Aliens 30° Anniversario & Aliens HC Vol. 2- Incubo sulla Terra | Recensione

Pubblicato il 19 Febbraio 2018 alle 10:30

Due imperdibili volumi che conducono alle radici dell’Alien Universe a fumetti.

Era il 1988, il secondo film della saga di Alien (Aliens- Scontro Finale) era uscito nei cinema di tutto il mondo appena due anni prima, quando la Dark Horse creò l’Alien universe a fumetti. All’epoca lo sceneggiatore Mark Verheiden (che successivamente sarebbe diventato produttore di telefilm come Daredevil e Battlestar Galactica) era alle prime armi nel mondo dei comics, ma aveva l’ entusiasmo e la giusta passione per gli xenomorfi per essere scelto come autore di Aliens: Book I.

Nel giro di tre anni la Dark Horse pubblicò tre miniserie che andarono a costituire la prima trilogia a fumetti dedicata alla saga di Alien.  Aliens 30° Anniversario, pubblicato l’anno scorso da Saldapress, è un prestigioso volume che raccoglie il primo capitolo di quella trilogia.  Aliens: Book I è stato l’inizio di un percorso che ha dato origine ad una lunghissima serie di storie a fumetti (l’ultima delle quali è la miniserie Fire and Stone), e ad una vera e propria costola dell’Alien Universe cinematografico.

La scorsa settimana Saldapress ha pubblicato il seguito di Aliens 30° Anniversario. Il volume s’intitola Aliens HC vol.2-Incubo Sulla Terra, e contiene gli ultimi due capitoli di quella prima trilogia a fumetti dedicata allo xenomorfo.

Aliens 30° Anniversario è il sequel fumettistico del film Aliens-Scontro Finale, uscito nel 1986. Al contrario di quanto accadrà nella pellicola del 1992, realizzata da David Fincher, in questa storia Hicks e Newt, gli unici sopravvissuti del secondo film (oltre a Ripley), sono i veri protagonisti.  Newt, ormai alle soglie della maggiore età, è ricoverata in un ospedale psichiatrico. Tutto ciò che ricorda del pianeta Acheron e dello xenomorfo verrà manipolato da funzionari del Governo, e da uomini che non intendono far conoscere la terribile minaccia proveniente dallo spazio. L’ex sergente Hicks, invece, è un uomo solo e depresso alla ricerca di vendetta.

Ciò che rende veramente interessante questo primo volume è l’atmosfera retrò e la visionarietà che si respira nelle pagine: l’ancora acerbo (all’epoca)  Mark Verheiden riesce a realizzare un soggetto ed una sceneggiatura fortemente influenzati dalla cultura horror-cinematografica del suo tempo. Gli spunti provenienti da John Carpenter e da David Cronenberg sono tantissimi (ad esempio è evidentissima una citazione di Videodrome), ed anche l’influenza del Nightmare di Wes Craven, soprattutto nelle parti oniriche, si fa sentire.

Ciò che Verheiden ha messo in evidenza in questa prima storia è l’attenzione per ciò che sta accadendo sulla Terra (cosa completamente trascurata nella saga cinematografica): ovvero la deriva di una società allo sbando, incapace di controllare la sua tecnologia, e sprovvista di valori. Elementi, questi, in grado di favorire fanatici e predicatori capaci di trovare nello xenomorfo un nuovo dio da adorare.

Hicks e Newt non si sentono più legati alla Terra, il richiamo dello Spazio li unisce, tanto che entrambi si troveranno a condividere una nuova avventura a bordo della Benedict, una nave militare alla ricerca degli xenomorfi. Questa parte della storia introdurrà un personaggio che diventerà centrale per Newt, ovvero il marine Butler, giovane che conquisterà il suo cuore e che custodirà un’incredibile segreto.

I disegni di Mark A. Nelson danno al fumetto un tocco da produzione indipendente anni ’80. La tecnica di disegno in Duoshade fa assumere alla carta vari toni di grigio, capaci di esaltare il bianco e nero, e che danno allo stile grezzo di Nelson un tocco ancora più dark e retrò (quasi da videogame a 16-bit).

Un po’ ingenua ma intrigante è la soluzione trovata da Verheiden per giustificare la presenza dello scheletro della razza aliena che s’intravede all’inizio del film Alien (e che in Prometheus Ridley Scott giustificherà come maschera appartenente alla tuta degli Ingegneri).

Un tocco ingenuo, quello di Verheiden, utile però a creare una trama intrigante e visionaria, figlia del cyberpunk e dello splutterpunk anni ’80, ben accompagnata dai disegni grezzi di Nelson.

Un’atmosfera ben diversa si respira invece nelle altre due storie che chiudono la trilogia, pubblicate nel volume Aliens HC- Incubo Sulla Terra. In questi due fumetti le trame e le sceneggiature di Verheiden diventano più quadrate e schematiche, e perciò un po’ più prevedibili.

Nella prima storia del volume, intitolata Incubo nello Spazio, la Terra è ormai dominata dagli xenomorfi, la catastrofe si è compiuta. Newt e Hicks, assieme a Butler, cercano di far ritorno sul loro Pianeta, ma a impedirlo sarà il generale Spears, un folle visionario che sta addestrando gli xenomorfi per creare una sorta di esercito della Salvezza che (a suo parere) salverà la Terra.

La storia sembra ripetere il canovaccio di Aliens-Scontro Finale, ma ha il merito di far emergere la folle personalità del sergente Hick, ed il carisma di Newt, la quale diventerà la nuova Ripley (con qualche sfumatura psicologica in più). Mentre i disegni ed i colori di Dan Beauvais creano un effetto visionario, dato dall’uso dei pennelli, che sarà in futuro un marchio di fabbrica della Dark Horse.

Ed a proposito di Ripley: il passaggio tra Incubo nello Spazio ed il capitolo che chiude la trilogia, intitolato Guerra Terrestre, avrà come punto di raccordo la comparsa nel fumetto del character interpretato da Sigourney Weaver (finalmente concesso dalla 20th Century Fox alla Dark Horse).

Guerra Terrestre mette al centro il tema dell’abbandono delle madri: quello di Ripley nei confronti di una figlia che non ha mai più rivisto, e nei confronti di Newt che ha rincontrato tanto tempo dopo averla abbandonata all’interno della navicella con cui stavano facendo ritorno sulla Terra. E quello dello Xenomorfo Regina, figura centrale di tutta la storia, nei confronti delle sue creature figlie con le quale intende ricongiungersi sulla Terra.

Lo stile ipertrofico dei disegni di Sam Kieth ed i colori desaturati di Monika Livingston restituiscono un po’ il carattere grezzo del primo fumetto della trilogia, ma hanno il difetto di essere un po’ confusionari nella loro resa, e d’inserire troppe informazioni all’interno della tavola.

Verheiden, in questa sua ultima sceneggiatura, diventa ancora più quadrato e schematico nella scrittura, e quindi prevedibile. La distopia visionaria del primo fumetto si è un po’ persa. Così quest’ultimo capitolo della trilogia si rivela essere il più difettoso, pur mantendo un certo fascino.

In chiusura i due volumi proposti da Saldapress Aliens: 30° Anniversario e Aliens HC vol. 2-Incubo sulla Terra, sono due preziosi oggetti da collezione per qualsiasi appassionato di fumetti, horror, fantascienza e soprattutto Alien Universe. La trilogia di Verheiden rappresenta la base per qualunque sceneggiatore e disegnatore che si voglia mettere a confronto con l’universo dello xenomorfo, ed è una lettura obbligatoria per tutti gli appassionati del genere.

Se volete conoscere le fondamenta dell’Alien Universe, proposte con una variante diversa rispetto a quella cinematografica, non potrete non avere nella vostra collezione questi due preziosi e prestigiosi volumi.

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