Dance in the Vampire Bund 1 | Recensione
Pubblicato il 6 Marzo 2018 alle 10:00
Torna in Italia dopo alcuni anni la regina dei vampiri, nel manga di Nozomu Tamaki.
I vampiri sono usciti allo scoperto e, in cambio del completo accollo del debito pubblico giapponese e di pesanti investimenti finanziari, il governo giapponese ha concesso a Mina Tepes, la regina dei vampiri, l’area bonificata n. 0 della città di Tokyo, una isola artificiale situata nella baia della città e collegata alla terraferma solo attraverso un tunnel sottomarino. Tuttavia la vita della regina dei vampiri, che nell’aspetto è ancora una bambina, non è semplice, dovendo guardarsi da numerosi attentati alla sua vita a causa dell’esistenza di diverse fazioni all’interno del suo popolo, ma anche tra gli umani, che vogliono sabotare i suoi piani. A difenderla troviamo il diciassettenne licantropo Akira Kaburagi Regendorf del clan della Terra, che è legato alla regina da un antico giuramento.
Esistono manga che si basano su una trama molto lineare; poi ci sono autori particolarmente bravi che riescono a gestire diverse sottotrame in un amalgama che convince appieno il lettore. Nozomu Tamaki rientra, fortunatamente, tra questi ultimi, avendo costruito una trama a più livelli, che nelle prime pagine sembra essere uno shojo, ma che successivamente va assolutamente oltre.
Il rapporto che si instaura tra Mina e Akira è infatti talmente complesso, che sarebbe riduttivo considerarlo un semplice sentimento d’amore. E questo non tanto per il personaggio di Akira, che per adesso è abbastanza riconducibile a quello di cavaliere servente (anche se non portato ad accettare ordini), ma a quello di Mina, un personaggio a tuttotondo, che già nel primo volume scopriamo essere ricca di virtù, ma anche pronta a molti compromessi al fine di portare a compimento il suo piano. Un personaggio dunque ricco di sfaccettature che è la vera colonna portante del manga e che, almeno in questo primo volume, oscura tutti gli altri.
Dal suo ruolo di regina di tutti i vampiri infatti partono tutte le sottotrame politiche che rendono avvincente la lettura. Anche se l’ambientazione non è originalissima (i vampiri guidati da una regina che governa una società sostanzialmente di tipo feudale), la creazione di varie categorie di vampiri (per esempio i “senza zanne”, vampiri che rifiutano di bere sangue umano oltre a essersi tolti le zanne) all’interno della loro società rende il manga ricco di interessanti spunti che arricchiscono enormemente la trama.
Dal punto di vista del disegno, il tratto è pulito ed elegante. Non mancano scene di fan service per la regina, come potevamo aspettarci vedendo la carriera del mangaka. Tuttavia nulla di eccessivamente eclatante e lo stesso Tamaki ci gioca su con alcune battute nello stesso manga (“la rivista verrebbe chiusa, sai?”).
J-POP presenta la serie in maxi volumi che raccolgono due tankobon giapponesi ciascuno, per un prezzo di euro 9,90. L’edizione è curata come da tradizione della casa editrice cui va il grazie di molti fan che avevano iniziato a leggere questo manga nella edizione presentata in Italia da Ronin Manga, che però non aveva portato a termine la serie, fermandosi al volume 10 originale. Ho notato solo uno o due refusi.
Nel volume è inserita anche una storia extra.