con il suo Guanto dell’Infinito! Il tutto impreziosito dai disegni di Dale Keown!
Peter David è considerato all’unanimità lo sceneggiatore che ha firmato le storie di Hulk più belle di tutti i tempi. In effetti, la sua lunghissima e celebrata run di Incredible Hulk è una pietra miliare non solo della Marvel ma del fumetto statunitense in generale. Quando, verso la metà degli anni ottanta, Peter si accinse a scrivere le vicende di Bruce Banner, decise di innovare totalmente il mensile, ideando situazioni narrative imprevedibili e impensabili.
Uno dei suoi pregi fu rendere Hulk un personaggio complesso e sfaccettato. A differenza di Bill Mantlo e di altri autori del passato, il mostro non era più l’essere collerico e infantile incapace di dominarsi e buono solo a spaccare tutto. Svolgendo una profonda analisi psicologica, fece emergere tanti lati nascosti di Bruce. Inoltre, nelle sue mani Hulk divenne un eroe in costante evoluzione. Senza porsi limiti, a un certo punto lo rese grigio e più intelligente e perfido del consueto, facendogli assumere l’identità di Mr. Fixit.
I fan storici furono spiazzati e allora Peter, spinto dalla stessa Marvel, ripropose il Golia Verde da tutti amato. Tuttavia, Hulk era ormai maturo e per giunta la presenza della moglie Betty, del fidato Rick Jones e dell’avvenente Marlo, comprimari essenziali delle avventure, già sottoposti a una profonda innovazione, fecero la differenza. Per giunta, Peter si avvalse del talento grafico dell’ottimo Dale Keown e realizzò alcuni degli episodi più acclamati dal pubblico e dalla critica, riportando quindi Incredible Hulk agli antichi fasti.
Sono proprio queste storie che Panini Comics inizia a riproporre in una serie di volumi. La prima uscita comprende i nn. 379/387 di Incredible Hulk e sono particolarmente importanti. In questo periodo, dunque, Hulk si è unito di nuovo a Betty che ha comunque i suoi problemi ed è ormai lontana dalla ragazza svenevole e lagnosa di una volta. Rick sta con Marlo e, almeno apparentemente, la vita è sempre la stessa. L’arrivo inaspettato dei componenti del misterioso Pantheon, però, stravolge tutto. Costoro sono esseri potentissimi che si richiamano alle leggende greche e, per ragioni che saranno spiegate nel corso della vicenda, hanno preso di mira Hulk e lo portano nel loro quartier generale.
I membri del Pantheon non sono da considerare criminali ma non si fanno scrupoli sui metodi da utilizzare per perseguire i loro scopi. Offrono a David la possibilità di esprimere la sua proverbiale ironia, evidente in particolare con la volitiva Atalanta e soprattutto con il farsesco Aiace che sembra la caricatura degli eroi aggressivi e spacconi di tanti comics americani. David, inoltre, riprende un classico nemico di Hulk, l’Abominio, rendendolo protagonista di una story-line ricca di pathos e tensione, davvero entusiasmante.
Come se non bastasse, si collega a Infinity Gauntlet, la maxisaga di Jim Starlin che riportò in scena il terribile Thanos. Questi episodi, in maniera più o meno indiretta, sono influenzati dalle macchinazioni del Titano e non mancano apparizioni di Silver Surfer e del Dr. Strange, implicati nelle vicissitudini relative al Guanto dell’Infinito. David è scatenato e trova pure il tempo di inventare inquietanti criminali come Gestalt e di concepire una trama ambientata in Israele che vede il Golia Verde e Sabra alla prese con un ragazzino decisamente letale.
L’ironia prevale ma i toni drammatici non mancano. Bisogna tenere presente che in Incredible Hulk Peter David spesso affrontò tematiche importanti. E’ ciò che succede nel n. 380, in cui appare la psicopatica Crazy Eight, visitata nel braccio della morte dal Dr. Samson, altro fondamentale componente del cast della serie. Con questo pretesto, l’autore fa una cupa, amara riflessione sulla pena di morte, inserendosi in un dibattito tuttora molto acceso negli Stati Uniti.
Nel volume c’è inoltre l’episodio tratto dall’annual n. 17, sempre scritto da David, che si concentra sui problematici rapporti padre/figlio, tramite la figura di un genitore che narra al suo pargolo le vicissitudini di Hulk. I testi e i dialoghi di Peter sono ottimi e dimostrano le capacità di uno degli scrittori ancora oggi più rilevanti dei comics. I disegni sono di Dale Keown, penciler dallo stile plastico e raffinato. Le scene d’azione, impreziosite da impeccabile dinamismo, hanno un’impostazione quasi byrniana. Il suo punto di forza risiede nella caratterizzazione dei personaggi.
Hulk evoca aggressività e potenza ma è meno rozzo di quello classico. Betty ha un’aura delicata, Rick esprime simpatia e Marlo, nella versione di Keown, è una bomba sexy. Persino la mostruosità dell’Abominio assume un certo non so che di umano che lo rende meno spaventoso del solito. Keown riesce a visualizzarne il tormento interiore ed è un dettaglio che rende giustizia a una sequenza narrativa già di per sé di grande livello. L’episodio con il Dr. Samson è invece illustrato dal meno efficace Bill Jaaska che comunque si rivela funzionale e l’annual da John Romita Jr. che fa un lavoro convincente,migliore di quello odierno realizzato alla DC.
Insomma, questo volume è da prendere in considerazione senza se e senza ma.