Caput Mundi 6 – Su Questa Pietra | Recensione

Pubblicato il 20 Febbraio 2018 alle 09:30

“Non voglio uccidere nessuna di voi meravigliose creature! Io voglio solo domarvi”.

Nello scorso adrenalinico numero – la nostra recensione qui – Battaglia ed i suoi improbabili alleati avevano messo a ferro e fuoco la notte romana in un inseguimento fra le strade della capitale nel tentativo di sfuggire dal Tedesco e dagli uomini della Mummia. Tenendosi ben strette misteriose e compromettenti informazioni  contenute in un hard disk, Battaglia e i suoi sono stati spinti direttamente nella braccia della Mummia…

Con il sesto ed ultimo albo di Caput Mundi – intitolato Su Questa Pietra – ci ritroviamo quindi alla resa dei conti definitiva. Battaglia e i suoi sono prigionieri e la Mummia ha pensato bene di ispirarsi al contrappasso dantesco per renderli inoffensivi mentre il Vaticano è protetto dai militari.

Ma qual è davvero il piano della Mummia e soprattutto cos’è davvero la Mummia?

Non è facile domare individui con le capacità con quelle di Eva, Nero e l’Uomo Invisibile… sarà proprio Eva la prima a liberarsi aiutando Pietro e di seguito gli altri tutti decisi a far fuori la Mummia e riprendere possesso delle informazioni compromettenti contenute nel disco.

Proprio quando i nostri sembrano in vantaggio scopriranno le origini della Mummia, origini che affondano nell’alba dei tempi e nella fondazione stessa della chiesa cattolica. Questa rivelazione cambia ancora una volta le carte in tavole costringendo il variopinto gruppo a ritornare sui propri passi per neutralizzare una volta per tutte la Mummia.

Proprio la Mummia inoltre avvertirà i nostri che una guerra si sta profilando all’orizzonte…

Così come il precedente numero anche Su Questa Pietra gira su ritmi altissimi facendo dell’azione il suo punto centrale in una serie di sequenze fulminee e estremamente cinematografiche soprattutto nella parte finale dell’albo.

Caput Mundi chiude la sua prima stagione dando sostanza a quello che è stato il villain/deus-ex-machina di tutta vicenda: La Mummia. Le sue origini si rifanno, giustamente, a quelle del mostro “classico” da cui prende il nome ma Giovanni Masi e Dario Sicchio le piegano in un inaspettato doppio twist con cui in un sol colpo forniscono un centro di gravità al mostruoso universo Cosmo e un background da cui poter ripartire per la futura seconda stagione.

I due scrittori poi sublimano con quest’ultimo albo i personaggi che nel corso degli albi precedenti erano stati cesellati e legittimandoli come possibili protagonisti di nuove avventure, anche in solitaria, visto il finale semi-aperto e le sibilline parole della Mummia.

Quello che colpisce maggiormente di Su Questa Pietra è la lucidità con cui i nuovi personaggi trovino la loro ragion d’essere – l’ineluttabilità della loro nuova condizione – mentre Pietro Battaglia continui imperterrito a portare avanti la sua esistenza la cui cifra è nella frase “nemico di tutti… schiavo di nessuno!”.

L’albo è poi impreziosito da un grandissimo lavoro ai disegni di Elisa Di Virgilio, Alessio Moroni, Federico Butticé Andy Pompeo che non solo illustrano con personalità e tratto tagliente questo ultimo numero ma grazie ad un uso delle inquadrature meno statico e ad una costruzione della tavola che strizza un occhio soprattutto ai comics americani donano un invidiabile dinamismo al già scoppiettante plot ed un gusto sicuramente più “internazionale”.

In generale tutta la cura editoriale della serie è stata davvero pregevole essendo riuscita a raccogliere sotto lo stesso progetto una serie di matite più o meno note del panorama indipendente italiano dando loro la possibilità di mettersi in mostra. Da non dimenticare le “costanti” Marco Mastrazzo, che si candida come uno dei migliori copertinisti attualmente al lavoro in Italia, e Maria Letizia Mirabella con il suo lettering puntuale e sempre preciso.

Questo ultimo albo di Caput Mundi sancisce che la scommessa fatta da Editoriale Cosmo è vinta. Sia dal punto di vista commerciale, è già confermata una seconda stagione, che da quello “creativo” visto che questi personaggi sono già usciti dall’ingombrante ombra del loro “padre nobile” Pietro Battaglia grazie all’ottimo lavoro in termini di sceneggiatura.

In definitiva quello che si potrebbe auspicare per la prossima stagione è un maggior equilibrio, una maggiore coesione fra il realismo del primo albo e la necessità di avere sempre bene in vista certi stilemi dell’horror. Ottima invece la scelta, soprattutto negli ultimi due albi, di spingere sull’acceleratore portando agli estremi le sequenze d’azione; per quanto riguarda Battaglia, Caput Mundi potrebbe fare senza ma magari riprendere dal Vampiro Siciliano quella tendenza ad ambientare le sue storie in contesti meta-storici.

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