The Lodgers – Non infrangere le regole di Brian O’Malley | Recensione
Pubblicato il 8 Marzo 2018 alle 20:00
Il film esce oggi nei cinema italiani.
C’è tutta un’aura patinata e anche molto stucchevole intorno a questo The Lodger (che in Italia è arrivato col sottotitoli Non infrangere le regole ma che ironicamente si diverte ad infrangere tutte le leggi di un buon film horror), nuovo lungometraggio di Brian O’Malley prodotto dalla Tailored Films.
Se Let Us Prey (col Ser Davos de Il Trono di Spade, Liam Cunningham) , il film d’esordio di questo regista irlandese, aveva tutto sommato riscosso un certo successo di critica – vincendo anche qualche premio in giro per l’Europa – con la sua seconda fatica O’Malley combina un mezzo pastrocchio che si risolve – letteralmente, è il caso di dirlo – con un gran bel buco nell’acqua. Perché The Lodgers – Non infrangere le regole ha non solo la colpa di essere un brutto film, o un progetto completamente sbagliato, ma addirittura un horror che riesce prima a confondere (passerà almeno un’ora prima che si possa riuscire a capire qualcosa della vicenda) e poi ad annoiare profondamente.
Nell’Irlanda rurale del 1920 Rachel (Charlotte Vega) ed Edward (Bill Milner) sono due gemelli che condividono la loro strana esistenza all’interno di una grande magione semi-fatiscente, per giunta maledetta e che di notte diventa la porta per l’altro mondo. Tre sono le regole che i due gemelli non possono infrangere e che li costringono all’interno della villa: ogni notte dovranno trovarsi nelle loro rispettive stanze prima di mezzanotte (nessuna relazione con Cenerentola e la fata turchina); non devono permettere a degli estranei di entrare in casa, per nessuna ragione; e infine se uno dei due gemelli tenterà di scappare dalla villa, la vita dell’altro sarà messa in pericolo.
Ci penserà il ritorno del veterano di guerra Sean (Eugene Simon, il Lancel Lannister di GOT, che non sarà – spoiler – il solo attore del fantasy HBO a fare capolino in questo assurdo film) a scombussolare la triste quotidianità dei due gemelli maledetti: Rachel infatti vedrà in lui l’unica persona che potrebbe essere in grado di salvarla dal triste destino che la attende.
Quindi ancora due gemelli maledetti, una casa stregata, un interesse amoroso esterno per lei: nel caso ve lo steste chiedendo no, non siamo in Crimson Peak, ma il discorso è che se nemmeno il neo vincitore del premio Oscar Guillermo Del Toro era riuscito a dare nuova linfa al topos cinematografico della “maledizione familiare con gemelli annessi” non vedo come e perché possa poterci riuscire il buon O’Malley. Almeno Del Toro aveva arricchito la sua trama banale con quella vivace ambientazione colorata, con quei vestiti eleganti, con le sue idee visive: invece in questo horror gotico – che vuole essere d’atmosfera ma che non riesce ad esserlo – è tutto molto freddo, tutto molto grigio, tutto molto smorto e poco interessante, poco attraente, molto poco originale (gocce di acqua che salgono invece di scendere, demoni che avanzano per le scale in maniera claudicante … siamo nel 2018 e queste cose le abbiamo già viste centinaia di volte, my god) e soprattutto incredibilmente noioso.
Se state cercando un horror che riesca a tenervi incollati alla sedia, allora non appena intravedete la villa in cui abitano Rachel e il suo rinsecchito fratello gemello proseguite senza fermarvi, signore e signori, non c’è niente da vedere. Se invece soffrite d’insonnia siete i benvenuti, perché vi prometto che entro mezz’ora dalla prima scena starete già russando.