American Flagg! Volume 2 | Recensione

Pubblicato il 17 Marzo 2018 alle 10:00

Si conclude il ciclo inaugurale di American Flagg!, uno dei fumetti indipendenti più importanti del panorama americano! Cosa si inventerà il trasgressivo Howard Chaykin? Scopritelo in questo volume pubblicato da Editoriale Cosmo!

La pubblicazione da parte dell’Editoriale Cosmo di American Flagg!, dirompente opera del trasgressivo Howard Chaykin, non è un evento di poco conto. Come sanno, infatti, coloro che conoscono l’autore, non si tratta di un fumetto qualsiasi ma di uno dei lavori più importanti del panorama indipendente statunitense degli anni ottanta. In quello straordinario periodo creativo, molti cartoonist si misero in luce ideando serie che si discostavano da quelle Marvel e DC. Non erano basate sui supereroi ed erano caratterizzate da una notevole dose di sperimentazione, sia narrativa sia grafica.

Da questo punto di vista, American Flagg! divenne una delle opere più significative ed ebbe il merito di far diventare Chaykin, che aveva già realizzato diverse cose alla Marvel e in altre case editrici, una vera e propria star dei comics. Il comic-book, un tempo pubblicato dalla First, è ora riproposto dalla Dynamite, e con questo volume Editoriale Cosmo propone la conclusione del ciclo inaugurale.

Definire la serie è difficile. Potremmo considerarla fantascientifica, dal momento che è ambientata nella Chicago del 2031, in un contesto simile a quello di film come Rollerball e Blade Runner e di certi romanzi diJohn Brunner e Philip K. Dick; ma ci sono altresì elementi dell’allora nascente cyberpunk. Le storie, inoltre, non sono prive di suggestioni noir e da spy story, con un pizzico di ironia, se non di acre sarcasmo (tratto tipico di Chaykin).

Il mondo da lui descritto è dominato dalla tecnologia, dalla pubblicità ossessiva, dal controllo invasivo da parte delle autorità e dalle multinazionali che si impongono su tutto, trasformando persino gli esseri umani in prodotti di mercato. E non mancano reality show che sembrano anticipare l’attuale contesto mediatico in cui viviamo. E’ qui che agisce il protagonista Reuben Flagg. Ha ottenuto fama e successo interpretando uno sceneggiato ma i produttori hanno poi deciso di sostituirlo con un ologramma. Reuben, quindi, si ritrova a dover fare lo sceriffo, interagendo con strampalati character (tra essi c’è Raul, un gatto parlante).

Un altro elemento essenziale di American Flagg! è simboleggiato dall’universo femminile. Le donne di Chaykin sono sexy, disinibite e infide. L’autore non è certo politically correct e punta consapevolmente sul sessismo, con intenti provocatori e un tono irriverente. Sebbene nelle storie non manchino situazioni drammatiche, i toni sprezzanti dei dialoghi (che paiono anticipare di parecchi anni l’attitudine di Quentin Tarantino) la fanno da padroni. Chaykin sfotte tutto e tutti e in questo secondo volume prende di mira gli ebrei, divertendosi con una dottoressa nazista al centro di un complotto.
Flagg deve vedersela con gang di strada, politicanti corrotti, suprematisti amanti della violenza, robots farseschi e, ovviamente, i rappresentanti delle istituzioni al centro di loschi traffici. Il Plexus, in particolare, la più potente società della Chicago futuribile immaginata da Chaykin, sta reprimendo la libertà individuale, controllando le masse con messaggi subliminali. Questa situazione, tuttavia, crea le premesse di una guerra tra le varie fazioni in lotta per il potere e il povero Flagg rimarrà implicato nei loro mortali giochi.

American Flagg! è pregevole pure per i disegni. In questo senso, la serie è una delle opere migliori dell’autore. I personaggi rivelano le influenze di Gil Kane, elaborate in chiave personale. Ciò che più colpisce è l’impostazione delle tavole. Molte vignette sono incastonate tra loro. Ve ne sono alcune di grandi dimensioni che includono al loro interno altre più piccole. Abbondano frasi dai caratteri tipografici enormi, strilli e slogan pubblicitari; per non parlare poi delle onomatopee che spesso prendono il sopravvento sulle figure (una tecnica simile a quella usata, con intenti diversi, da Walt Simonson).

Pur nella diversità dello stile, Chaykin a tratti fa pensare al Jim Steranko di Nick Fury Agent of SHIELD e molte tavole sono stupendi esempi di arte pop. Insomma, American Flagg! è imperdibile e non può mancare nella libreria di un cultore del fumetto statunitense. Non fate l’errore di ignorarlo.

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