Daredevil: Giallo | Recensione

Pubblicato il 26 Febbraio 2018 alle 17:00

Panini Comics propone in volume una delle migliori miniserie mai realizzate dalla Marvel: Daredevil Yellow! Jeph Loeb e Tim Sale rievocano i primi, gloriosi giorni della vita di Matt Murdock, realizzando una pietra miliare dei comics!

Se esiste un volume da acquistare questo mese è Daredevil: Giallo, proposto da Panini Comics. Include una delle miniserie più belle mai realizzate dalla Marvel. Come è facile intuire dal titolo, ha come protagonista Devil, il supereroe cieco creato da Stan Lee e Bill Everett nei gloriosi anni sessanta. L’opera è firmata dai bravissimi Jeph Loeb e Tim Sale e si inserisce nell’ambito delle loro miniserie basate su un colore. Nel caso specifico, il giallo fa riferimento al primo costume indossato da Matt Murdock che era, appunto, prevalentemente giallo, ispirato alle tenute dei lottatori di wrestling.

Ovviamente, Jeph Loeb si concentra sui primissimi giorni di attività di Matt come giustiziere mascherato e lo fa sul filo della nostalgia e della malinconia. L’atmosfera malinconica è in effetti onnipresente, considerando che è lo stesso Matt a registrare un messaggio all’amata (e defunta) Karen Page, rievocando i bei tempi andati. I tempi in cui un ragazzo studioso, figlio di un pugile problematico che lo costringe a studiare affinché diventi qualcuno, subisce un grave incidente che gli fa perdere la vista e gli conferisce un incredibile senso radar.

Matt, e quindi Loeb, rivivono il passato. L’autore compie un’efficace operazione post-moderna, riprendendo le classiche vicende di Stan Lee, filtrandole con una sensibilità contemporanea e riflessiva, adulta nei toni. Loeb non ignora la maturità e la profondità del Devil di Miller e della Nocenti e la applica al personaggio dei primordi. Di conseguenza, tutto è uguale e contemporaneamente è tutto diverso. Il passato non viene rinnegato ma arricchito da elementi che in precedenza erano stati ignorati, a cominciare dai sentimenti di Matt che rivive le prime esperienze da supereroe, affrontando Fixer, l’uomo che ha ucciso suo padre, Electro, il Gufo e gli altri villain dell’epoca.

Ma c’è un dettaglio importante. Daredevil: Yellow, infatti, non trascura il supereroe ma mette in primo piano l’uomo. Il vero protagonista della miniserie non è tanto Devil quanto Matt Murdock che si innamora perdutamente di Karen, altra fondamentale presenza della trama. Loeb descrive i primi turbamenti amorosi del giovane avvocato, le conversazioni con Karen, il rapporto di fraterna amicizia che lo lega a Foggy Nelson con una profondità encomiabile. Lo fa scrivendo testi e dialoghi valorizzati da una poesia e un lirismo commoventi. Daredevil: Yellow è una struggente dichiarazione d’amore nei confronti dell’universo narrativo della Marvel dei sixties nonché la celebrazione dei supereroi con superproblemi. Gli eroi della Casa delle Idee sono prima uomini con i loro pregi e i loro difetti e poi esseri dagli straordinari poteri. Devil rappresenta degnamente tale concetto.

La miniserie si segnala inoltre per gli stupendi disegni di Tim Sale. Il suo tratto contorto e retrò, valorizzato da strepitosi giochi d’ombra degni di un noir, è di altissimo livello. Ogni personaggio è ben caratterizzato e le sequenze d’azione, in particolare, sono impreziosite da un dinamismo impeccabile. Sale è efficace anche nei primi piani dal taglio cinematografico che gli consentono di evidenziare le emozioni dei character, dalla timidezza e la sensibilità di Matt alla delicatezza di Karen, dalla perfidia del Gufo alla perversione di Killgrave, e così via. L’attuale edizione, peraltro, contiene numerosi extra realizzati da Sale che dimostrano, qualora ce ne fosse ancora bisogno, le sue grandi capacità illustrative.

A chi si rivolge Daredevil: Yellow? A coloro che si sono innamorati di una persona e hanno subito il dolore lacerante di una perdita. Ai fan di Devil e agli estimatori della Marvel. Agli appassionati di fumetto americano. Non perdetelo. Ne vale davvero la pena.

 

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