Mice Templar 1 La Profezia: Recensione
Pubblicato il 18 Gennaio 2012 alle 11:47
Magic Press porta in Italia Mice Templar la serie fantasy di Michael Avon Oeming che ha saputo ritagliarsi una grossa fetta di pubblico grazie ad un taglio maturo ed una trama complessa ed intrigante.
Mice Templar 1 La Profezia
Autori: Bryan J.L. Glass (testi), Michael Avon Oeming (disegni)
Casa Editrice: Magic Press
Provenienza: USA
Formato e Prezzo: 17 x 26, 216 pagine, colore, brossurato, 18€
Data Pubblicazione: ottobre 2011
Mice Templar fa parte di quella New Wave of Indy Comics, passatemi la metafora musicale, di cui la Image sembra essere il fulcro con serie quali ElephantMen, Hack/Slash, l’onnipresente The Walking Dead e proprio questo Mice Templar di cui ne avevo sentito e letto così bene che appena ho avuto tra le mani questo primo volume non me lo sono lasciato sfuggire.
Mice Templar è un fantasy robusto, oscuro che si muove a metà fra il classico “cappa e spada” e il più moderno “intrigo a palazzo”, ma andiamo con ordine: al centro del plot vi è l’ordine dei Topi Templari che in tempi lontani avevano il compito di preservare l’ordine naturale delle cose nelle Terre Oscure. Ora il caos regna, l’ordine è spezzato da dispute teologiche e guerre fratricide ed in questo sfondo si muove un giovane e nostalgico topo di nome Karic il cui villaggio viene attaccato e razziato da una banda di ratti e la sua famiglia fatta prigioniera.
La narrazione così si sdoppia fra il giovane Karic, accompagnato dal Templare Pilot il Lungo, deciso a salvare la sua famiglia e a diventare un Templare di modo da ricostruire l’ordine, e la sua famiglia nel suo lungo e doloroso viaggio da prigionieri verso la capitale delle Terre Oscure.
La parte più sostanziosa ovviamente è dedicata all’addestramento e alle prove che Karic deve da subito affrontare intervallate da alcune visioni e profezie sul suo destino e su quello dell’ordine.
Dicevamo un fantasy robusto sì perché a discapito del fatto che i protagonisti siano dei topini la violenza è vera, terribili le scene dell’attacco al villaggio, ed i dialoghi profondi e maturi inoltre la parte finale dell’albo che mostra in parallelo i dialoghi fra i misteriosi Lettori del Grano, topi legati anch’essi ai Templari, sia fra il Re e la sua Regina nella Capitale lascia intendere che nulla è quello che sembra, che la verità sia sui Templari che sul Re siano diverse da quelle che vengono raccontate e tramandate incrociandosi in maniera indissolubile.
La lettura di Mice Templar non è facile, anzi spesso e volentieri l’azione cede il passo alla riflessione ed è questo a mio modesto parere il punto di forza di questa serie: “cos’è la fede?” sembra essere la naturale riflessione che scaturisce alla fine di questo primo story-arc.
Bryan J.L. Glass imbastisce una trama complessa già dai primi episodi ma mai noiosa riuscendo ad equilibrare azione ed introspezione, è chiaro che l’alternarsi di parecchi personaggi e di vicende parallele non solo nel presente rende la narrazione e la lettura un po’ troppo impegnativa a tratti, ma suppongo che già dal prossimo volume vedremo un miglioramento in tal senso.
Ad accompagnare Glass ai disegni troviamo Michael Avon Oeming, arcinoto disegnatore di Powers, che qui dimostra tutta la sua bravura con figure spigolose ed affusolate che si esaltano da un uso sapiente del chiaroscuro contribuendo a creare un mondo, dai toni sempre brulli, in cui la luce è elemento raro, con il mistico che dona toni azzurri e bianchi alle scene.
Mice Templar è una serie senz’altro da tenere d’occhio, non facile però, che può stuzzicare l’attenzione sia degli amanti del fantasy ma anche di chi invece cerca letture più mature.