Intervista a Davide La Rosa: arriva Giuseppe Parini, naufrago delle stelle
Pubblicato il 26 Febbraio 2018 alle 16:30
Dal satirico al fantasy, persino fino allo storico: qualche domanda al poliedrico sceneggiatore e disegnatore lombardo.
Si sente parlare di Laura Palmer, di nani e della signora con il ciocco quando mi avvicino al banchetto di Davide La Rosa, autore di Suore Ninja e creatore di un universo di Fumetti disegnati male, dove Dio e Buddha chiacchierano amorevolmente e la Pimpa batte il record di morti di Kenny di South Park. La Rosa è in compagnia dello youtuber Victolaszlo88, cultore cinematografico ed esperto anche lui di film brutti: in quei due metri quadri vicino al banchetto del disegnatore si respira un’aria che sa di trash, arte e voglia di divertirsi. Mi turo le orecchie vicino a loro (sono sensibile agli spoiler e, ahimè, la terza stagione di Twin Peaks non l’ho ancora vista) e mi insinuo tra i due per strappare qualche succoso scoop a La Rosa.
MF: Ciao Davide e grazie mille della disponibilità! Parlaci un po’ del nuovo fumetto che stai per pubblicare con saldaPress!
DLR: Si chiama Parini naufrago delle stelle e va a unirsi al La Rosa Universe (sia chiaro, non l’ho dato io questo nome, è stato l’editore!) che è una storia composta da quattro volumi e questo il terzo. È una saga i cui volumi sono indipendenti e si possono leggere in qualunque ordine, tranne il quarto, dove troviamo questi scrittori che si riuniscono come gli Avengers. I miei personaggi sono scrittori che fanno tutto tranne che scrivere: il primo è stato Ugo Foscolo, che ha fatto l’indagatore dell’incubo; Giacomo Leopardi faceva il detective, mentre Parini si ritrova disperso tra le stelle perché ha scoperto che c’è un’organizzazione che trama nell’ombra contro ogni autore.
MF: Dati i vari “mestieri” degli scrittori, hai provato a proporre la serie alla Bonelli prima di pubblicarla con saldaPress?
DLR: Dici che dovevo farlo?! (risate) Essendo disegnata da me, è pure disegnata male, quindi come risposta, probabilmente mi avrebbero tirato la pece addosso (ride).
MF: Da Lucca Comics & Games 2017 fino a oggi, ti sei dilettato nello scrivere diversi generi: riportano il tuo nome Agata e il Birch, La neve di Stalingrado e infine Parini. Qual è il genere che preferisci tra questi affrontati e quali hai sviluppato per la prima volta?
DLR: La neve di Stalingrado è un fumetto molto particolare per la mia carriera, perché è un fumetto di guerra, come quelli dell’eroica anni Settanta, e di quel genere ho letto davvero pochissimo. Ho dovuto, quindi, mettermi a studiare le caratteristiche del genere. Questo genere è qualcosa di molto delicato, su cui non si può scherzare: l’umorismo è un modo per esorcizzare cose negative. Magari vedi una cosa da ridere, come Foscolo indagatore dell’incubo, che però contiene un messaggio forte al suo interno. Invece lì la Storia doveva essere narrata nuda e cruda. Ho studiato molti libri e visto molti documentari su Stalingrado; è stata una narrazione molto complessa, perché ho empatizzato con questi soldati e non potevo assolutamente esorcizzarla. Inoltre, essendo il formato pocket (come Diabolik), ha una dinamica diversa di narrazione.
MF: Invece quale genere vorresti sperimentare in futuro?
DLR: La zumba! Comunque ora sto scrivendo una storia di Dylan Dog, quindi sto sperimentando il genere “Dylan Dog”.
MF: Nel 2016 hai pubblicato il Dizionario di film brutti a fumetti, insieme a Pluc, edito da Shockdom. Ci sarà il sequel?
DLR: Sì! È in lavorazione ed esce nel 2019. Il problema del Dizionario di film brutti a fumetti è trovare i film giusti da mettere, perché ce ne sono troppi. Abbiamo materiale per qualcosa tipo 24 dizionari… Faremo il Morandini dei film brutti.
MF: Quali altre storie future porteranno la tua firma?
DLR: Oltre a Dylan Dog, c’è anche un’altra storia per una serie Bonelli che ho fatto insieme a Samuel Spano, che uscirà probabilmente entro l’anno.