Ed Gein – la madre di tutti i serial killer | Recensione

Pubblicato il 12 Marzo 2018 alle 10:00

La sua figura ispirò Hitchcock e altri registi per i loro folli personaggi: in arrivo un graphic novel dall’analisi storica chirurgicamente tagliente.

Il nuovo volume, in uscita per la cannibalissima Edizioni Inkiostro, ci porta nei meandri oscuri della mente di uno dei personaggi più controversi del Novecento. Nella collana “The Real Cannibal”, dopo un excursus nelle vite (e nelle menti) di Andrej Čikatilo e Charles Manson, ora tocca a Ed Gein, il serial killer americano, le cui “gesta” hanno ispirato i registi di Non aprite quella porta, Psyco e Il silenzio degli innocenti.

Sfogliando Ed Gein – La madre di tutti i serial killer, ci “apre la porta” il padrone di casa Alfredo Petronio, protagonista e portabandiera della serie a fumetti più amata di Edizioni Inkiostro, The Cannibal Family. Un perfetto “Signorino Buonasera” (i millennials googleranno per scoprire questa figura, risalente agli albori della tv italiana) che accoglie i lettori con mannaie, coltelli affilati e uncini insanguinati, disegnato dal suo creatore Rossano Piccioni. Avvolto dalla maschera di pelle, Alfredo è il Caronte che ci accompagna gentilmente, nell’apertura di ogni albo, verso gli avvenimenti più dark della psiche umana, in un posto profondo e cupo dal quale difficilmente “uscimmo a riveder le stelle”.

ed gain graphic novel fumetto piccioni

Ci si fionda nel genere del graphic journalism: gli autori, infatti, attingono a piene mani a tutta la documentazione esistente sui processi che videro come protagonista l’assassino. Lentamente eprofondamente, si scava negli attimi più scuri, poco scoperti e meno narrati della storia di questi serial killer. Si parte fin dall’infanzia di Edward Theodore Gein  e dal rapporto con la madre Augusta Wilhelmine Gein, donna di stampo estremamente cristiano. I metodi educativi della madre erano diretti, alquanto misogini e sempre in linea con i dettami della Bibbia. Il rapporto morboso che Ed aveva con lei si inizia a manifestare successivamente nella sua folle opera assassina. In seguito alla morte della madre, Ed visse da solo nella casa di famiglia; fu lì che consumò l’efferata opera assassina, oltre a svolgere svariate mutilazioni a “morti di giornata” al fine di costruire mobili, suppellettili e vestiario con pelle, ossa e organi degli esseri umani che egli stesso dissotterrava. Negli anni che andavano tra il 1954 e il 1957 uccise due donne: l’impiegata di una taverna Mary Hogan e la commessa Berenice Worden, la cui scomparsa insospettì la polizia locale e le cui indagini portarono all’arresto di Gein nel 17 novembre 1957.

ed gein edizioni inkiostro tavola piccioni

Noioso? Poco coinvolgente? Per nulla. Come gli altri albi della collana “The Real Cannibal”, la storia è ispirata a fatti realmente accaduti. La sensazione di avere una visualizzazione su carta della vita e delle azioni efferate di Ed Gein permette di andare avanti e dietro nel tempo per non perdersi ogni singolo dettaglio. Proprio per questo Jacopo Masini sceglie un intreccio narrativo non lineare: come in un Pulp Fiction cartaceo, si salta da un anno all’altro, dal momento in cui gli ispettori scoprono i cadaveri al momento in cui Ed ha il suo primo orgasmo, al momento in cui… Beh, lo scoprirete in seguito.

Il tratto di Francesco Paciaroni è “disturbante”. Il gioco tra il candore negli occhi di Gein e il “rumore” sulla tavola crea dissonanze visive, trasmettendo profonda inquietudine al lettore; il tutto è  accompagnato da stacchi netti di luci e ombre, volti a mostrare brutalmente l’opera di un pazzo assassino. Un albo cartonato, di difficile lettura rispetto ai precedenti, che va ad aggiungersi agli altri protagonisti dei momenti più bui del secolo passato.

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