Eroi Marvel In Bianco e Nero – Capitan America di Kirby & Lee | Recensione

Pubblicato il 23 Febbraio 2018 alle 15:00

Avete mai ammirato la potenza espressiva delle matite di Jack Kirby in bianco e nero? Se siete curiosi, non perdete questo volume di grande formato dedicato a Capitan America che inaugura una nuova linea editoriale targata Panini Comics!

Si possono dire molte cose sulla Panini Comics ma non che sia avara di iniziative editoriali. Ora la casa editrice inaugura una linea chiamata Eroi Marvel in Bianco e Nero che, come è facile intuire, proporrà materiale della Casa delle Idee in monocromia. Sarà composta di volumi che consentiranno al lettore di ammirare i disegni di maestri dei comics in un formato più grande di quello tradizionale.

Non si poteva non iniziare con l’immortale Jack Kirby. In effetti, i disegni del Re risultano spettacolari in questo modo e già tanti anni fa la gloriosa Editoriale Corno aveva proposto l’arte kirbiana di Eternals e altri gioielli in albi di dimensioni più ampie (tuttavia a colori). Si inizia con Capitan America, il personaggio ideato da Jack in coppia con il leggendario Joe Simon. Le storie sono però quelle degli anni sessanta realizzate con Stan Lee, tratte da Tales of Suspence nn. 92/99 e Captain America nn. 100/104.

Corrispondono a un periodo importante dell’esistenza editoriale di Cap. Il buon Steve Rogers, infatti, dopo essere stato inserito nell’Universo Marvel nel n. 4 di Avengers, appariva, oltre che sul mensile dei Vendicatori, in una serie pubblicata, appunto, sull’antologico Tales of Suspence. Il comic-book proponeva pure le avventure di Iron Man ed entrambi i personaggi erano sacrificati nell’ambito di undici pagine. Le vicende di Cap, basate sull’azione e sul ritmo adrenalinico di impronta kyrbiana, mal si adattavano a questo contesto, e dopo il n. 99 la serie mutò nome in Captain America, con storie di ventidue pagine.

Queste sono più farina del sacco di Kirby e Lee scrive i consueti testi ridondanti e retorici, spesso ironici, tipici dello stile Marvel dei sixties. L’azione regna sovrana ma non manca l’introspezione: Steve Rogers è infatti un uomo fuori del suo tempo che agisce in un mondo che non comprende, e il rapporto con Sharon Carter, l’Agente 13, è problematico. Lee e Kirby delineano trame dall’incedere indiavolato e utilizzano una pletora di personaggi come il grottesco Mezza Faccia e il mostruoso Modok, fanno apparire Nick Fury e gli agenti dello SHIELD e impostano una bella sequenza narrativa ambientata nel Wakanda, incentrata su Cap e Pantera Nera alle prese con un villain che afferma di essere il defunto Barone Zemo. Sono, peraltro, episodi importanti perché creano le premesse dell’ingresso di T’challa nei Vendicatori.

Da tenere d’occhio sono poi le storie che narrano lo scontro di Cap con il suo arcinemico Teschio Rosso e i suoi sgherri, gli Esuli. Qui appare uno dei tanti Dormienti, i terribili robot che in quel periodo il Teschio usava spesso. In ogni caso, il volume va presa in considerazione per i disegni di Kirby e si può affermare con sicurezza che il bianco e nero li valorizza. Le matite del Re erano già ben definite, indipendentemente dalle chine di Frank Giacoia, e la loro potenza espressiva è incredibile. Il dinamismo, la sensibilità cinetica delle sequenze d’azione, la cura dei dettagli nelle vignette a tutta pagina sono tuttora di una modernità incredibile.

Grazie al bianco e nero, si può quindi percepire l’energia delle enormi, possenti figure kirbyane, e ciò vale doppio per gli episodi in cui le matite sono inchiostrate dall’oscuro Syd Shores che conferisce loro profondità e concretezza e le rende più ombrose e suggestive. Insomma, questo volume è certamente imperdibile e non può assolutamente mancare nella libreria di un fan di Kirby degno di questo nome. ‘nuff said!

 

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